Caro John, scrivo a te che puoi ancora leggere, ma pure ai tanti tuoi colleghi che popolano il .mondo dei più, nei cinque Continenti, a quelli che sono da qualche parte seppelliti ed a quelli che si sono volatilizzati e comunemente definiti “dispersi”. A quelli ancora in grado di “pensare” ed a quelli cui è stato detto che “non devono pensare”. Insomma, a te che sei vivo e magari stai sparacchiando, in giro per il mondo, su gente che non ti ha fatto nulla e che non conosci neppure; e pure ai tanti “danni collaterali” come li definiscono i tuoi capi, quelli che “pensano”, quelli che decidono se, quando e come mandarti a rischiare la vita, magari mentre portano il cane a pisciare. Sai, John, mi ha colpito molto una dichiarazione ricorrente, in occasione del tuo funerale, da parte dei familiari, secondo la quale eri andato a sparacchiare in giro per il mondo per poterti guadagnare luniversità. Che pena, John! Un paese ricco e potente come il tuo non ti garantisce neppure luniversità! E per questa via non ti garantisce neppure la vita giacché hai incontrato sulla tua strada persone che per difendere la propria casa, i propri figli, la propria terra, il proprio petrolio o la propria acqua potabile, legittimamente hanno sparacchiato a te. Ed io ho ascoltato i tuoi familiari al funerale. Oh, è stato un funerale coi fiocchi, la bandiera, la patria, la fanfara, cerano proprio tutti, anche quelli che ti avevano detto che “non dovevi pensare”, quelli che hanno fatto il discorso fingendo perfino di piangere ma pronti a far sparacchiare altri tuoi colleghi imbrogliati come te. I tuoi genitori, i fratelli, le sorelle, i figli ti avrebbero preferito analfabeta ma vivo e invece anche loro si sono facilmente lasciati convincere che . . .non sei morto invano! Ho sentito anche i familiari e gli stessi tuoi colleghi, reduci miracolati, magari mutilati o pieni di metastasi a causa dei materiali bellici utilizzati. Materiali che uccidono ma soprattutto fanno ammalare di tumori vari e che colpiscono sia quelli che stanno davanti alla bocca del tuo cannone ma pure quelli che stanno dietro e perfino i feti delle donne non uccise che daranno, hanno dato alla luce bambini deformi. E successo ai tuoi colleghi, ai popoli che hai tentato di aggredire, ma sta succedendo pure a te. Di questo i tuoi capi non parlano. Sono “danni collaterali”. Per loro, John, tu non sei una persona, specialmente se ti fai uccidere, sei stato, sei un “danno collaterale”. Un tuo collega italiano, un pilota di bombardieri durante la guerra alla Jugoslavia, intervistato durante un carico di morte e laltro in un aeroporto militare italiano, rispose alla domanda del giornalista circa cosa pensasse durante lo sganciamento delle bombe da ottomila metri daltezza: “io non devo pensare”. Lì per lì mi venne la pelle doca ascoltando la sua risposta, ma mi sono ripreso velocemente togliendogli immediatamente ogni frammento di compassione. Infatti, la compassione è per gli uomini, e donne, e bambini uccisi o uccisori innocenti. Ma per una persona che accetta di “non pensare” riducendosi così al rango animale ogni compassione sarebbe uno spreco di umanità. Dunque la sua vita (o la sua morte) per me è del tutto simile alla vita (o la morte) di una capra cui non accordo alcuna compassione! So che è stato, è così anche per te. Ubbidisci agli ordini, è il compito di ogni militare disciplinato. E stato così anche per i militari tedeschi durante la seconda guerra mondiale, per quelli che erano impiegati al fronte come per quelli impiegati nei campi di concentramento, nelle camere a gas di Hitler. I militari ubbidivano e basta, “non pensavano”! John, lo chiedo a te che puoi ancora leggermi, ma vale anche per gli altri John che non possono più leggere e che sono stati dimenticati, a quelli che dopo