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www.ildialogo.org "Il vecchio di Dio",di Mario Mariotti

"Il vecchio di Dio"

di Mario Mariotti

Gli storici ed il calendario laico dividono la sequenza degli eventi fra quelli accaduti prima della nascita di Cristo e quelli dopo. Oggi noi siamo nei duemilaventesimo anno dalla nascita del Signore, Bene. Questo è vero se si riferisce alla storia laica, perché, in rapporto a quella religiosa,
S.R. Chiesa sembra navigare ancora nelle acque veterotestamentarie antecedenti alla nascita di Colui che dovrebbe essere discriminante fra il prima e il dopo, fra l'Ant. ed il Nuovo Testamento. La prova di questa tesi? La chiesa stessa fatica a discernere fra il Dio-Altissimo di Mosè e il Dio di Gesù, non ha ancora metabolizzato il concetto da Dio-Padre e tutte le implicazioni relative ad esso. Tali implicazioni sono enormi, estremamente divergenti, e analizzando le stesse si capisce perché S.R.Chiesa non sia ancora in linea con il Vangelo.
Proviamo a riflettere. Se Dio è l'Altissimo, le Sue creature non sono figli, ma sudditi, semplici servi. Il rapporto fra Lui e loro si gioca tutto sul "credere" e quando il credere è accompagnato dal timor di Dio, Lui le arricchisce di doni anche materiali. Se il fondamentale viene ritenuto il "credere", anche i ricchi, potenti, re, imperatori ecc. possono starsene tranquilli all'interno di quella dimensione.
Ancora fra l'Altissimo ed i sudditi-credenti vive e prospera una istituzione, che custodisce la Verità, e quindi Dio, e tiene in mano le chiavi della salvezza. Il rapporto fra lei e la Verità non è proprio quello che ha insegnato Signore, quando si e posto come testimone della Verità. Infine, dato che tutto dipende dalla volontà dell'Altissimo, li dentro ci stanno anche l'esistenza dei poveri, il dolore innocente, quello provocato dai peccatori che però sono già stati salvati dal sacrificio del Figlio.
Le implicazioni che derivano invece dal concepire Dio come Padre, come Papà di Gesù ed anche nostro, sono talmente divergenti dalle precedenti che è possibile definirne solo una parte, perché il "nuovo" da Dio, annunciato dal Signore, incomincia appena ad essere esplorato e conosciuto. Se Dio è papà, strutturalmente non è onnipotente, perché il Suo amore incondizionato per le Sue creature non le lascierebbe esposte alle prove terribili che esse devono affrontare. Il papà è solo buono; ma dato che la Sua sostanza si manifesta nello "spezzare il pane", cioè nel condividere il necessario alla vita, Lui ha bisogno di mani, di corpi, di persone che Lo materializzino nella concretezza storica, per trasformare l'esistente secondo Amore. A noi ha dato questa possibilità.
Lui agisce nel mondo quando i Suoi figli "spezzano il pane fra loro", ed anche questa realtà ha enormi implicazioni, fra Lui ed i figli; la preghiera diventa impegno ad amare e condividere, il Signore non è più salvatore, ma Paradigma di un'umanità che spezza il pane.
Il credere deve portarci al condividere per non rimanere al “vecchio” di Dio.



Sabato 03 Ottobre,2020 Ore: 19:21
 
 
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