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www.ildialogo.org "Dal fare esperienza, al dare esistenza".,di Mario Mariotti

"Dal fare esperienza, al dare esistenza".

di Mario Mariotti

San Paolo dice che la testata d'angolo della Fede è il credere nella resurrezione del Signore. Io dico che la resurrezione non è fondamentale in rapporto al messaggio ed alla testimonianza di Gesù di Nazareth. Quello che Lui ha detto, e soprattutto fatto, si autofonda, perché è nella Verità, e rimane tale anche se, dopo il Suo assassinio, Lui avesse fatto la fine destinata al corpo dell'uomo, cioè la sua dissoluzione dopo la morte. Questo l'ho già detto in altre occasioni, con lo scandalo dei credenti. Alberto Maggi, oggi, dice che la resurrezione non è stato un evento riservato a qualche centinaio di persone; ma che l'esperienza del Risorto é una possibilità per i credenti di tutti i tempi. Essa é accessibile a tutti coloro che saranno capaci dì "farsi pane" per gli altri, come i primi discepoli che riconobbero il Cristo nello spezzare il pane (Emmaus). Io porto il discorso più avanti, per purificarlo ancora di più dalla religione ed aprirlo alla dimensione evangelica della laicità ed universalità.
La resurrezione, per me, non è un miracolo straordinario riservato ai credenti, che fondano la loro fede su di lui. Essa è laica, è anche laica; perché è un meccanismo strutturale alla condizione umana ed è accessibile all'esperienza di tutti. La formalizzazione che è nel Vangelo "dallo spezzare il pane" i viandanti riconobbero Gesù, va approfondita ed estesa. Non c'è Gesù che viene riconosciuto dallo "spezzare il pane", ma è lo stesso "spezzare il pane" ad essere Gesù, questo, perché lo Spirito-Dio non e soggetto ma è Verbo, e tutti quelli che incarnano il Verbo, cioè spezzano il pane, cioè condividono il necessario alla vita, in quel momento, quando e dove e se Io fanno, sono Gesù, sono il Signore, sono mani di Lui per costruire il Regno strutturalmente, indipendentemente dal credere o dal non-credere. La scelta gratuita del Buon samaritano, fatta per compassione, perché: Fa all'altro ciò che vorrebbe ricevere se fosse messo in difficoltà come lui, è emblematica. Il Padre è nella compassione; il Figlio lo "spezzare il pane"; noi le mani che lo spezzano quando, se e dove lo facciamo.
Maggi dice ancora: il credente fa esperienza; quando lui si sarà liberato del tutto dalle lenti religiose, io credo che concorderà con me sulla sconvolgente verità che è l'uomo a poter dare esistenza al Signore nel mondo, a far vivere Dio nel mondo. Da questo consegue che la resurrezione di Gesù non e un mirabolante miracolo avvenuto una sola volta sul Pianeta, ma è una possibilità, anzi un compito, anzi, di più, un dovere nostro il dare o il ridare vita a1lo 'spezzare il pane', il tutto nella dimensione laica di un impegno per condividere il necessario alla vita con tutte le creature della terra dei viventi, terra oggi satura di sofferenza, di dolore recato e subito, di ingiustizie blasfeme esistenti fra i primi e gli ultimi del sistema, e terra assetata di condivisione, che porta l'egualitarismo, che genera la giustizia e che fa germogliare, alla fine, la pace.
Cari fratelli, se noi crediamo che il credere anche senza farsi mani del Verbo, potrà salvarci, esso continuerà a farci sperimentare l'inferno, del quale siamo insieme complici e vittime.
Se invece ameremo condividendo, noi stessi saremo già nell'eternità dello Spirito, tralci provvisori di una Vite laica per trasformare l'inferno in Regno; per riempire il mondo d'amore, per saziare di necessario e di gioia ogni Vivente.



Martedì 04 Agosto,2020 Ore: 16:35
 
 
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