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www.ildialogo.org CHE SIGNIFICA DAVVERO ESSERE "CREDENTE" ?,di Augusto Cavadi

CHE SIGNIFICA DAVVERO ESSERE "CREDENTE" ?

di Augusto Cavadi

martedì 8 dicembre 2020
Riprendiamo questo articolo, su segnalazione dell'autore che ringraziamo, dal suo blog Augustocavadi.com
CHI E’ DAVVERO CREDENTE NELLA FORESTA DELLE FAKE-NEWS ?
Quando mi si chiede se sono un credente – chi conosce la mia formazione cattolica specifica: “ancora un credente” – cado in un silenzio imbarazzato. Che risponda affermativamente o negativamente, mi ritrovo in scomode compagnie: variegata la folla dei ‘credenti’ (per molti dei quali vale la battuta di Woody Allen: “Non ho niente contro Dio. E’ il suo fan club che mi atterrisce”); variegata la folla dei ‘non-credenti’ (molti dei quali sono certi di non avere ‘fede’, ma non hanno la minima informazione su cosa significherebbe averla). Insomma: alle mie orecchie è una domanda-trabocchetto perché mi condanno all’incomprensione sia se mi rifiuto di rispondere (sono un agnostico) sia se rispondo (sono un bigotto o un presuntuoso).
Le rare volte in cui l’interlocutore ha il tempo, e soprattutto la voglia, di ascoltarmi cerco di percorrere un sentiero tanto semplice da risultare, soprattutto ai colleghi filosofi e teologi, banale.
Come già osservava sant’Agostino, credere significa accettare per vero qualcosa che non conosci direttamente ma ti viene comunicato da qualcun altro su cui hai motivo di nutrire fiducia (fides). Se mia moglie arriva in ritardo clamoroso a un appuntamento e mi comunica che ciò è avvenuto a causa di un blocco stradale imprevisto, mi trovo davanti a un bivio: crederle (se è una persona che reputo lucida mentalmente e sincera) o non crederle (nell’ipotesi che abbia dei motivi per dubitare di ciò che mi dichiara). Nella storia dell’umanità vi sono tante religioni, ma sono soprattutto le grandi religioni ‘profetiche’ (ebraismo, cristianesimo, islamismo) a comportare una dinamica di ‘fede’ del genere. Nella versione corrente (condivisa equanimemente da sedicenti credenti e da sedicenti non-credenti) le cose sarebbero andate grosso modo così:  Mosé afferma di aver ricevuto direttamente da Dio le tavole della Legge; Gesù afferma di essere non solo il Mosé della nuova Legge, ma addirittura l’incarnazione di Dio stesso; Maometto precisa che Mosé e Gesù sono sì dei grandissimi profeti che non hanno mai mentito (la pretesa che Gesù sia Dio in terra non l’avrebbe avanzata egli stesso: gliela avrebbero attribuita i discepoli dopo la morte), ma Dio avrebbe chiarito e completato la rivelazione della propria identità e del proprio progetto sulla storia attraverso il messaggio dello stesso Maometto (nel Corano). 
Confesso di aver condiviso per i primi tre decenni della vita questa impostazione che, tra l’altro, mi ha dato molto conforto e molte motivazioni all’impegno per un mondo un po’ meno ingiusto. Negli stessi trent’anni, però, ho anche studiato filosofia e teologia; ho incontrato persone di ogni età e orientamento culturale; ho viaggiato e partecipato a convegni, ritiri, assemblee, seminari, raduni… organizzati da istituzioni delle più svariate tendenze. E ho capito che la mia prospettiva fosse radicalmente errata.
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Giovedì 10 Dicembre,2020 Ore: 19:51
 
 
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