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www.ildialogo.org OSSERVARE IL SOLE INSEGUENDO LE OMBRE,di Antonio F. Gimigliano

OSSERVARE IL SOLE INSEGUENDO LE OMBRE

di Antonio F. Gimigliano

Come conquistare il tempo e lo spazio

14 dicembre 2020, lunedì, ore 12:50. Scuola primaria “Collodi” in via Collodi a Pisa. Aspetto l'uscita di Abi, il mio nipotino che qui frequenta la quinta. L'uscita delle classi, così come l'entrata, in questi tempi di pandemia da covid è differenziata sì che siamo in pochi adulti ad aspettare nel cortile della scuola. Ho modo di osservare i lavori di ripristino della facciata dell'edificio e del vialetto d'ingresso e... mi rammarico del fatto di non essere riuscito a portare a conclusione positiva quella che, circa otto anni fa, era una mia ideuzza: la realizzazione, qui, di uno gnomone...

Parola inusuale, questa, che richiede una definizione. Chiariamo subito che lo “gnomone” non è un “grande e/o grosso gnomo”, anche se le due parole hanno la stessa derivazione, greca, così come la parola “gnoseologia”... Il termine greco è gnosis e significa “conoscenza”. I dizionari propongono per lo gnomone definizioni come la seguente: “Strumento rudimentale, costituito da un’asta disposta verticalmente sul suolo, per misurare l’altezza del Sole sull’orizzonte e per determinare l’istante del mezzogiorno locale e - per estensione - Stilo o indice di opportuna lunghezza e conveniente orientazione, la cui ombra (o l’estremo dell’ombra) serve a segnare le ore negli orologi a sole o meridiane”.

Lo gnomone ci permette di “conoscere”, vale a dire ci permette di acquisire due capacità importanti per noi, abitanti del pianeta Terra: misurare il tempo e orientarci nello spazio. E' nello spazio e nel tempo che si realizza la nostra esistenza e conoscerli, “possederli”, ha consentito a noi umani di acquisire altre conoscenze, altri saperi. Una scoperta notevole, quella degli uomini di circa 5000 anni fa, quando si accorsero che - osservando il variare delle ombre dei corpi - potevano valutare e quantificare lo scorrere del tempo. Probabilmente il primo gnomone fu lo stesso corpo dell'uomo che, acquisita la posizione eretta, proiettava un'ombra sul terreno in modo analogo a quello di un bastone infisso in quest'ultimo in posizione verticale. (Come diventerebbe lungo e interessante un “discorsetto” sulla conquista della posizione eretta da parte dei primi ominidi...).

Ordunque, riandando indietro nei miei ricordi dei primi anni in terra toscana, non posso non associare il giardino antistante la “Collodi” con la bellissima Piazza degli Aranci di Massa. Mi spiego... Era lì che - del tutto casualmente - tredici anni fa avevo scoperto l'uso gnomonico degli obelischi. Non tutti sanno che gli obelischi non hanno soltanto una funzione ornamentale e commemorativa, ma possono servire da gnomone... Lo sapeva bene il Papa (Benedetto XVI?) che in un discorso ai fedeli raccolti in Piazza San Pietro li aveva invitati a notare che l'obelisco egizio posto al centro della piazza aveva, anche, questa funzione... (In realtà quando, nel 1586, papa Sisto V fece spostare l'obelisco che abbelliva anticamente il circo di Caligola davanti alla facciata della Basilica di San Pietro – allora in costruzione – lo aveva fatto per celebrare il trionfo della Chiesa sul paganesimo e l'eresia.)

Sulla piazza di Massa avevo notato che, parzialmente nascosti dalle auto lì parcheggiate, per non dire ammassate, c'erano dei dischi con delle date indicanti i giorni degli equinozi e dei solstizi. Ebbene, quell'osservazione casuale mi spinse a proporre alle Suore Immacolatine di via Filippo Buonarroti di mostrare ai bambini della scuola dell'infanzia, da loro gestita e frequentata dalla mia nipotina Sara di quattro anni, come si possa osservare il Sole inseguendo le ombre per valutare lo scorrere del tempo e scoprire i punti cardinali. Fu per me, insegnante di Scienze naturali da poco in pensione, una bella e istruttiva esperienza e per i bambini, dalle reazioni avute e dai racconti riportati ai loro genitori, un'esperienza a dir poco esaltante...

Sulla porzione pavimentata del giardino della scuola delle Immacolatine realizzai un piccolo gnomone utilizzando la base di sostegno di un ombrellone e il robusto cilindro-avvolgitore di tovagliato di plastica recuperato in un negozio di ferramenta. In una bella giornata di sole primaverile, a partire dalle 11 e sino alle 13, attorno ad esso si sistemarono i bambini ed è così che impararono ad inseguire le ombre proiettate da questo gnomone di fortuna. Buttandosi sul pavimento, ben pulito, segnarono le sagome delle diverse ombre in momenti diversi annotando via via l'orario. Ed è così che notarono che fra le varie ombre ce n'era una più corta delle altre: quella proiettata dallo gnomone quando raggiunge la massima altezza sull’orizzonte, vale a dire quando è “mezzogiorno”, vale a dire quando il Sole ha fatto metà del suo cammino apparente sul nostro piano dell'orizzonte. In quel momento, mezzogiorno “vero” o “locale”, che non coincide con il mezzogiorno “degli orologi”, l'ombra dello gnomone ci indica anche la linea meridiana, la direzione Nord-Sud (Nord dalla parte dell'ombra, Sud dalla parte opposta). Mi preoccupai di ripetere più volte ai bambini che non dovevano mai guardare direttamente il Sole (pericolo per la loro vista) ma inseguire il movimento delle ombre determinato dal movimento, apparente, del Sole. Questa esperienza la ripetemmo, poi, sul finire dell'anno scolastico per notare come, con il passare dei mesi, la lunghezza delle ombre fosse cambiata e come l'ombra più corta delle altre, quella del mezzogiorno vero, conservasse lo stesso orientamento.

