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www.ildialogo.org Luglio 1960: una lunga scia di sangue percorse l’Italia e la Sicilia, in rivolta contro il governo Tambroni e il fascismo risorgente,di Domenico Stimolo

Luglio 1960: una lunga scia di sangue percorse l’Italia e la Sicilia, in rivolta contro il governo Tambroni e il fascismo risorgente

di Domenico Stimolo

Per non dimenticare i lavoratori uccisi a Reggio Emilia e in Sicilia
La prima settimana di luglio la Sicilia fu attraversata da una lunga scia di sangue. Grandi manifestazioni popolari si svolsero nelle principali città isolane, così come avvenuto in molte città italiane.
Il governo Tambroni, un monocolore democristiano subentrato al dimissionario governo Segni, era in carica dal 25 marzo sostenuto dal decisivo appoggio parlamentare pervenuto dal Msi ( Movimento Sociale Italiano). Una situazione dirompente.
A soli 15 anni dalla conclusione della Lotta di Liberazione i neofascisti erano ritornati in auge poiché determinanti per la vita del nuovo governo.
L’aspetto determinante della sdegno e della rabbia popolare fu l’indizione del congresso nazionale del Msi per il 2 luglio a Genova. Un vero e proprio oltraggio per la città medaglia d’oro della Resistenza. In città si svolsero diverse forti manifestazioni di protesta, nelle giornate del 15 e del 24-25 giugno, indette dai partiti della sinistra e dall’ Anpi, con sciopero generale proclamato dalla Cgil. Alla grande iniziativa del 28 giugno intervenne con un vibrante discorso Sandro Pertini ( futuro Presidente della Repubblica). Durante l’immenso corteo del 30 giugno – indetto lo sciopero generale dalle organizzazioni sindacali -, aperto dai comandanti partigiani, avvennero scontri di consistente portata con la polizia. Il corteo, pacifico, fu attaccato dalle notevoli forze di polizia e carabinieri – oltre 7000 unità – fatte convergere nel capoluogo ligure. L’obiettivo dei manifestanti era rivolto a non fare offendere l’onore democratico di Genova dal congresso dei neofascisti. Il 2 luglio la Camera del Lavoro indisse un altro sciopero generale. Lo stesso giorno il congresso fu definitivamente annullato.
Nei giorni seguenti, dato il grande clamore suscitato dagli eventi di Genova, molte manifestazioni di protesta si svolsero nelle città italiane. Quasi tutte furono funestate da violenti incidenti con polizia e carabinieri.
A Reggio Emilia il 7 luglio il corteo con decine di migliaia di partecipanti fu caricato violentemente dalla polizia che spararono oltre 500 colpi di arma da fuoco. Cinque lavoratori furono uccisi: Lauro Ferioli ( 22 anni) Ovidio Franchi ( 19 anni, operaio), Emilio Reverberi ( 39 anni, operaio, ex partigiano), Marino Serri ( 41 anni, contadino, ex partigiano), Afro Tondelli ( 35 anni, operaio, ex partigiano).
In quelle giornate gravissimi accadimenti si verificarono in Sicilia. Le grandi manifestazioni che si svolsero in molte città richiedevano anche lavoro e giustizia sociale. Le condizioni di vita dei lavoratori, dei contadini e degli strati poveri della società siciliana, erano pessime. Sfruttamento, emarginazione ed emigrazione erano le caratteristiche principali che “qualificavano” gran parte della popolazione.
Tutte le manifestazioni, di notevolissima partecipazione popolare, furono caratterizzate dalla reazione violenta della polizia e dei carabinieri, che caricarono i cortei e spararono con tutti gli strumenti a disposizione ….. abbondante fu il sangue versato.
Il 5 luglio a Licata ( Agrigento) rimase ucciso Vincenzo Napoli, operaio di 25 anni. Cinque manifestanti restarono feriti in maniera grave.
L’8 luglio a Palermo restarono uccisi: Francesco Vella, 42 anni, sindacalista della Cgil; Giuseppe Malleo, 16 anni; Andrea Gancitano, 18 anni; Rosa La Barbera, 53 anni, casalinga; 36 manifestanti furono feriti da proiettili; 400 i fermati, 71 gli arrestati.
L’8 luglio a Catania rimase ucciso da un colpo di arma da fuoco sparato dalla polizia Salvatore Novembre, giovane lavoratore edile di 20 anni. Molti altri manifestanti rimasero feriti dai manifestanti.
Durante le manifestazioni svoltosi in tante città italiane molte centinaia furono i feriti tra i cittadini manifestanti, parecchi colpiti da proiettili sparati da polizia e carabinieri.
Il 26 luglio si dimise il governo Tambroni.
Maria Carta – I morti di Reggio Emilia – scritta da Fausto Amodei
* Lettera di Memoria e Libertà ( a cura di domenico stimolo)



Lunedì 06 Luglio,2020 Ore: 20:19
 
 
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