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www.ildialogo.org Lucia Schiavinato: l’amore vince.,di Franco Casati

Lucia Schiavinato: l’amore vince.

di Franco Casati

Ho il privilegio di essere un volontario del Piccolo Rifugio di Verona, una delle case di accoglienza per disabili fondata in Italia da Lucia Schiavinato nel 1960. Il contributo dei volontari è di aiuto alle impegnative mansioni professionali del personale dipendente, diretto con intelligente fermezza da Roberta Damoli, in un clima di serena e fattiva collaborazione, in modo tale che la quindicina di ospiti del Piccolo Rifugio goda del sostegno materiale e morale di cui necessitano. Si realizza, così, quello spirito di amore che mosse la vita e l’opera di Lucia Schiavinato, una straordinaria figura di cattolica e di benefattrice che ho avuto opportunità di scoprire, anche se a posteriori, frequentando appunto il Piccolo Rifugio di Verona. Un amore infinito, si potrebbe dire, quello di Mamma Lucia (così veniva affettuosamente chiamata), per bisogni infiniti: tutta una vita dedicata alle necessità dei più deboli, dei disabili e, nel nord-est del Brasile, dei lebbrosi, dietro il motto “l’amore vince” (che è anche il titolo del periodico da lei fondato); sotto la spinta di una grande fede cristiana e di una personale e assidua contemplazione eucaristica, per lei fonte inesauribile di amore divino, ispiratore di quello umano.
Lucia Schiavinato nasce il 31 ottobre del 1900 a Musile di Piave (Venezia), figlia di un bancario e di una maestra elementare. Per le cagionevoli condizioni di salute riesce soltanto a conseguire la licenza elementare, istruita dalla madre. Durante la prima guerra mondiale soccorre le vittime dei bombardamenti del Basso Piave. Per le sue doti di intelligenza nel 1920 viene eletta responsabile zonale della ‘Gioventù femminile di Azione Cattolica’ a S. Donà di Piave. Il 31 ottobre 1933 affitta una stanza a S. Donà di Piave per accogliere una donna paralitica e vedova, prima pietra del ‘Piccolo Rifugio’ (nel senso di una comunità familiare che ospita) che verrà ufficializzato nel 1935. Dal ’46 al ’49 è consigliere comunale della DC e assessore all’Assistenza Sociale e Sanitaria. Dal ’55 al ’62 fonda il Piccolo Rifugio di Monte Mario a Roma, di Ferentino (a Frosinone), a Campocroce di Mogliano Veneto, a Verona e a Trieste, oltre a case di accoglienza per ex prostitute. Ma il 1960 è l’anno fondamentale del suo apostolato laico perché a Cappelletta di Noale (Venezia) stende la prima bozza dell’Istituto Secolare Volontarie della Carità’ che verrà approvato da Mons. Giuseppe Carraro il 18 febbraio 1968. Lucia Schiavinato sosterrà sempre la natura laica e non religiosa di questo Istituto, pur essendo le volontarie legate ai voti di obbedienza, castità e povertà. In Italia e all’estero queste volontarie svolgono tuttora le loro amorevoli mansioni. Dal 1964 Lucia Schiavinato divide la sua presenza fra l’Italia e il Brasile (nella zona povera del Nord Est), dove si reca con un gruppo di volontarie (Salvador, Bahia), rispondendo all’invito di un Vescovo brasiliano, Dom Epaminondas della Diocesi di Ruy Barbosa, dello Stato di Bahia. Nel 1970 sarà in Amazzonia e poi nel lebbrosario “Vila S. Marino a Grajaù, dove pensa di stabilirsi definitivamente, nel 1975, per essere più vicina agli ‘ultimi’. Ma è presto costretta a ritornare in Italia per curarsi di un tumore intestinale che non le lascia scampo. Muore il 17 novembre 1976 all’ospedale Sacro Cuore di Negrar di Verona, dopo essere stata oggetto di amorevoli visite di persone da tanta parte del mondo. Ho riassunto in queste brevi note biografiche la sua vicenda terrena per dare un’idea dello spessore della sua personalità. Ma il pensiero di Lucia si desume chiaramente dalle lettere che lei ha scritto in tanti anni di attività e di relazioni pubbliche e private. Eucaristia e carità appaiono le sue ragioni di vita. Distaccata dalle persone e dalle cose per mantenere la propria libertà d’azione, vive con serenità la povertà, auspicando che anche la Chiesa diventi povera. Alle Volontarie raccomanda caldamente che cerchino solo Cristo. Il rapporto in L.S. fra Eucaristia e carità è ben evidenziato da don Giorgio Scarsini nel suo libro ‘Lucia Schiavinato, testimonianze e ricordi’ (Verona, 2000):”Alla luce e alla scuola dell’Eucaristia, Mamma Lucia caratterizza ogni suo intervento suggerito dalla carità a favore dei fratelli. Il suo motto era: Dare l’Eucaristia agli infermi e gli infermi all’Eucaristia. (…) Ma saranno soprattutto i Piccoli Rifugi a rivelare la linea di tendenza non solo rivolta agli infermi, agli incurabili, ai poveri, ma rivolta a fare dell’Eucaristia il cuore del Rifugio. (…) La forza che emana dall’Eucaristia trasforma queste creature inerti ed inutili in testimoni di speranza. “ (pag. 47/49 op. cit.).
Voglio richiamare soltanto alcuni passi delle lettere di L.S. che mi sembrano essenziali. Rivolta alle Volontarie della Carità: “Amate, amate, figliole mie. Amate molto, amate con ardore, con infaticabile zelo. Amate per attirare sempre più l’amore sulla terra. E sarete creature incapaci di trattenere la gioia, perché la vostra misura sarà traboccante.” “Vivere con l’ansia di tutto il mondo nel cuore”. “L’amore testimonia il Vangelo in continuazione. Non è poesia, sapete figliole, è realtà di vita”. Sulla preghiera:” Cerchiamo di scoprire sempre più la inarrivabile fiducia della preghiera: come silenzio, come aspirazione, come sete di Dio, come espressione di amore, come voce dello Spirito, come testimonianza, come supplica, come rivelare il Cristo”. Sulla gioia: “Cantate, siate nella gioia! Siete frutto dell’amore di un Dio!! (…) Gli uomini hanno bisogno di gioia”. Sull’amore: “L’amore non consiste nel sentire che si ama, ma nel voler amare”. “ Se occupi anche un piccolissimo posto nell’universo, puoi occupare nell’amore un enorme spazio”. Sulla sofferenza:” La sofferenza è il concime che feconda”. Sulla rinuncia:” Non serve tener qualcosa nel mondo: Dio non vuole perché è contrario al Suo Spirito”.
Quando entro nel Piccolo Rifugio di Verona , in via Ugo Vivaldi, sono sicuro che ne uscirò con un debito di amore, perché quello che ricevo dai suoi ospiti è sempre maggiore di quei piccoli servizi che posso offrire. In esso opera ancora una collaboratrice Volontaria della Carità, Gabriella Bonato, quale custode dell’orientamento religioso ispirato a Mamma Lucia, che è stata una umile donna di grande fede e carità, che ci fa sentire piccoli di fronte a lei, non fosse che Dio sceglie per ognuno di noi una strada affatto personale.
Franco Casati



Mercoledì 12 Dicembre,2018 Ore: 14:53
 
 
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