essere stati dei “danni collaterali” sono diventati “dati statistici” da citare quando serve per raccogliere voti. Tu certamente lo sai: che fine hanno fatto i tuoi colleghi reduci dal Vietnam? E, perché mai tu dovresti avere un destino diverso? Ti hanno imbrogliato, John. E successo e succede anche qui da me, in Italia: hanno imbrogliato e imbrogliano anche Giovanni, Pasquale, Francesco... con la differenza che il mio non è un paese potente e ricco come il tuo. Il mio, come il tuo paese, come tutti i paesi, ha i governanti che si merita. Ma è indubbio: dalla seconda guerra mondiale in poi la politica interna del mio paese è nullaltro che un frammento della politica estera del tuo paese, pur avendo una storia, una cultura, una Carta Costituzionale diverse dalle tue e disattese con puntualità dai miei governanti per fare la guerra (senza avere il mandato popolare), per . . .amore di gregariato e subalternità! Una volta, John, cerano i comunisti, i mangiatori di bambini, era questo il nemico in nome del quale ti facevano sparacchiare in giro per il mondo. Poi questo nemico non convinceva più nessuno e allora serviva un altro nemico. A dire il vero qualche fessacchiotto italiota retrò cè ancora che se la prende con i comunisti sperando di vincere le elezioni. Si sono dimenticati di dirti, John, che quellisolotto di fronte al tuo paese, Cuba, dove da sessantanni governano i mangiatori di bambini e dove certo non sono rose e fiori anche a causa di un embargo planetario strangolatore. In quel paese, John, luniversità è garantita e gratuita a tutti i suoi cittadini senza costringerli a mettere a repentaglio la propria e laltrui vita! E un paese poverissimo, con una politica interna ed estera molto dura, ma luniversità è per tutti e gratuita, così come la sanità, le garanzie per gli anziani ed i bambini: la memoria ed il futuro dellumanità. Ed è lunico esempio al mondo. Tutto questo succede a due passi da casa tua, senza andare sparacchiando o aggredendo altri popoli! Il nemico tanto di moda in questi ultimi anni è il terrorismo. Il che è anche vero. Ma ora tu prova a ragionare: ti pare verosimile che il terrorismo si possa combattere facendo stragi di innocenti? Pensa alla Jugoslavia, lAfghanistan, lIrak. I morti innocenti di questi popoli non sono stati nemmeno contati. I morti innocenti delle torri gemelle sono opera dei terroristi, quelli afgani ed irakeni sono opera tua e sono molti di più. Non erano terroristi i bambini, le donne, gli anziani che sono stati trucidati, quelli che sono stati orrendamente mutilati e che certo non possono amarti, anzi ti odieranno per tutta la vita, anche quando non sarai più un militare, anche quando dopo aver finito luniversità e ti sposerai e magari passerai in uno di questi paesi in viaggio di nozze. Ti odieranno John. Odieranno tutti gli americani e anche gli italiani. Sopravvivranno invece i terroristi che sempre di più e meglio trarranno alimento da queste stragi immani, se ne faranno paladini. Senza contare che restando sconosciuti i terroristi possono essere collocati, dai tuoi governanti, dai miei e da quelli di tanti altri popoli, laddove servono di volta in volta. Un esempio emblematico.. Bin Laden, il ricco saudita che ha organizzato lattacco alle torri gemelle, era stato in precedenza un alleato dei governanti del tuo paese, usato per cacciare i russi dallAfghanistan, armato e foraggiato e protetto apertamente dai tuoi governanti. Così come Sadam Hussein. Ma i popoli di questi paesi, secondo te che osi pensare, ti potranno mai amare dopo le carneficine che hai fatto nelle loro case, a mille miglia dalla tua casa, dalla tua terra, dalla tua cultura? Quel portone millenario che hai sfondato col tuo carrarmato a Bagdad raccontava di una cultura antecedente a tutta la storia degli