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www.ildialogo.org "Anche le vipere fra i credenti",di Mario Mariotti

"Anche le vipere fra i credenti"

di Mario Mariotti

Il "credere" ha il grandissimo merito di dividere il genere umano in "credenti" e "non-credenti", proprio secondo le intenzioni di Nostro Signore!!! Il credente crede che la chiave della salvezza sia il "credere"; crede che il proprio credere in Dio lo faccia entrare in quel popolo degli eletti del quale Lui si compiace, e del quale sembra abbia bisogno per sentirsi "Colui che è". Nella Bibbia, da qualche parte, uno che si spaccia ispirato da Lui Lo fa autocaratterizzare come un Dio geloso della concorrenza! Nel Vangelo il soggetto che ha messo in bocca al Signore le parole:"Chi crede avrà la vita eterna", quel giorno io penso che avrebbe fatto meglio ad appoggiare la penna e a dedicarsi all'allevamento dei bachi da seta. Il Signore, infatti, si sarebbe espresso in un modo sostanzialmente diverso: “Chi ama e già nella vita eterna, perché sta dando corpo a Colui che esiste nel nostro amare" ed e l'Amare che condivide ad essere eterno.

Il credente ha un concetto talmente alto di Dio, che Lo rende complice del proprio disprezzo per il non-credente. Lui pensa che il peggior sgarbo che un soggetto possa fare al Creatore sia quello di dichiararsi ateo e, in passato é arrivato a pensare che l'arrostire l'ateo fosse cosa gradita all'onnipotente! Per secoli poi il credente ha fatto guerre di religione contro i credenti in altre religioni considerati infedeli rispetto alla propria; ed ha impegolato Dio nella propria crudeltà ed alienazione, dicendo che agiva in Suo nome e per Sua volontà.

Per il credente è un merito il credere nell'assurdo, ed il collocare il credere fuori dalla logica, dal principio d'identità. Il pane non é pane, ma corpo e sangue di Gesù. Mangiando di quel corpo e bevendo di quel sangue, però non si diventa cannibali, ma ci si salva per la vita eterna, perché, all'omissione dell'“Amare che condivide”, si sopperisce purificando se stessi nel sangue dell'Agnello, di Colui che ha già pagato per tutti. Il credente vede in Dio l'Altissimo, un Imperatore superpotente che ogni tanto si prende il disturbo di ascoltare le sue preghiere, e rarissimamente, di fare qualche miracolo.

Pensa di farGli piacere portandolo in processione, costruendoGli chiese e cattedrali, portandoGli persino oggetti preziosi; dimenticando che Suo Figlio ci ha detto che Lui è Padre, ed ha mandato Lui stesso non per essere servito, ma per servire.

Il credente usa le mani non per aiutare il povero, ma per pregare Dio che aiuti il povero. Per sopperire alle proprie omissioni di solidarietà, oltre a delegare a Dio i propri compiti, egli Lo usa anche per avere il Suo perdono. Ci sono a disposizione gli infiniti meriti dell'Uno che ha già pagato per tutti, ci sono i sacramenti, che hanno potere intrinseco di salvezza basta starsene, da vecchi, vicini a qualche confessionale. Dell'ultima definizione, da parte del Signore, di quale sia il Comandamento più grande, cioè "Ama il prossimo come Dio lo ama" il credente non si fida; lui si appoggia alla prima definizione: "Ama Dio ed ama il prossimo", e poi si ferma all'Ama Dio, dimenticando il prossimo, soggetto più impegnativo ed ingombrante. Così i credenti possono continuare a dividersi in ricchi e poveri, e i primi avranno accesso al paradiso se faranno l'elemosina ai secondi… A questo punto non sarà che anche le vipere ed i sepolcri imbiancati acciano parte del popolo dei credenti, e li accompagnino sbagliando strada, e finendo tutti nella Geenna?




Sabato 18 Luglio,2020 Ore: 17:41
 
 
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