Comune di Mantova

Buon Natale e buon Anno nuovo!

È l’augurio del Rinnovamento a cui chiama, in questo rincorrersi del tempo, l’avvento di Memorie per interrompere la quotidianità che col suo affanno ci toglie il pensiero più intimo e non ci lascia conoscere le nostre emozioni in un presente che ci carica di emotività senza tregua.

È questa, per “quelli” del CDP, anche l’occasione per una retrospettiva, sintetica, riflessione sull’anno trascorso.

Con un impegno senza tregua, si può dire che – salvo una pausa post Festival – tutti i venerdì sono stati motivo di analisi e approfondimento su temi suggeriti da imperativi predefiniti (27 gennaio, 8 marzo, 1 maggio...) o ispirati dalla cronaca (storia?) contemporanea, da urgenze che richiedono di essere problematizzate (accoglienza, emarginazione, ambiente, diritti umani...) e per i quali interventi si possono vantare nomi come Rosangela Pesenti, ormai “manifesto” per le tematiche femminili, Gianfranco Caoduro per la biodiversità, Raffaele Mantegazza per la pedagogia, Giorgio Beretta per il disarmo e molti altri.

Il 2019 è stato anche un anno di ricorrenze sulle quali abbiamo cercato di tenere presente l’attenzione, come i 90 anni dai Patti Lateranensi, 100 anni dalla nascita di Martin Luther King, 50 anni dalla strage di Piazza Fontana.

Particolarmente stimolante è stato il dialogo cristiano-islamico che ha celebrato una vera sintonia tra la teologa Nausicàa Marchiori e l’imam Kamel Layachi nel proclamare l’uguaglianza degli uomini nella loro diversità.

Ovviamente, il Festival dei Popoli, XXXVI edizione svolta tra l’11e il 18 luglio, richiede una sintesi a parte per l’impegno richiesto e per il valore che assume per il CDP il suo eventuale successo e che, di anno in anno, sembra suscitare un interesse più diffuso. Sappiamo che il numero dei partecipanti alle nostre iniziative non sono quelli delle grandi manifestazioni nazionali, tuttavia nella valutazione relativa abbiamo potuto constatare un’affluenza più costante nelle diverse serate, l’aggiungersi sempre di nuove persone, un’attenzione più evidente dell’informazione locale. E, in effetti, ci sentiamo di affermare che l’edizione 2019 del Festival ha potuto contare sulla collaborazione di personalità speciali come Michele Di Bari, Elly Schlein, Pierpaolo Romani. E, davvero, è una fonte di entusiasmo e un rinforzo della nostra motivazione sperimentare come persone tanto attive sui nostri temi e tanto competenti ed impegnate accolgano con grande semplicità l’invito di una piccola, periferica associazione: testimone fedele di questa generosità è regolarmente Gianni Tognoni che, ha inaugurato il Festival “dialogando” sul palco con Thierry Parmantier.

Quanto raccontato fino a qui è pertinente soprattutto alle attività più tipiche del CDP, ma non si può prescindere dalla situazione ormai non più nuova che vede l’associazione come capofila in Salvaterra: ormai è sempre più frequente essere coinvolti in base al significato di risiedere in un bene confiscato alla criminalità, e non solo per la collaborazione con le altre associazioni, ma per l’interesse che altre Istituzioni rivolgono a questo dato simbolico. Varie scolaresche si sono presentate per svolgere momenti formativi, altre associazioni per svolgervi incontri, i ciclisti della Fiab di Rovigo vi hanno fatto un raduno pacifista e altro, ma soprattutto, grazie alla combinazione con la capacità di ospitalità della Parrocchia, è stato possibile accogliere gruppi per più giorni di formazione su legalità e cittadinanza: un gruppo di Rovigo e Chioggia e un secondo costituito da studenti dell’Università di Trento. Queste esperienze hanno permesso di immaginare interessanti sviluppi sulla funzione della sede, nonostante il progetto di ristrutturazione degli altri spazi navighi in un futuro ancora da definire ma che speriamo quanto mai prossimo.