States. Non hai esitato. I tuoi capi ti dicevano di non pensare e tu sei andato come un ariete perché .dovevi pagarti luniversità e sei finito in un pantano di morte e distruzione. La dittatura? Quella cera e ci sarà anche dopo il tuo passaggio. Anche dopo il tuo funerale. E anche le armi di distruzione di massa. I tuoi governanti erano sicuri che cerano, perché quelle sono armi che sono state prodotte e vendute a Sadam Hussein dal tuo paese. Così come i piloti degli aerei scagliati contro le torri gemelle. Quei piloti avevano preso il brevetto di volo e si erano addestrati nel tuo paese... Caro John, questi non sono che frammenti di un boomerang, frammenti fenomenici, militareschi. La verità profonda è che tre quarti del mondo muoiono di fame e di sete, perché le nostre multinazionali rapinano loro le risorse naturali essenziali, dal petrolio allacqua e persino i diamanti e moltissime altre materie prime necessarie alla nostra agiata vita. A quei popoli, John, quelli che massacriamo tutti i giorni, non interessa la tua università, si accontenterebbero di sopravvivere, di avere acqua potabile, il pane da mangiare ogni giorno... e non ce lhanno perché noi glieli portiamo via con le “regole del mercato” capitalistico prima, e coi carri armati poi. Che illusione, John, pensare che questa ingiustizia planetaria possa essere risolta coi carri armati! Limbroglio del nemico comunista, o di quello terrorista, del dittatorello, che danno la stura al tuo cannone e spesso anche al tuo funerale, nasconde questa amara e cruda realtà. Il patriottismo becero che abbiamo visto e vediamo nel tuo come nel mio paese in occasione dei funerali o le ondate emozionali di fronte ad un atto terroristico feroce, è quanto di immorale possa esistere giacché non tiene in alcun conto la vita e la morte ed il senso di patria altrui. Lacrime di coccodrillo, uningordigia che non sa digerire! Mi sentirei disonesto, John, se piangessi al tuo funerale chiudendo gli occhi sui funerali di milioni di bambini da te, da noi massacrati ogni giorno in tutto il mondo. Mi sono sentito disonesto di fronte alla commozione di milioni di miei concittadini per i morti di Nassirya, dimenticando che ogni santissimo giorno nel mio paese muoiono in solitudine quattro onesti operai per i quali si commuovono in solitudine solo i loro familiari. Per loro non cè Patria, non ci sono funerali solenni, né bandiere e lacrime finte. Eppure sono morti e muoiono tutti i giorni, nella disinvoltura generale, nel tentativo di procacciarsi la vita col sudore della fronte e producendo, nel contempo, ricchezza per il loro paese. Secondo te, John, possono esistere innocenti più innocenti di questi? Caro John, ti hanno imbrogliato, timbrogliano ogni giorno. Timbrogliano quando ti dicono che combatti e muori per un motivo non vero. Timbrogliano quando fanno finta di piangere al tuo funerale. Timbrogliano quando ti costringono al suicidio . . .per luniversità. Ma soprattutto ti imbrogliano e ti offendono nella tua dignità di uomo quando ti convincono a .. .non pensare! Ecco, John, quando ti lasci convincere che è lecito, giusto, democratico, umanitario e persino eroico massacrare popoli pressoché inermi; quando rinunci a pensare che per queste vie ti guadagni un odio feroce inestinguibile; quando ubbidisci chiudendo gli occhi; quando dai il tuo consenso allannientamento della tua umanità; quando consegni la tua vita in mano a un manipolo di sciagurati in delirio di onnipotenza; quando non dai alcun valore alla vita altrui e non ti accorgi che a questo modo tu sei laltrui da me; Quando succede questo, John, tu per me non esisti, non sei mai esistito, sei il nulla e pertanto non posso concederti neppure la mia compassione!
Domenica, 22 febbraio 2004
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