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www.ildialogo.org LA VICENDA UMANA DI SAULO SCARABATTOLI, DENTRO I RICORDI DI IERI E LA REALA' DI OGGI, IN ASCOLTO DEI GIOVANI,A CURA DI CARLO CASTELLINI

LA VICENDA UMANA DI SAULO SCARABATTOLI, DENTRO I RICORDI DI IERI E LA REALA' DI OGGI, IN ASCOLTO DEI GIOVANI

A CURA DI CARLO CASTELLINI

Mi chiamo DON SAULO, ho 76 anni. Sono prete da 52 anni nella stessa parrocchia da 51 anni, una specie di record, per i tempi attuali, quando la nomina è data per nove anni, e poi si vedrà. Al tempo mio si entrava in seminario a 11 anni, dopo le elementari.
Al tempo mio il seminario di Perugia era al centro della città, in un edificio che era nato subito dopo il Concilio di Trento, che aveva istituito i seminari: intorno al 1551 (ricordo vagamente che si contendeva il primato con un altro seminario, tanto era antico).
Immaginate una costruzione non solo antica, ovviamente, ma vecchia, e senza nessuna comodità, niente riscaldamento; bagni e lavandini d'epoca!.....in inverno, spesso l'acqua era ghiacciata! Ma nessuno si meravigliava , perchè anche le case della gente erano senza le comodità che poi il progresso (!)avrebbe portato. Nel 1956 il seminario nuovo: una meraviglia!
Ancora non esistevano le camere, ma almeno avevamo dei cameroni ordinati e quasi eleganti......e il riscaldamento in inverno! Eravamo 120 ragazzi, divisi in quattro “camerate”. Occupavamo una sola della serie di costruzioni prevista nel progetto generale; e grazie a Dio che non erano iniziati i lavori per il resto, che poi non fu mai costruito: non c'era più la necessità di altri edifici, i seminaristi stavano diminuendo, e presto il seminario cosiddetto “minore” (per raccogliere cioè bambini/ragazzi fino al liceo) sarebbe scomparso. Erano gli anni '60.
IL PAPA BUONO.
Nel 1958 una sorpresa stupenda della Provvidenza: viene scelto per essere vescovo di Roma e quindi papa (colui che presiede alla carità delle chiese come dice Sant'Ignazio di Antiochia), il Patriarca di Venezia, l'anziano ANGELO GIUSEPPE RONCALLI. Nessuno di noi seminaristi si rese conto allora, del progetto che il Signore stava annunciando alla Chiesa e al mondo e forse nemmeno la gran parte dei cristiani, e anche dei vescovi e perfino dei cardinali, che pure lo avevano eletto:si diceva che lo avessero scelto proprio perchè anziano, un Papa di transizione, dopo il pontificato maestoso di Pio XII.
Dio invece si era subito reso conto (!) che quel vecchio vescovo, anche se di “transizione” aveva un cuore giovane e aperto al futuro....e avrebbe inaugurato perla chiesa intera un tempo nuovo, un meraviglioso tempo di primavera, il tempo delloSpirito Santo.
La teologia ho potuto viverla a Roma, ospite del Seminario romano – il seminario del Papa – e gli studi erano preso l'università del Papa, il Laterano. Il massimo desiderabile. Intanto questo anziano papa di transizione, stava sognando una chiesa aperta con il respiro gioioso degli Atti degli Apostoli, non ancora attirata e presa in trappola nella logica dell'impero di Costantino in poi. Un concilio ecumenico, universale!
Raccontano che il Papa confidò queso sogno al segretario, il fedele don LORIS CAPOVILLA, (morto a cento anni nel 2016, creato cardinale dal sorprendente e stupendo papa Francesco nel 2014). Ma don LORIS non si esprimeva. Il terzo giorno di silenzio, il papa gli chiede espressamente una impressione. Don Loris gli ricorda che , quando don Angelo era segretario del vescovo di Bergamo, RADINI TEDESCHI, se non rispondeva alle sollecitazioni del vescovo era perchè non era d'accordo.
Il Papa ovviamente capisce; allora lo rimprovera perchè, dice, non hai né fede, né umiltà: non hai fede perchè non credi che sarà lo Spirito a condurre la storia, e inoltre non hai umiltà, perchè hai paura della figuraccia che toccherà al papa se non potrà portare a termina il Concilio.
L'8 dicembre 1962, l'inizio: lo stupore anche della luna, che si è affacciata per vedere lo spettacolo di PiazzaSan Pietro brulicante di luci......e lo spettacolo e il papa che manda una carezza a tutti i bambini di Roma e del mondo! Chi non ricorda questo commovente “, discorso della luna”.
Al Latrano tuttavia, la festa fu breve. Gli schemi dei documenti che poi i Padri conciliari avrebbero esaminato e donato alla chiesa, preparati proprio dai teologi della “teologia romana” - quella appunto dell'università del Laterano – uno dopo l'altro furono bocciati dai Padri, che accolsero invece il respiro nuovo della teologia più aperta e in ascolto, che si insegnava nell'università gregoriana, quella dei Gesuiti. Ma era lo Spirito stesso a indicare la strada. Noi studenti di teologia eravamo entusiasti e pieni di gratitudine (ma, al Laterano, non potevamo dirlo!).
