[Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey@libero.it) per questa recensione .
Non ce piu la "religione degli italiani": ce "lItalia delle religioni". Questo e il dato di fatto che Salvarani documenta ampiamente. Ma le istituzioni hanno colto che questo e un cambiamento permanente? Non pare. Gli antichi rabbini dicevano che il mondo si regge sul respiro degli studenti. Ma, nonostante tanti anni di insegnamento della religione cattolica (Irc), lignoranza religiosa degli italiani e madornale. In particolare, "la nostra realta scolastica non e, attualmente, in grado di fra fronte alla nuova situazione" della societa plurireligiosa (p. 177). Salvarani, teologo e scrittore, educatore allinterculturalita, ha promosso in Italia la giornata di dialogo cristiano-islamico, non ancora assunta dalla Cei, ma diffusa in centinaia di centri nel Paese. Egli vi vede un kairos, unoccasione storica di col-loquio (parlare insieme), alternativo allo scontro e allindifferenza, ma questo bisogno non e stato ancora intercettato dalle istituzioni.
Il cuore del libro (Brunetto Salvarani, Educare al pluralismo religioso, Emi, Bologna 2006) e una proposta per la scuola. Nonostante limpegno di molti (non tutti!) gli insegnanti, lIrc non e sufficiente per far prendere coscienza e per educare al pluralismo religioso. Oltretutto, il regime concordatario e confessionale, getta i non-avvalentisi in un monstrum pedagogico, l"ora del nulla". Sara molto difficile superare tale regime, ma e molto importante parlarne, creare coscienza. La proposta e una "ora delle religioni". Lesperienza esemplare, ampiamente riferita nel libro, e quella della citta pluriculturale inglese di Bradford, nella quale, dopo un periodo di scontri interetnici, pedagogisti, istituzioni, leaders religiosi hanno responsabilmente costruito insieme un programma scolastico articolato per imparare le religioni e imparare dalle religioni. Il fine dello studio fenomenologico delle religioni e una educazione alla saggezza, alla capacita di convivere imparando reciprocamente, e di scegliere una via personale che dia senso alla vita. Il Syllabus di Bradford, tradotto, si puo ricevere gratis scrivendo a cemsegreteria@saveriani.bs.it La proposta non e solo una storia delle religioni, perche ha al centro i testi letterari-religiosi e anche le diverse espressioni cultuali. Si tratta di affermare nella scuola la dignita e lo statuto conoscitivo proprio delle "scienze religiose". Finora, invece, laicismo e clericalismo sono stati complici nel relegare la cultura religiosa nel recinto confessionale. Salvarani parla di una "laicita per addizione", non per sottrazione: "una laicita, cioe, non di pura garanzia o di pura distinzione, bensi capace di riconoscere particolari tradizioni, che nel loro impiantarsi non ledano i diritti di nessuno, ma, semmai, arricchiscano la comunita di nuovi valori e nuovi costumi" (p. 175). In particolare, lautore segnala, come anche grandi intellettuali laici, tra cui Bobbio, lassurdita di una scuola in cui si studia Omero e non la Bibbia, che e comunque il grande codice della cultura occidentale, incomprensibile senza di essa.
Sara difficile, in tempi brevi, superare il regime dellIrc, ma si potra immettere in esso la nuova cultura interreligiosa (senza la quale, oggi, non si e davvero religiosi). Il problema non sono tanto gli insegnanti di religione, ma le autorita religiose cattoliche che, in Italia, non accettano neppure di discutere.
RIFLESSIONE. SEVERINO VARDACAMPI: UNA POSTILLA. ABOLIRE LIRC
[Il nostro buon amico Severino Vardacampi, talvolta, scrive cosi. Compatiscano i buoni lettori]
E a nostra modesto avviso assolutamente opportuna una seria educazione allo studio del fatto religioso e delle religioni nelle scuole italiane; ma essa sara impossibile finche vigera lIrc, le cui caratteristiche di propaganda confessionale, di manipolazione ideologica, di mercimonio tra costruzione del consenso ed instrumentum regni sono tanto flagranti quanto inaccettabili, ed ha come ulteriore scandaloso portato lassurdo di insegnanti operanti nella scuola pubblica ma scelti da un potere che non e quello dello stato italiano bensi di una organizzazione che intrinsecamente per le sue finalita istituzionali non riconosce il principio del rispetto della liberta di pensiero.
Vi sono oggi nelle scuole italiane docenti impegnati nellIrc, ovvero nellinsegnamento della religione cattolica, che fanno un lavoro di grande valore, e che nel loro lavoro anticipano per molti versi cio che andrebbe pur fatto in una prospettiva non solo interconfessionale ma interculturale in senso forte; e ad esse ed essi rendiamo omaggio. Ma listituto dellIrc in quanto tale e del tutto ingiustificabile, ed incompatibile con una scuola che vuole essere casa di tutte e tutti: sono cose che una volta erano sentire comune di tanta parte della cultura democratica, sia laica che confessionale (cfr. ad esempio Carmine Fotia, Emma Mariconda (a cura di), Lora illegale, Il manifesto - Sinistra indipendente, Roma s. d., ma 1987; e per un inquadramento ulteriore e piu ampio Enzo Marzo, Corrado Ocone (a cura di), Manifesto laico, Laterza, Roma-Bari 1999).
Prima si procedera a una riforma dellordinamento scolastico che includa anche lo studio - il severo studio, lo studio vero - delle religioni e del fatto religioso, prima ci si liberera dellIrc, e prima la scuola potra cominciare ad essere anche scuola, e non solo macchina di riproduzione del dominio di classe e delle ideologie ad esso inerenti. Lambito del sacro e del religioso e tanta parte dellesperienza umana e dellumano sapere, e tutte le grandi religioni apportano altresi tesori di civilta e di umanita, di riconoscimento e di liberazione (ma anche - come e proprio di ogni grande tradizione storica di pensiero e di prassi - di mistificazione e oppressione, di alienazione e violenza): che quindi nella scuola di tutte e di tutti la religione sia materia di studio e ricerca, non occasione di propaganda e di indottrinamento (o peggio ancora: lora del passatempo e del torpore, come sovente accade); ora di impegno e di liberta, non di distrazione e di servitu.
A scuola si studi il fatto religioso, le religioni positive, larticolazione di saperi che come scienze religiose, e come cognizione del sacro e ricognizione della sfera del sacro, possono essere denominati e variamente definiti; quanto alla fede, alla propria fede quale che essa sia, e altrove ed altrimenti che deve essere peculiarmente insegnata ed appresa; ed e nella vita intera che essa deve illuminare, ed essere testimoniata. Numero 1442 dell8 ottobre 2006
Luned́, 09 ottobre 2006
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