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www.ildialogo.org PERCHE' MINO MARTINAZZOLI, VOLLE UN FACCIA A FACCIA CON VALERIO MORUCCI, NELLO STUDIO DI VIA GRAMSCI A BRESCIA, A VENT' ANNI DALLA STRAGE DI VIA FANI? ALCUNE RIFLESSIONI DOPO L'INCONTRO STORICO CON AGNESE MORO E ADRIANA FARANDA A BRESCIA,DI CARLO CASTELLINI.

PERCHE' MINO MARTINAZZOLI, VOLLE UN FACCIA A FACCIA CON VALERIO MORUCCI, NELLO STUDIO DI VIA GRAMSCI A BRESCIA, A VENT' ANNI DALLA STRAGE DI VIA FANI? ALCUNE RIFLESSIONI DOPO L'INCONTRO STORICO CON AGNESE MORO E ADRIANA FARANDA A BRESCIA

DI CARLO CASTELLINI.

L'altra sera, presso l'Oratorio di Santa Maria in Silva, in via Sardegna, 24, di fronte alla intensa testimonianza personale di AGNESE, figlia di ALDO MORO e ADRIANA FARANDA, compagna e moglie di VALERIO MORUCCI, all'insegna del concetto di GIUSTIZIA RIPARATIVA, è naturale che si volessero formulare altre domande che andassero oltre il concetto già espresso prima.
Loro due, già da molto tempo, hanno gettato alle loro spalle la storia di quei tragici giorni. Ma per tanti di noi ancora tante domande legittime, sono rimaste e forse resteranno senza risposta.
La maggior parte di noi, d'altra parte, e' rimasta inchiodata alle tante e diverse ricostruzioni, che i giornali di allora, con i Media, ci hanno tramandato. E' quindi naturale che ci siano domande a cui non è ancora stata data una risposta, non ostante le ricostruzioni di films, documentari, ma anche da parte di giornalisti di vaglia.
Ma sono rimaste anche molte mitizzazioni di personaggi, erroneamente ritenuti eroi: questa moda allora in voga, era stata fortemente criticata, dall'allora Presidente della Protezione Civile, GABRIELLI, di fronte a queste deformazioni di persone e fatti storici, ricostruiti in fretta dietro l'onda e partecipazione emotiva degli Italiani di allora.
Domande che riguardavano alcuni episodi e particolari di alcuni fatti di cronaca, che per forza di cose, sono rimasti sottotraccia, nell'incontro di alcune sere fa, quasi per non “incrinare” il clima comune, tacitamente condiviso, di parole e storie particolari raccontate da AGNESE MORO E ADRIANA FARANDA.
Noi però, almeno io, non facciamo parte di quel gruppo particolare in cui, familiari delle vittime, ma anche parenti di autori della strage di via Fani, ma anche di altre stragi, hanno iniziato un percorso nello spirito della Giustizia Riparativa, che ha spiegato molto bene la prof. ssa CLAUDIA MAZZUCATO, esperta in Scienze giuridiche alla Università Cattolica di Milano.
Per questo credo di non fare offesa alcuna se fuori da quel contesto, qualche domanda, me la voglio ancora porre, anche perchè tanti particolari a distanza di tempo, rimangono ancora sconosciuti. E siamo convinti che alcune piccole o grandi verità alcuni politici, brigatisti, persone di servizio pubblico o altro, se li sono portati con sé nella tomba, e non ci saranno più risposte a breve tempo. (Carlo Castellini).
Ma c'è un episodio rilevante, dimenticato dai più, che è utile riportare alla memoria. Attingo all'intervista di SCIALOJA giornalista di LA REPUBBLICA” di allora che ha un suo blog.
“L'incontro-dibattito, da me organizzato nel maggio 1998, tra l'ultimo segretario della Democrazia Cristiana (1992), MINO MARTINAZZOLI, è uno dei brigatisti che partecipò al sequestro MORO e sparò in via Fani, VALERIO MORUCCI. Se esattamente venti anni fa, MARTINAZZOLI ha accettato, prima di tutti gli altri, di incontrare e dialogare con un ex-terrorista quale MORUCCI, mi sembra difficile criticare oggi chi sceglie di portare sulla scena qualche brigatista”. (MARIO SCIALOJA, ESPRESSO).
L'incontro avvenne venerdì 24 aprile nello studio di avvocato di MARTINAZZOLI in un palazzone di Via Gramsci, nel centro di Brescia. Non ho intenzione di riportare tutto il testo del faccia-a-faccia tra l'ex-leader Dc (all'epoca sindaco di Brescia) e l'ex-terrorista MORUCCI, all'epoca libero per “fine pena” (condannato a tre ergastoli, dopo 12 anni di carcere pieno, ha usufruito della legge sulla dissociazione fatta approvare dall'allora MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, MARTINAZZOLI, e dal 1990-1996 è stato in regime di semi-libertà).
Solo qualche stralcio.