Papa GIOVANNI veniva in seminario, qualche volta, ; era cominciato il disgelo. Ma all'imbrunire del 3 giugno del 1963 mentre pregava col salmo 121 - “esultai quando mi dissero , andremo alla Casa del Signore”- ci rivelò poi don Loris, - entrò nella Casa”.
Noi del Seminario romano, che arrivammo in piazza San Pietro insieme a tantissimi altri, , ci inginocchiammo piangendo......come quando muore un papa'. Il Concilio però, appunto perchè guidato dalloSpirito, (capito don Loris?), prosegui' il suo luminoso cammino sostenuto dal Papa Paolo VI, che sarà dichiarato santo proprio quest'anno 2018, dopo lo stesso Giovanni XXIII.
Un concilio quindi animato da due santi! Miracoli dello Spirito Santo!....Intanto io avevo ricevuto l'ordinazione presbiterale proprio subito dopo questi eventi, nel marzo 1966. Un altro anno per finire gli studi ospite di una parrocchia della periferia di Roma e poi, nel 1967, vice parroco nella parrocchia di Santo Spirito.
Sono passati 51 anni da quell'arrivo...Ma perchè questo lungo racconto autobiografico? So bene che non interesserebbe a nessuno, la mia piccola storia, (simile simile a quella di tanti altri preti, ovviamente) se non perchè si può vedere, in trasparenza, la storia grande della chiesa e la gioia e la fatica del nuovo che stava nascendo.
I TRAVAGLI DEL PARTO.
“.....sappiamo che tutta la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi che possediamole primizie delloSpirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo....”(Romani, 8, 22s).
Secondo questo sguardo profetico di San Paolo, la storia e il mondo, è come una stupenda e dolorosa “sala parto”! Ogni epoca della storia , e ogni luogo del mondo. Le doglie del parto anche nella società Nella storia del mondo europeo occidentale, il 1968 segna uno spartiacque: dopo il “maggio francese” e l'inno “alla fantasia al potere”, niente nella società è stato più come prima. Tutti gli studi di sociologia lo sottolineano (vedi per se. Un libro che citeremo più avanti, di Armando Matteo, LA PRIMA GENERAZIONE INCREDULA, Rubbettino, Gennaio 2010, 2a edizione, 2017). E' la stagione di Kennedy e di Martin Luther King....le doglie del parto nella chiesa. Credo che tutta la storia possa esser eletta come un custodire una vita che attende sempre di venire alla luce.
Ogni epoca quindi può essere paragonata ai 9 mesi di una madre che attende un figlio. Ci sono tempi allora che assomigliano più a una gravidanza, e altri che assomigliano più a una nascita. Il concilio assomiglia a una nascita. Nelle parrocchie in quegli anni la vita era scandita dalle pratiche di pietà e dalle devozioni. Ricordo che arrivai durante la novena dei morti.....una chiesa semibuia, poche vecchiette alle messe....un silenzio da cimitero! Non vuole essere un'accusa per qualcuno in particolare, l'anziano parroco era veramente un uomo santo: ma per un altro tempo che ormai stava concludendosi.Il tempo “nuovo” stava arrivando. Una nuova chiesa stava venendo alla luce. Invece, erano i giovani che avevano nel cuore il senso del nuovo.
Per noi preti giovani come loro, bastava mettersi in ascolto dei loro sogni e delle loro speranze. Era una primavera! Iniziative, gruppi, proposte nuove......come quando a primavera appunto, spuntano i germogli e gli alberi cominciano a mettere fuori le gemme. Ancora non si sa bene che cosa sarà il giardino, ma anche gli uccelli del cielo si accorgono della vita e non smettono di cantare. I giovani ovviamente erano i più attenti ed entusiasti portatori di futuro. Ma tutta la gente, di qualunque età, si accorse dei cambiamenti: e molti erano addirittura turbati.
Tutti si accorsero che la messa era finalmente in italiano, (io ho celebrato prima in latino, e so bene che cosa significa la lingua, il prima e il dopo). So anche che non basta cambiare la lingua, , se no si è interessati al discorso. Il problema è proprio questo, allora e sempre: come suscitare l'interesse, il desiderio, la sete....
Torna in mente la riflessione di Saint Exupéry: se devi fare una traversata del mare, prepara la barca, prepara le vele, prepara il timone: ma soprattutto suscita la nostalgia del viaggio.....I giovani tuttavia avevano bisogno di celebrare con la loro lingua, a volte un po' ardita, un po' esagerata, con toni alti e a volte aspri, : lo sappiamo, tutti i cuccioli hanno bisogno di un tempo per crescere.....I loro canti allora, portati dentro la celebrazione.