Ebbene, esperienze analoghe proposi ai bambini della prima classe della “Collodi” dell'anno scolastico 2012/3, accompagnandole con brevi conversazioni in classe, disegni alla lavagna, animazioni con la loro partecipazione, proiezioni di diapositive riguardanti il diverso punto di levata del Sole sullo stesso piano dell'orizzonte da me scattate dal balcone della cucina della casa di Bari, la mia residenza sino al 2006. L'attenzione dei bambini mi è sembrata sempre notevole e, devo dire, che ero diventato per loro quasi “uno di famiglia”, per cui finirono con l'identificarmi con il semplice strumento da me utilizzato chiamandomi “professor Gnomone”. Il che, devo confessarlo, mi faceva molto piacere anche perché una insegnante mi riferì che anche suo padre, il professore di Botanica all'Università Paolo Meletti che, una volta in pensione, si era reso disponibile a far scoprire il mondo vegetale ai bambini degli anni precedenti conducendo con loro semplici sperimentazioni e sia era guadagnato l'appellativo di “professore Germinello”.

Con i bambini della Collodi affrontai anche una questione di notevole interesse per i fisici: dove finisce l'ombra dello gnomone? C'è un confine netto e immediatamente riconoscibile fra luce e buio? E in queste osservazioni e considerazioni mi avvalsi della collaborazione di uno dei miei amici di allora, una delle prime persone che in Pisa mi avevano gratificato della loro amicizia e compagnia. Non posso, così, non ricordare - parlando dello gnomone - del mio amico Fernando Pisello, un vero amante della natura animato di autentico spirito francescano, rimasto orfano del padre caduto nella II guerra mondiale ma che, incredibilmente, aveva intrapreso la carriera militare congedandosi come generale.

E Fernando Pisello era con me e con un altro mio amico, dei migliori degli anni pisani, il compianto professore di Storia dell'Arte e artista di valore Antonio Maria Fascetti, allorché il 23 dicembre 2012 in Piazza degli Aranci a Massa ci fu una solenne cerimonia per il ripristino e l'adeguata segnalazione della funzione gnomonica dell'obelisco. Questa cerimonia, alla quale fui ufficialmente invitato dal sindaco di Massa, rappresentava la felice conclusione di una mia personale “battaglia” a livello delle istituzioni locali (Comune, Provincia, Prefettura) per restituire alla piazza una sua specifica funzione culturale e scientifica. La funzione di parcheggio veniva sì parzialmente sacrificata ma, finalmente, si consentiva ai residenti e ai turisti di passaggio di ammirare e utilizzare quella che io, ingenuamente forse, considero una fondamentale conquista dell'uomo: orientarsi nello spazio e misurare il tempo utilizzando il Sole. L'adorazione del Sole da parte delle antiche civiltà viene facilmente compresa perché tutti capiscono bene che il Sole è luce, calore, vita vegetale e quindi animale... Gli uomini di oggi, forniti degli strumenti più vari, possono fare a meno del Sole per orientarsi e misurare il tempo, ma è bene che riflettano sul fatto che il Sole, nei tempi antichi, è servito all'umanità anche per realizzare queste due fondamentali “conquiste”.

Rimane per me il rimpianto, ora che anche Abi sta per concludere qui la primaria, che la “Collodi” non si sia dotata (nonostante la mia insistenza con il Preside di allora, pur a parole molto disponibile...) di uno strumento che avrebbe incuriosito e “istruito” negli anni non soltanto i suoi alunni ma anche gli adulti, genitori e nonni o semplici passanti, che si sarebbero interrogati sulla sua presenza e sulla sua funzione.

Antonio F. Gimigliano




Domenica 20 Dicembre,2020 Ore: 18:13
 
 
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Autore Città Giorno Ora
CENTRO GANDHI ONLUS Pisa 21/12/2020 16.54
Titolo:Il vero scienziato è un educatore 
Il vero scienziato è un educatore nello stile di don Milani e di Gianni Rodari che sapevano suscitare domande: come e  perché? Di questo stile che suscita interesse negli allievi è il prof. Antonio Francesco Gimigliano da Mormanno in Calabria, ora diventato pisano dopo un lunga permanenza come docente a Bari. Eccoci con un altro dei suoi  magnifici racconti didattici che viene pubblicato provvidenzialmente in coincidenza col solstizio d'inverno e in prossimità del Santo Natale! Il Natale è un nuovo inizio! "Il Bambino ci apre una nuova porta che sta nelle nostre mani aprire per il bene del mondo» Maria Montessori.

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