La nostra/vostra Associazione ci spinge alla conoscenza per non restare indifferenti portandoci nell’inquietudine di comportamenti sbagliati, aggressivi verso ciò che non conosciamo. Questo fa molto male alla nostra ignoranza esistenziale, che consiste non tanto nel non aver studiato, bensì nel non aver scoperto l’altro, cioè un modo di vivere più vero, perché senza gli altri ognuno di noi è “nessuno”.

Il nostro nemico peggiore è il potere, perché ci induce alla complicità con il male. Parlo di potere inteso come dominio, sottomissione degli umani e di tutti gli esseri viventi.

Qualsiasi passo in avanti che faremo in questa direzione aprirà la nostra esistenza a passaggi di liberazione.

Tantissimi auguri a Tutti!!!!

Remo, Donatella, Silvano, Graziano, Elisa, Paola, Claudio

 

 

“Nello scasso profondo dei nuclei familiari Natale arriva come un faro sui cocci e fa brillare i frantumi. Si aggiungono intorno alla tavola apparecchiata sedie vuote da tempo. Per una volta all’anno, come per i defunti, si va in visita al cerchio spezzato.

Natale è l’ultima festa che costringe ai conti. Non quelli degli acquisti a strascico, fino a espiare la tredicesima, fino a indebitarsi. Altri conti e con deficit maggiori si presentano puntuali e insolvibili. I solitari scontano l’esclusione dalle tavole e si danno alla fuga di un viaggio se possono permetterselo, o si danno al più rischioso orgoglio d’infischiarsene.

Ma la celebrazione non dà tregua: vetrine, addobbi, la persecuzione della pubblicità da novembre a febbraio preme a gomitate nelle costole degli sparpagliati. Natale è atto di accusa. Perfino Capodanno è meno perentorio, con la sua liturgia di accatastati intorno a un orologio con il bicchiere in mano. Natale incalza a fondo i disertori.

Ma è giorno di nascita di chi? Del suo contrario, spedito a dire e a lasciare detto, a chi per ascoltarlo si azzittiva. Dovrebbe essere festa del silenzio, di chi tende l’orecchio e scruta con speranza dentro il buio. Converge non sopra i palazzi e i centri commerciali, ma sopra una baracca, la cometa. Porta la buona notizia che rallegra i modesti e angoscia i re.

La notizia si è fatta largo dentro il corpo di una ragazza di Israele, incinta fuorilegge, partoriente dove non c’è tetto, salvata dal mistero di amore del marito che l’ha difesa, gravida non di lui. Niente di questa festa deve lusingare i benpensanti. Meglio dimenticare le circostanze e tenersi l’occasione commerciale. Non è di buon esempio la sacra famiglia: scandalo il figlio della vergine, presto saranno in fuga, latitanti per le forze dell’ordine di allora.

Lì dentro la baracca, che oggi sgombererebbero le ruspe, lontano dalla casa e dai parenti a Nazareth, si annuncia festa per chi non ha un uovo da sbattere in due. Per chi è finito solo, per il viandante, per la svestita sul viale d’inverno, per chi è stato messo alla porta e licenziato, per chi non ha di che pagarsi il tetto, per i malcapitati è proclamata festa. Natale con i tuoi: buon per te se ne hai. Ma non è vero che si celebra l’agio familiare. Natale è lo sbaraglio di un cucciolo di redentore privo pure di una coperta. Chi è in affanno, steso in una corsia, dietro un filo spinato, chi è sparigliato, sia stanotte lieto. È di lui, del suo ingombro che si celebra l’avvento.

È contro di lui che si alza il ponte levatoio del castello famiglia, che, crollato all’interno, mostra ancora da fuori le fortificazioni di Natale.”

Erri De Luca

16 novembre 2009