Le chitarre:....sappiamo che il gregoriano dei monasteri è altra cosa! E anche la polifonia di Palestrina. E' vero anche che molti compositori erano ancor acerbi. Eppure loro i giovani rientravano con gioia nelle chiese. Anche per noi preti fu una stagione di grande fermento e di grande speranza. Nascono e crescono anche le esperienze di comunità di intenso fervore: i focolarini, rinnovamento nello spirito, neo-catecumeni.......E riprendono vigore antiche aggregazioni, ( gli scout) mentre la benemerita Azione Cattolica, perde molto del suo fascino. Non tutto era ordinato ed equilibrato, ovviamente ! Ma che cosa si poteva pretendere da una giardino “all'italiana”, non così pettinato come quelli all'”inglese”! Anche noi preti eravamo presi nel vortice esaltante del “vento” dello Spirito. Una specie di danza.....la festa finalmente festosa.
“LA PRIMA GENERAZIONE INCREDULA”.
Passano gli anni, le esperienze si sedimentano. Avviene una specie di discernimento naturale, se volete una specie di selezione naturale, : rimane quello che ha radici, piantate lungo il fiume, la Parola di Dio, la Bibbia che ritrova il suo posto al centro del cuore della chiesa e delle singole persone.
E' la “lectio divina”, e i Piccoli Fratelli di Charles de Foucault (noi in Umbria, abbiamo avuto il dono di Carlo Carretto a Spello). Ma a poco a poco il fervore che avrebbe dovuto innescare un processo di crescita, , sembra affievolirsi. La partecipazione alla messa domenicale subisce una flessione continua, per una emorragia. La percentuale delle persone si abbassa fino ad arrivare adesso a Perugia, intorno al 15% dei battezzati.
E i giovani di allora, del 1968, nel giusto desiderio di futuro e di novità, non si erano resi conto di avere perso il contatto con il passato. E sembrava che non avessero niente da tramandare ai figli, nell'ambito dei valori, ma soprattutto nell'ambito della fede. E così nasce la prima generazione incredula.
Nella società e nella chiesa, afferma ARMANDO MATTEO, gli adulti non sono riusciti a trasmettere, il tesoro che pure avevano ricevuto, (anche se a volte con odore di stantio, per certi versi), alle nuove generazioni. Anche nella chiesa le generazioni nuove non vengono ascoltate nel profondo.Ecco perchè il papa ha indetto un sinodo proprio per ascoltare le loro istanze e “
mettersi al servizio dei loro sogni”.
Un prete vecchio come sono io riesce a intravedere il futuro, - forse a desiderarlo, sì – E pregando con fiducia e gratitudine come il vecchio Simeone “Nunc dimittis”. Ma la chiesa, se accoglierà l'anima dei giovani, potrà vederlo e viverlo!
Per adesso però non si vedono proposte capaci di accogliere e portare in alto le loro attese. Anche Armando Matteo, che pure avverte la necessità di indicare alcune strategie, non è in grado di offrire soluzioni cercate a tavolino. Si dovrà camminare insieme, (“una chiesa tutta sinodale”, invoca il papa), e permettere che degli esploratori possano andare in avanscoperta, con tutto il rischio di un'avventura delicata, anche se affascinante.
Anche in questa traversata per riprendere l'immagine della chiesa barca, sul cassero di prua il signore ha posto Papa Francesco. Alla cabina di comando ci sono i vescovi. Sui vari ponti tutti i cristiani impegnati, nei vari servizi, e i giovani.....che custodiscono il futuro. Nel grande oceano navigano anche tante altre barche , piene di uomini che cercano un faro e un porto.
La chiesa potrà mettersi al servizio di questa umanità – lei che ospita il Signore tesso, che a volte dorme a poppa su un cuscino, pronto però a comandare ai venti e al mare? Mi veniva da pensare:”Lo spartiacque per la Chiesa il passaggio cioè da un prima a un poi, si è realizzato con Papa Giovanni XXIII e il Concilio, tutti lo possono constatare. E il Concilio ha aperto le finestre al vento dello Spirito. - si disse, allora.
Perchè però, dopo questa promessa di primavera, sembra sia seguito un inverno sì inaspettato e doloroso (“la prima generazione incredula”)?
Credo che quello che è crollato, all'epoca, non è stata la Chiesa, ma l'impalcatura della società che di fatto la supportava. E grazie a Dio che il Concilio ha di nuovo insegnato ai cristiani il sentiero della “sorgente”, la Bibbia attingere direttamente l'”acqua viva”, senza dover dipendere dalle strutture.
Una volta caduta l'impalcatura, la chiesa non aveva altro che i Vangelo. (Ma la speranza nostra e la promessa di Dio) è che proprio questa “corrente calda” può continuare a vincere il freddo del mare in cui stiamo navigando. Resta solo questo: “solo”? Ma è il tutto che Dio ha donato e affidato ai cristiani. (SAULO SCARABATTOLI, a cura di Carlo Castellini).



Martedì 20 Novembre,2018 Ore: 15:03
 
 
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