www.ildialogo.org SONO UNA RAGAZZA DI 23 ANNI.....STORIA SEGRETA DI UN AMORE DICHIARATO MA NON CONCLUSO, DALL'”ESILIO?” DI ERNESTO MIRAGOLI, B & B COMUNICARTE, COMO,A cura di Carlo Castellini

“Sono una ragazza di 23 anni. La mia storia ha inizio a soli 19 anni. Quando dopo una storia durata tre anni con un ragazzo e finita male, la mia conoscenza con il vice parroco del paese diviene sempre più intensa.

C'è poco da dire, non vi sono dinamiche differenti da quelle che avvengono tra un uomo e una donna che iniziano a conoscersi. Parlare diviene sempre più piacevole, il legame sempre più forte, la voglia di sentirsi e vedersi era una necessità quotidiana.

E' quel bisogno di quella persona che sa capirti e restarti accanto in un momento di dolore. Dopo un campo scuola decidiamo di uscire insieme, lontani da sguardi che avrebbero carpito che tra noi non vi era più una semplice amicizia.

C'è da dire che in quei mesi mi interrogavo spesso circa la natura di quel rapporto che on percepivo chiaramente. Ma allontanavo da me ogni ipotesi con un “Ma no, è un prete, e poi conoscendolo non ci proverebbe mai con me”.

Mi fidai di lui e non diedi retta a ciò che il cuore e la testa mi avevano suggerito. Lui invece aveva capito tutto, e già da un po'.

E' proprio quella differenza di età, nonché la maggior “esperienza emotiva”, che notoriamente conferisce più facilità cosa si prova per un'altra persona, che lo portò a capire presto che si era innamorato. Me lo confessò chiaramente. Aveva capito che mi amava. La mia storia non finisce come avrei voluto.

Sono stati mesi di profondo dolore, in cui entrambi abbiamo alternato momenti di vicinanza ed altri di lontananza. Lui si fede trasferire ed io, profondamente turbata ma finalmente decisa a restargli accanto, gli dissi che ero disposta a lasciare tutto, alla luce del sole o di nascosto avrei donato la mia vita pur di stare con lui.

Non ci sentiamo né ci vediamo per sua scelta. Eppure mi ha detto, persino qualche mese fa, che mi ama e mi amerà per sempre, ma che devo fare le cose che fanno le ragazze della mia età, che lui non vuole fermarmi. Eppure tutto questo mi rende sempre più confusa, e non mi permette di rifarmi una vita.

Sono tre anni difficili da accettare e da vivere. Sono un peso per me, giovane laureanda che non riesce ad andare a vanti, che continua a chiedere al Signore il perché di un peso così grande sulle mie spalle.

Se potessi rivolgermi al Santo Padre, gli chiederei di dare voce a quelle donne che urlano il proprio dolore, e anche a quei sacerdoti che con profonda sofferenza, che ne mina la vita spirituale e quotidiana, vivono sperando di risolvere la propria condizione e di essere concretamente aiutati nel discernimento.

Padre non ci ignori. Siamo uomini e donne che non hanno voce, siamo troppo spesso delle ombre. Costretti ad una solitudine fisica e psicologica, che paralizza le nostre vite. Ecco chiederei al Santo Padre proprio questo.

Di dar voce e speranza alle donne e ai sacerdoti che vivono questo percorso tortuoso e doloroso, ma soprattutto di dare aiuto concreto. Perché le nostre vite possano finalmente ripartire, sulla scia di un rinnovato dialogo su una tematica ignorata per troppo tempo. (A cura di Carlo Castellini).

Sabato 13 Aprile,2019 Ore: 23:11