- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (189) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org "La sequenza ineludibile",Mario Mariotti

"La sequenza ineludibile"

Mario Mariotti

Purtroppo; cari comp-fratelli, il meccanismo è strutturale: il fondamentale è la Compassione; la quale è il motore della Condivisione; che, a sua volta, genera la giustizia; la quale, finalmente, partorisce la Pace. Purtroppo, se questa sequenza non viene rispettata, ciascuno degli obiettivi che la compongono diventa irraggiungibile, resta utopia, e questo lo capiscono bene tutti coloro che, in buona fede, si danno da fare per i vari obiettivi, ma non li unificano mettendoli in sequenza. Ecco un esempio: c'è il movimento per la Pace, ci sono le marce, le manifestazioni, la Giornata mondiale, le innumerevoli omelie dei preti che trovano le pecorelle credenti tutte d'accordo. Perché, allora, non si verifica la deflagrazione della Pace? Perché quest'ultima è figlia urica della Giustizia; e, senza di lei, la pace nell'ingiustizia si trasforma in violenza; e quest'ultima produce le sue vittime nonostante la buona fede dei cultori della Pace. In questo caso la pace stessa diventa alienazione, se le vittime stanno buone, in pace, senza porre resistenza.

Ma andiamo avanti e occupiamoci di Giustizia, di quella “figlia unica” cui vengono attribuiti tanti fratelli. Lei si nutre solo do di egualitarismo, che non è appiattimento e negazione delle differenze ma rispetto generalizzato dei diritti umani fondamentali. Siamo tutti diversi, ma uguali all'interno dei doveri e dei diritti f6ndamentali alla vi, al cibo, al lavoro, all’istruzione, alla sanità ta al cibo, ai lavoro,all'istruzione, alla sanità sicurezza alla giustizia.

Facciamo un ulteriore passaggio ed arriviamo alla Condivisione. Questo, purtroppo, è un rospo tanto duro da digerire che la stessa S,R.Chiesa non riesce ad ingoiarlo, per cui deve fare appello all'Ant. Testamento in cui la ricchezza è segno della benedizione di Dio per coloro che Lo temono e non omissione di Condivisione, praticando la quale noi saremmo, secondo la Parola, Dio stesso che genera il Figlio per costruire il Regno.

La Condivisione, assieme agli altri elementi della sequenza, sarebbe molto significativa in rapporto alla dimensione pedagogica il "Beati i poveri in spirito" si trasformerebbe nel "Beati i poveri per scelta", che allude ad una cultura del necessario e mette in commercio ciò che eccede con chi manca ancora del necessario. Non si può proclamare "Beati i poveri" essendo ricchi ed allergici al meccanismo strutturale di condivisione che sono le tasse. Il soggettivo viene condizionato dallo strutturale, e la credibilità va a farsi benedire ...

Ultimo, ed anche primo elemento del1a sequenza è finalmente la Compassione, sentimento che coinvolge nel profondo, e riesce a trasformare il "credere", la fede, in opere, cioè in "Amore che condivide". Nella Compassione è possibile vedere la prova dell'esistenza di Dio di quel Padre che ci fa sentire uguali perché fratelli, per cui io, nell'altro, vedo me stesso e cerco dì fare a lui ciò che vorrei ricevere se fossi io nelle sue condizioni.

Nel caso poi che Dio non esistesse, sarebbe lei-Compassione a farlo esistere, operando come il Buon Samaritano nei riguardi di chi ha subito violenza. Facendo opere di Giustizia, di Solidarietà, di Condivisione, si sta riempiendo il mondo di Dio; che, se non viene materializzato, è come se non esistesse.

Come concludere la riflessione? Essa, nella sua semplicità, spiega il motivo per cui, nonostante tanta buona fede, ad esempio quella del volontariato, rimane e continua a prosperare il negativo. Partendo dalla scuola, dai bambini, bisognerebbe far loro capire che l'altro, il compagno, è uno come lui stesso con gli stessi bisogni e desideri per cui dovrebbe fare a lui ciò che vorrebbe ricevere da lui.

Gli insegnanti, e in pima fila la famiglia, e poi la cultura passata dall’informazione vanno esattamente nella direzione opposta: è tutta una competizione, per affermare il primato di sé stessi. I frutti gli abbiamo sotto gli occhi.




Venerdì 04 Settembre,2020 Ore: 18:57
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info