- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (1079) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org ANNO BISESTO, ANNO FUNESTO???,di Antonio F. Gimigliano

ANNO BISESTO, ANNO FUNESTO???

di Antonio F. Gimigliano

8 gennaio 2021. I miei nipotini che frequentano la scuola primaria hanno ripreso regolarmente da ieri le lezioni “in presenza”. In questo periodo di epidemia da covid, la precisazione si rende opportuna perché la scuola nel suo complesso è stata particolarmente toccata dai provvedimenti del Governo intesi a contenere l'espansione del contagio. In Toscana, per fortuna, la scuola primaria non è stata compromessa da provvedimenti restrittivi sin dall'inizio di questo anno scolastico. Riaccompagnati a casa, in attesa del pranzo, posso controllare i calendari a loro da me donati a Capodanno per verificare se hanno seguito le indicazioni per registrare l'andamento del tempo meteorologico di giorno in giorno. Mi fa piacere constatare che, nel complesso, sono stati bravi anche perché questi primi giorni dell'anno sono stati fra loro piuttosto omogenei, caratterizzati da pioggia insistente. Oggi, però, qui a Pisa siamo stati gratificati da una giornata quasi primaverile, con un cielo sereno e splendente...
Ho portato con me il calendario “speciale” del 1996, utilizzato il giorno di Capodanno, e il calendario del 2020 per confrontarli con quello di quest'anno nella parte finale del mese di febbraio. Verifichiamo, così, che il 1996 e il 2020 sono accomunati dal fatto di essere stati entrambi bisestili, finendo febbraio con il giorno 29. Di qui la necessità di qualche spiegazione da parte mia, che non si esaurisce nel tempo di attesa del pranzo ma richiede un tempo supplementare nel pomeriggio, che “impongo” loro. Si vede proprio che, pensionato come sono, ho voglia, se non necessità, di cercare allievi da indottrinare... Bene: cercherò di smettere quando mi accorgerò che non mi sopportano più...
Non mi preoccupo di rispondere subito alla domanda posta come titolo a questo mio raccontino, ma parto dall'etimo e dalla storia dell'anno bisestile. Devo necessariamente partire dal calendario voluto da Giulio Cesare, di cui avevo già parlato una settimana fa. Per chiarire bene la questione, occorre essere precisi e fare un po' di conti. Dobbiamo partire dalla durata dell'anno solare, vale a dire dal tempo impiegato dal Sole per completare il suo moto apparente di rivoluzione attorno alla Terra: 365 giorni 5 ore 48 minuti 46 secondi, come dire 365,24219879 giorni solari medi della durata di 24 ore. Il vecchio calendario romano trascurava del tutto la frazione di giorno e considerava l'anno come formato da 365 giorni. Il calendario giuliano - suggerito dall'astronomo alessandrino Sosigene, vissuto nel I secolo a.C. - considerava l'anno di 365,25 giorni. La frazione di giorno veniva recuperata ogni 4 anni con l'utilizzazione del cosiddetto anno bisestile, formato da 366 giorni (0,25 x 4 = 1). L'anno bisestile è stato così chiamato perché comportava la ripetizione di un giorno del mese di febbraio (bis sextus ante calendas Martias). La fama di “funesto” all'anno “bisesto” deriva proprio dalla collocazione di questo “giorno in più” ogni quattro anni nel mese di febbraio. Vediamo perché. Abbiamo già detto, nel raccontino del 1° gennaio, che il suo nome deriva dal verbo februare ('purificare') e indicava il mese dell'espiazione. Februarius è il momento dell' anno dedicato ai morti e agli dei inferi, è l' ultimo mese dell' anno, quello in cui la società romana celebrava i suoi riti di purificazione. Il giorno 24 indicava la festa del Regifugium che rievocava, secondo alcuni studiosi, la cacciata dei re e la fondazione della Repubblica. La data, detta anche "giorno sesto" perché precede di sei giorni le calende di marzo, segna simbolicamente la fine dell'anno. I giorni successivi sono tempo morto, un vuoto temuto e nefasto che dura fino al primo marzo, giorno di inizio del nuovo anno. E proprio alla fatidica data