- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (336) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Nell’azzurro dei suoi occhi vedo il mare: lei suora ha sposato me prete.,by Masoli franco e Teresa Langarita

Nell’azzurro dei suoi occhi vedo il mare: lei suora ha sposato me prete.

by Masoli franco e Teresa Langarita

In uno dei suoi rari momenti di riposo, é qui seduta accanto a me che scrivo questo pezzo. Lei mi guarda e sorride. Io le accarezzo la mano appoggiata sul bracciolo e le bisbiglio:
- Toh, siamo ancora insieme!
Dopo 40 anni, viviamo ancora lo stupore del nostro incontro, delle nostre emozioni. Viene spontaneo parlare della nostra vicenda. Ero missionario comboniano e lei suora della congregazione delle “Suore Missionarie Figlie del Calvario.”
Ci siamo conosciuti in Mozambico dal 1979 al 1985.
Lei infermiera ed io professore della scuola secondaria, perché la legge ci imponeva di trovare un lavoro che non fosse di tipo religioso, pena l’espulsione.
Piú che parlarci dei nostri amorosi ricordi, ci interessa ora meditare su di noi, sulla chiesa, sulle donne. Così, come facciamo tutti i giorni.
La nostra chiesa di Songo, come tutte nel Mozambico di quegli anni, é stata nazionalizzata. L’articolo 33 della Costituzione ci dá la libertá religiosa, ma é carta straccia.
Ammesso che il cristianesimo non sia essenzialmente una dottrina da imparare a memoria, ma uno stile di vita, allora ci sentiamo piú vicini che mai ad ogni passar di stagioni.
La gente ci ha aiutato a vivere ed a trovare il Cristo amico che ha sembianze umane. Il nostro Cristo é quello del samaritano, il Figlio di Dio fatto persona concreta che ci segue, ci cura ed aiuta. Questo crediamo e questo vogliamo vivere in mezzo a tutte le nostre povertá ed incoerenze.
In quei tempi come ora, le suore sono figure secondarie, come tutte le donne, e il maschilismo impera. Teresa si ribella e diventa attrice della sua vita condivisa. Lavora in ospedale, ma i malati li cerca pure a casa loro. Cerca il Cristo-persona anche nei nostri incontri religiosi clandestini, ovunque. Nel 1983 la comunità di Bucha che noi seguiamo, soffre una situazione grave di fame e povertá, anzi di miseria. Lei passa dalle case dei piú abbienti e riesce a dare pane ed amore a quella comunitá. Mi sprona ad aiutarla.
Mi fa pensare: chi é il sacerdote? Io o lei? Cosa le manca per essere sacerdotessa?
Pensiamo alla Madonna. L’uomo che nasce dalle sue viscere e che accompagna nel suo cammino d’amore é il Figlio di Dio che lei segue sempre e fino alla morte e morte di croce. Con lui ed i suoi discepoli ormai risorti, grazie all’azione di Cristo, vola a nuova vita, aiutata dallo Spirito. Sacerdotessa dei primi tempi, ancor prima di Pietro e compagni. La ricordiamo sempre come la Vergine, ma la sua grandezza é quella di essere la Madre del Figlio di Dio, che lei, come sacerdote, offre all’umanitá nella Messa della storia.
Allora mi viene spontaneo pensare al sacerdozio delle donne, in un mondo maschilista che non permetteva alle donne di arrivare vicino all’altare: basta ricordare il Tempio di Gerusalemme.
Perché facciamo nascere la donna dall’uomo? Non é vero, é una simbologia e va interpretata. Tutti sappiamo, anche i piú piccoli, che nasciamo da una donna. Al bambino attaccato alla tetta della mamma, raccontagli che è nato dal seno di suo padre! Che risata sdentata ti fará! Non togliamo a Cesare quel che è di Cesare. Cristo non parla di sacerdotessa, ma neanche ha detto il contrario. In quei tempi la donna era zero o quasi e rimane tale come la moltiplicazione di questo numero. E nella chiesa rimane questa fobia antifemminista, dove il sesso vale piú della dignitá umana. Interessa piú la verginitá che la maternitá che abbraccia tutte le persone senza distinzione alcuna.
Ieri, leggendo un testo di Castillo, ex gesuita ed amico del Papa, ho trovato questo:
“Non molto tempo fa ho cercato nel Diritto Canonico l'intera raccolta di leggi e ho cercato la parola donna e puoi credere che non esiste la parola donna nell'indice che la legge canonica utilizza. Ed è, in gran parte, una derivazione dalla legge romana in cui la donna, il bambino e lo schiavo erano i tre grandi gruppi marginali.”
Al tempo dei romani... Non sará ora di cambiare?
(by Masoli franco e Teresa Langarita)



Mercoledì 13 Novembre,2019 Ore: 21:51
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Pretisposati si' grazie!

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info