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www.ildialogo.org LA COSA PIÙ IMPORTANTE E URGENTE: CHE TUTTI SIAMO UNO,di José María Castillo

LA COSA PIÙ IMPORTANTE E URGENTE: CHE TUTTI SIAMO UNO

di José María Castillo

La pandemia del coronavirus sta mettendo in evidenza la verità suprema che implicano le ultime parole rivolte da Gesù, secondo il Vangelo, nell’accomiatarsi dai suoi discepoli: “Perché tutti siano uno: come tu, Padre, sei in me e io in te” (Gv 17,21).
Probabilmente dopo tanti secoli non ci siamo ancora resi conto che questo desiderio, espresso in forma di preghiera, è la cosa più sublime, più pratica e più necessaria che il Vangelo mette sulla bocca di Gesù di Nazaret. È la cosa più importante e necessaria per tutti. In modo che nessuno sfugga e possa essere lasciato fuori da questo principio fondamentale e determinante dell’UNITÀ. Perché l’unità è ciò di cui abbiamo più bisogno, specialmente in questo momento.
Questo principio è così importante che - come diciamo noi cristiani - anche Dio “si è svuotato di sé stesso” (“eautòn ekénosen”) (Fil 2,7), è diventato come uno dei tanti e “si è umanizzato”, cioè “si è incarnato” (“ho Lógos sárx eghéneto”) (Gv 1,14). Si è fuso con noi ed è diventato “uno” con tutti e con ognuno degli esseri umani. Proprio come ha detto Gesù nella sua preghiera d’addio: “Perché tutti siano uno; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21).
Per questo, dal punto di vista del pensiero propriamente cristiano il criterio e il principio dell’unità sono così importanti e decisivi per la religione, per la filosofia, per la politica e la società in generale.
  1. Per la religione: perché solo quando Dio è diventato uno con l’essere umano (questa è l’«Incarnazione»), noi uomini abbiamo potuto conoscere Dio, il Trascendente. Questo ha detto Gesù all’apostolo Filippo: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,9). E per questo Dio nel giudizio finale potrà dire a ciascuno: “Avevo fame e tu mi hai dato da mangiare; Avevo sete e mi hai dato da bere...” (Mt 25,35 ss). Ciò che ciascuno fa agli altri, in realtà lo fa a Dio stesso. O non lo fa. Questo è il principio determinante dell’unità, quando si tratta di religione.
  2. Per la filosofia: perché il principio dell’unità è il primo e il più determinante. Pertanto, il criterio decisivo non si costituisce a partire dai Diritti umani, ma dai Doveri umani. Prima di ogni “Diritto” che ho prima degli altri, c’è il “Dovere” che ho. Il Dovere di rispettare, di perdonare, di aiutare, di sopportare, di dire sempre la verità e mettermi sempre a favore dell’altro, anche se l’altro è il mio peggior nemico. Questo ci insegna il Vangelo.
  3. Per la politica: perché nel governo di questo mondo ciò che ci rende più forti non è ciò che ci divide, ci separa, ci allontana, ma tutto il contrario. Nella misura in cui diventiamo uno, in questa stessa misura diventiamo forti. Chi si separa e prende le distanze dagli altri, con questo sta certamente dicendo che si crede più forte e più importante degli altri. Chi vive in questo modo, finisce per rovinarsi la vita e essere motivo di riso o di pena. Triste destino.
  4. Per la società in generale: perché per noi è subito tempo di scoprire (e di tenere sempre presente) che la «differenza» non è la stessa cosa della «disuguaglianza». La «differenza» è un dato di fatto. L’«uguaglianza» è un diritto. Di questo gli uomini si sono già resi conto in relazione alle donne? Gli eterosessuali se ne sono accorti rispetto agli omosessuali? Lo sappiamo tutti e lo abbiamo tutti presente?
Finisco: nella misura in cui diventiamo “uno”, in questa stessa misura usciremo - e usciremo presto - da questa e da tante altre crisi che ci hanno indebolito, umiliato e si ergono come la più grande minaccia e il più grande pericolo che ci perseguitano in questo momento.
 
__________________
Articolo pubblicato il 18.03.2020 nel Blog dell’Autore in Religión Digital (www.religiondigital.com)
Traduzione a cura di Lorenzo TOMMASELLI



Mercoledì 18 Marzo,2020 Ore: 21:44
 
 
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