del Regifugium Giulio Cesare, riformando l'antico calendario, aggiunge un giorno ogni quattro anni. Deve però fare i conti con la nota predilezione degli dei inferi per i numeri pari. I giorni di febbraio devono dunque restare ventotto. Nasce così il bisesto, ovvero il sesto bis. Da questo antico groviglio di simboli, di credenze, di calcoli, di superstizioni deriva quella sorta di timore che nutriamo ancora oggi nei confronti del febbraio con ventinove giorni. Sostituendo i cicli della natura con quelli della tecnologia, i tempi astronomici con quelli elettronici, ci siamo liberati dalle stagioni dei nostri padri ma non dalle loro superstizioni... Certo il 2020 è stato veramente funesto: passerà alla storia come l'anno del covid, con le morti, le sofferenze fisiche e morali, la perdita di risorse economiche, la povertà che hanno colpito milioni di esseri umani. Ma si può dire altrettanto del 1996 e di tanti altri anni bisestili? Se fossero soltanto gli anni bisestili ad essere “cattivi”, potremmo considerarci fortunati: le disgrazie ci capiterebbero soltanto ogni quattro anni...
La riforma del calendario voluta da Giulio Cesare ha, però, un inconveniente. La differenza fra 0,25000000 e 0,24219879, sebbene piccola, con il passar degli anni aveva portato a una discrepanza abbastanza marcata fra la misura del tempo fatta dagli uomini e il verificarsi delle stagioni. Nel 1582, ad esempio, l'inizio astronomico della primavera era avvenuto l'11 marzo, mentre l'inizio di questa stagione veniva considerato sempre il 21 marzo. Poiché la data della Pasqua deve corrispondere, per un decreto del Concilio di Nicea del 325, alla prima domenica successiva al primo plenilunio di primavera, Gregorio XIII - papa dal 1572 al 1585 - si fece promotore di una riforma del calendario che, eliminando la suddetta discrepanza, permettesse di mantenere costantemente la data dell'equinozio di primavera al 21 marzo e di conservare, come da tradizione, la celebrazione della Pasqua nella stagione primaverile astronomica. Le linee fondamentali della riforma gregoriana sono da attribuire al medico calabrese Luigi Giglio, nato a Cirò presso Crotone, che le aveva esposte in un opuscolo, divulgato nel 1576 - dopo la sua morte - dal fratello Antonio.
La riforma di Gregorio XIII, che portò all'adozione di un nuovo calendario - il calendario gregoriano - impose la soppressione di 10 giorni facendo seguire al 4 ottobre 1582 il 15 ottobre dello stesso anno e la soppressione, per il futuro, di tre giorni ogni 400 anni. Per ottenere quest'ultimo risultato non vengono considerati bisestili gli anni secolari, tranne quelli aventi le prime due cifre divisibili per 4: non sono stati bisestili, pertanto, gli anni 1700, 1800, 1900, mentre lo sono stati il 1600 e il 2000. L'eliminazione dei tre giorni deriva dal seguente calcolo: (0,2500 – 0,2422) giorni/anno x 400 anni = 3,12 giorni. Come si vede, il disaccordo fra il calendario gregoriano e l'anno solare effettivo è lievissimo e diventerebbe praticamente trascurabile se si convenisse di non considerare bisestili gli anni secolari divisibili per 4000, come gli anni 4000, 8000 e così via.
Mi rendo conto, dopo questo lungo discorsetto fatto ai miei nipotini, di aver abusato della loro pazienza. I calcoli matematici, poi, hanno annoiato in modo particolare Miriam, che da poco ha iniziato la scuola primaria... Abi, che frequenta la quinta classe della primaria, per far vedere di aver seguito tutto, ma proprio tutto il mio ragionamento, mi fa notare: “Allora, avremo un altro anno bisestile nel 2024 e poi nel 2028 e così via... Ho capito: un anno normale, cioè non secolare, è bisestile, quando il numero costituito dalle ultime due cifre è divisibile esattamente per 4.” Non posso che dirgli “BRAVO!” e ringraziare tutt'e due per l'attenzione che mi hanno concesso...



Sabato 09 Gennaio,2021 Ore: 10:20
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Poesia

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info