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www.ildialogo.org Dio ed il Coronavirus,di José María Castillo

Dio ed il Coronavirus

di José María Castillo

Le persone che hanno convinzioni religiose si chiedono se Dio sia o meno responsabile di ciò che stiamo soffrendo, a causa della pandemia che stiamo sopportando. Dio ha o no l’ultima parola in merito?
Per rispondere a questa domanda, la prima cosa che dovremmo tenere presente è che Dio è il «Trascendente». Cioè, Dio è «al di là» o, in altre parole, è «al di fuori di tutto» quanto possiamo raggiungere o conoscere. Dio non è solo l’«Infinito». È soprattutto il «Totalmente Altro». Il Vangelo di Giovanni lo dice a partire dal prologo: «Nessuno ha mai visto Dio» (Gv 1,18). E Tommaso d’Aquino lo afferma con chiarezza: «Dio sta al di sopra di tutto quanto possiamo dire o capire» (“Supereminentius est in ipso quam dicatur aut intelligatur”, De Potentia, q. VII, a. V).
Per questo motivo noi mortali, quando parliamo di Dio, non possiamo fare riferimento a «Dio in Sé», ma in realtà di ciò che parliamo e in ciò che pensiamo, ci facciamo «rappresentazioni» di Dio. Quindi ci sono tanti «dèi» e tante religioni. Con l’inevitabile pericolo che ogni cultura, ogni paese e persino ogni individuo si rappresenti Dio come gli interessa o gli conviene. Quindi è ragionevole pensare che a volte parliamo di un «Dio contraffatto» (Thomas Ruster).   
Il fondo del problema è che la mente umana non può pensare in nessun modo se non «oggettivando» ciò che pensa. Un pensiero è un «oggetto mentale». Con questo - e da questo - risulta che l’Assoluto degenera in «cosa», cioè in un «oggetto mentale» (Paul Ricoeur). Ecco perché, convinti che stiamo pensando a Dio, in realtà abbiamo in mente la «rappresentazione» che ci facciamo di Dio. Il Vangelo di Giovanni ha ragione: «Nessuno ha mai visto Dio» (Gv 1,18).
La soluzione che il cristianesimo ha dato a questa profonda e complessa questione è stata quella che noi cristiani chiamiamo l’«Incarnazione» di Dio. Che è l’«umanizzazione» di Dio in Gesù, il Signore. Gesù è colui che ci ha fatto conoscere Dio (Gv 1,18). Per questo in Gesù vediamo Dio. Come Gesù stesso ha detto a uno dei suoi discepoli: «Filippo, chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). E anche per questo motivo si può affermare che il giudizio delle nazioni (o giudizio finale) sarà un «giudizio ateo»: «tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Il comportamento che abbiamo con gli altri, è il comportamento che abbiamo con Dio.
Bene, giunti a questo punto, ci chiediamo: come si è comportato Gesù con gli abitanti della Palestina del I secolo? Secondo i racconti del Vangelo Gesù ha curato malati, ma non ha curato tutti i malati. Pertanto si può affermare con certezza che Gesù (Dio) «ha avuto l’ultima parola» nel grande problema della salute che tanto preoccupa noi tutti?
Si può affermare con certezza che non c’è traccia da nessuna parte che Dio abbia l’ultima parola nella cura delle nostre malattie. L’ultima parola di Dio, così come si è espressa in Gesù, è che in questa vita la nostra prima preoccupazione deve essere la nostra preoccupazione per la salute degli esseri umani, specialmente dei più bisognosi. Questo ha fatto Gesù. Questo è ciò che Dio vuole. Ed in questo consiste l’ultima parola di Dio su questa pandemia e su tutte le pandemie che potrebbero venire in questo mondo. Non carichiamo su Dio quello che è nostra responsabilità. 
In questa questione, così seria e decisiva, i nostri vescovi dovrebbero essere così precisi e trasparenti come lo sono quando si tratta di difendere privilegi fiscali e la precisione dello Stato sull’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF).     
__________________
Articolo pubblicato il 03.08.2020 nel Blog dell’Autore in Religión Digital (www.religiondigital.com)
Traduzione a cura di Lorenzo TOMMASELLI



Martedì 04 Agosto,2020 Ore: 15:40
 
 
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