- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (261) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Il disinteresse per l’elemento religioso,di José María Castillo

Il disinteresse per l’elemento religioso

di José María Castillo

Una delle cose che mi fanno pensare di più, in occasione del virus e della pandemia, è il disinteresse per l’elemento religioso propriamente inteso. Quasi tutti sono preoccupati per la malattia, per i rimedi per curarla, per il vaccino per prevenirla, per le gravi conseguenze economiche che tutto ciò comporta, per il futuro che ci aspetta ... che ne so!
È vero che si parla anche dell’elemento religioso. Ma perché? Abbastanza spesso l’elemento religioso è associato a quello festivo: la Settimana Santa, il Natale, la festa della Madonna nelle parrocchie e nelle città, i pellegrinaggi e le loro processioni, i battesimi e le comunioni, i matrimoni ed i funerali, eccetera. Tutto ciò interessa molte persone. Ma dove e in cosa risiede l’interesse? Non ci vuole molto a capire che la “religiosità popolare” interessa molte persone più per l’aspetto di festa che per quello rigorosamente religioso, per come si vive e si celebra. Questo è compreso da tutti e non ha bisogno di molte spiegazioni.
Ora, presupponendo ciò che ho appena detto, ciò che nella situazione attuale attira la mia attenzione non è il rifiuto di Dio e della religione, ma il disinteresse per tutto ciò che è collegato (o può essere collegato) con Dio e, in generale, con tutto ciò che è trascendente. Oggi - mi sembra - è già un dato di fatto quello che Thomas Pröpper è stato in grado di dimostrare opportunamente: il messaggio cristiano è diventato una “offerta senza domanda”. Dal mio punto di vista come credente in Dio, è male negare o rifiutare la sua esistenza. Ma è peggio ignorare Dio e tutto ciò che riguarda Dio a tal punto che ci sono così tante persone che se ne infischiano di quello che si pensa, si dice o si fa perché Dio lo vuole o non lo vuole, perché Dio lo dice o smette di dirlo.
Ed è evidente che, nel parlare di questa questione, non mi riferisco solo a Dio in se stesso, ma, oltre a Dio, a coloro che lo rappresentano ufficialmente: gli uomini del clero. Ciò che i chierici pensano o dicono interessa ogni giorno di meno ad una maggioranza significativa della popolazione. A meno che un chierico non faccia o dica qualche stravaganza.
Perché la religione interessa ogni giorno di meno? Perché la pratica religiosa è diminuita e continua a diminuire inarrestabilmente? Questa questione è troppo complessa e complicata. Non è possibile dare una risposta adeguata e completa in una breve riflessione.
In ogni caso c’è un fatto indiscutibile: i problemi che ci minacciano e ci opprimono sono in aumento, fino al punto di vedere il futuro dell’umanità, della terra e della vita ogni giorno più incerto e opprimente. Stando così le cose, qual è l’apporto della religione e degli uomini di religione in risposta alle molte domande che le persone sentono nella loro vita ed alle quali non trovano soluzione?
In questa breve riflessione oso proporre un punto di partenza che può aprire per noi orizzonti di luce. Voglio dire questo: a partire dal sec. III fino al sec. VIII il cristianesimo ha vissuto e gestito la Chiesa in maniera tale da creare una confusione irrisolta dopo tanti secoli. La confusione è consistita nel fatto che ha mescolato e fuso il Vangelo di Gesù con la religione che proveniva dal giudaismo e come si viveva nell’impero. Ebbene, questa fusione di “religione” e di “Vangelo” non è stata ancora risolta. Ecco perché la Chiesa in modo del tutto naturale vive un gran numero di cose che sono fondamentali. E sono cose che contraddicono ciò che Gesù, la Parola di Dio e il Figlio di Dio, ha detto e fatto. Dando loro tanta importanza - a queste cose - da costargli la vita.
A cosa sto facendo riferimento? Al “potere” ed alla sua maniera concreta di esercitarlo. Al “denaro” e ai rapporti oscuri che la Chiesa ha con questa questione capitale. E alle “relazioni umane” che la Chiesa consente e mantiene, che non sono proprio relazioni di “uguaglianza” e “bontà” nell’amore reciproco, e che la Chiesa non risolve.
Prima delle decisioni ecclesiastiche c’è il Vangelo, nel quale Dio si è rivelato a noi. Finché la Chiesa non porrà il Vangelo al centro della vita, il cristianesimo non sarà in grado di fornire la soluzione di cui questo mondo e in questo momento ha bisogno.
___________________________________________________
Articolo pubblicato il 25.07.2020 nel Blog dell’Autore in Religión Digital (www.religiondigital.com)
Traduzione a cura di Lorenzo TOMMASELLI



Mercoledì 29 Luglio,2020 Ore: 19:30
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
La parola ci interpella

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info