“MARTINAZZOLI, nel momento in cui gli presento MORUCCI, ha un attimo di esitazione. Poi subito, gli tende la mano.......Dopo due ore di dibattito, a microfono spento, i due continuano a dialogare a lungo. L'ex segretario della Dc ha molte curiosità e dopo una stretta di mano appare meno impacciato e formale.
SCIALOJA. “Onorevole, perchè ha accettato questo incontro?”
MARTINAZZOLI:”Non trovavo una ragione per rifiutarlo. Ovviamente i miei sentimenti sono di un certo tipo e non posso non vedere in MORUCCI uno dei protagonisti che ha spento la vita di ALDO MORO. Tuttavia proprio perchè siamo a venti anni di distanza e tenendo conto di quanto accaduto nel frattempo, ripensamenti e anche rimorsi, immagino, di MORUCCI, ritengo che sia interessante parlargli”.
SCIALOJA:”Ritiene esatto che sia veramente mancato poco perchè MORO potesse essere salvato?”
MORUCCI:”Il senso della telefonata di MORETTI alla famiglia MORO, il 30 Aprile, era che al dunque per salvare il presidente sarebbe bastato il pronunciamento di un leader DC che comportasse un certo riconoscimento politico delle BR. Anche se una dichiarazione di quel tipo non avrebbe salvata da sola la vita di Moro, so per certo che avrebbe bloccato il meccanismo della sua uccisione”...
MARTINAZZOLI:”......Dissento da ciò che sostiene MORUCCI. Io non credo MORO potesse essere salvato: la sua sorte era già decisa il giorno in cui lo presero. Le br proponevano un'alternativa trattativista, volevano un riconoscimento politico che era impraticabile. Ho sentito in televisione MORETTI dire che proprio i cinque uomini della scorta morti rendevano più difficile la restituzione di MORO vivo. Un ragionamento esattamente speculare al nostro: proprio perchè c'erano stati quei morti era impossibile trattare con quelli che li avevano uccisi”.
MORUCCI:”E' assolutamente sbagliato pensare che le BR avessero deciso fin dall'inizio di uccidere Moro. Se fosse stato quello l'obiettivo l'avremmo ucciso in un altro luogo, senza la necessità dello scontro a fuoco con la scorta. Vero è che Moretti aveva chiarito fin dall'inizio che Moro non poteva essere rilasciato senza ottenere nulla in cambio. L'intento era quello di avere qualcosa, non di ucciderlo”.
MARTINAZZOLI:”Ma se volevate un riconoscimento la Lettera di Papa Montini “agli uomini delle Br”, sia pure con la precisazione “rilasciatelo senza condizioni”, non era un gesto sufficiente a soddisfarvi?”
MORUCCI:”L'effetto della lettera fu pessimo. Già come comunisti del papa ci importava poco. Ma la sua posizione non era neanche aperturista........Volevamo dalla DC un riconoscimento come quello espresso nell'appello del segretario dell'ONU KURT WALDHEIM”.
SCIALOJA:”Alcuni ritengono che ci siano ancora delle zone oscure riguardanti le Br nella vicenda...”
MARTINAZZOLI:”Non ho raggiunto convinzioni certe. E mi interessa chiedere a Morucci se la verità giudiziaria sinora emersa sia esauriente o se c'è ancora qualcosa di non noto”.
MORUCCI:”Non c'è nulla di rilevante che debba essere ancora chiarito. Sulla dinamica dei fatti importati, sulle responsabilità e sulla nostra realtà politica, è stato detto tutto. Chi sostiene che vi sono ancora dubbi e misteri lo fa in modo strumentale per non ammettere che le BRIGATE ROSSE erano un'organizzazione autonoma, combattente, comunista”.
MARTINAZZOLI:”Su questo ultimo punto sono d'accordo. Ad uccidere Moro sono state le Brigate Rosse e le ragioni perchè è accaduto sono ragioni delle Brigate Rosse”.
SCIALOJA:”Onorevole, all'inizio ha detto che le interessava parlare con l'ex-brigatista, anche dal punto di vista umano: cosa ha da dirgli?”
MARTINAZZOLI:”Una curiosità umana che ho è quella di chiedere a Morucci......se gli pesa adesso la responsabilità della morte di Moro”.
MORUCCI:”Quella diretta dell'uccisione di Moro faccio finta di no. Perchè ho fatto il possibile in quella circostanza, perchè non fosse ucciso.
Però non tento neanche con me stesso di tirarmi fuori da quel dramma perchè evidentemente partecipando al sequestro ho contribuito alla sua uccisione.......Per la morte degli uomini della scorta non ho scusanti. Non ci sono paraventi dietro cui celarsi”. ( A cura di Carlo Castellini).



Lunedì 15 Aprile,2019 Ore: 21:59
 
 
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