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www.ildialogo.org Gesù, l’Eucaristia e le donne,di José María Castillo

Gesù, l’Eucaristia e le donne

di José María Castillo

www.religiondigital.org

Una delle cose che nella lettura e nello studio dei vangeli hanno maggiormente attirato la mia attenzione, è che in essi si raccontano i numerosi conflitti e scontri, avuti da Gesù, con diversi gruppi umani e persone. A partire dalle più alte autorità religiose fino agli stessi discepoli che lo accompagnavano. Ma nei vangeli c’è anche un dato che attira fortemente l'attenzione: le donne sono l’unico collettivo umano con il quale Gesù non ha mai avuto qualche attrito, discussione o problema. Anche nel caso di quella donna cananea, che implorava da lui la guarigione della figlia malata (Mc 7, 26 par), sembra che Gesù le abbia dato una risposta negativa (Mc 7, 28 par). Ma l’affetto di quella madre è stato così grande che ha fatto anche dire a Gesù: “Donna, quanto è grande la tua fede!” (Mt 15, 28). E la figlia è stata guarita.

Insisto: Gesù è sempre stato dalla parte delle donne. Un buon gruppo di loro lo accompagnava nei suoi viaggi (Lc 8, 1-3). E si è sempre schierato dalla loro parte, anche se si trattava di adultere (Gv 8, 1-11) o prostitute (Lc 7, 36-50). Le sue grandi amicizie sono state donne (Lc 10, 38-42; Gv 11, 1-46). Da una donna Gesù si è lasciato ungere con un profumo prezioso (Gv 12, 1-8). E sono state le donne ad essere rimaste fedeli a Gesù nella sua passione e morte: sul cammino del Calvario (Lc 23, 27-31) e dopo la morte (Mc 15, 40-41), davanti alla croce.

Inoltre, Gesù è venuto ad annullare la legge di Mosè (Dt 24, 1), proprio quando essa concedeva al marito il diritto di ripudiare sua moglie (Mt 19, 3-9). E, del resto, i racconti della resurrezione mettono in evidenza le donne come le prime testimoni del Risorto.
Quando pensiamo che Gesù ha detto a Pietro che era un “Satana” (Mt 16,23). E glielo ha detto poco dopo aver affermato chiaramente che lo stesso Pietro sarebbe stato la “pietra” su cui Cristo pensava di edificare la sua Chiesa (Mt 16,18). Ma per Pietro non è bastato scontrarsi con Gesù in questo modo. Nella Passione Pietro ha anche negato tre volte di conoscerlo o di essere tra quelli del gruppo di Gesù. E, alla fine, Giuda lo ha tradito e gli altri sono fuggiti, lasciando Gesù solo.
Nella cena d’addio Gesù ha imposto ai suoi discepoli tre comandamenti: 1) Dovevano vivere facendo quello che lui ha fatto quella notte: lavare i piedi agli altri. Cioè, dovevano diventare schiavi di tutti, poiché questo facevano gli schiavi: lavare i piedi. 2) Dovevano spezzare e condividere il pane e il vino con gli altri, poiché in quel pane e in quel vino (nel pane e nel vino dell’«Eucaristia»), è realmente presente lo stesso Gesù. 3) Nel vangelo di Giovanni non viene ricordato il comandamento eucaristico e, al suo posto, ci viene detto che Gesù ha imposto il “comandamento nuovo”: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 13, 34 -35).
Perché questo terzo comandamento è “nuovo”? Perché qui non si ricorda più neanche l’amore di Dio sopra tutte le cose. Perché nell’«altro», chiunque egli sia, “sta Dio” . Quindi solo chi ama l’altro conosce Dio (1 Gv 4, 7-21).
Ebbene, se tutto ciò è vero (e questo ci dice la nostra Fede), come è possibile che la Chiesa abbia organizzato le cose in modo tale da disobbedire a ciò che Gesù ci ha detto e non ha comandato e poi l’attuale Chiesa non solo resta così tranquilla, ma disobbedisce anche a Gesù con la convinzione di fare quello che deve fare?
Come è possibile che ciò stia accadendo? Se ci sono così tanti vescovi che vivono nei palazzi, indossano abiti che nessun altro indossa, hanno privilegi che nessun altro ha, pensano di avere poteri che Dio ha dato loro e a nessuno tranne che a loro, non è logico e inevitabile che nella Chiesa stia accadendo ciò che vediamo tutti che accade? Ci sono vescovi che nascondono crimini, immatricolano per le loro diocesi proprietà di valore incalcolabile, premiano chi è d’accordo con loro, puniscono coloro che pensano dover punire, incassano soldi per far entrare nella “casa di Dio”. E fanno cose del genere pensando che tutto ciò sia la volontà di Dio.
Se dico queste cose, è perché amo molto la Chiesa. Ma la Chiesa che amo - e quella che tutti dovremmo amare - è la Chiesa che vive il più possibile come è vissuto Gesù, il Signore, il Figlio di Dio, la Parola di Dio. Se non prendiamo sul serio il Vangelo, a che serve essere molto “canonici”, molto “pii” e molto “clericali”? Tutto questo non è forse un enorme inganno, invece di essere il sentiero che Gesù, il Signore, ci ha tracciato?
E finisco ponendo una domanda: come è possibile per le donne continuare a stare in questa Chiesa, che le emargina, le esclude, le annulla in tante cose...? Perché continuano a stare in una Chiesa che, ancorata ai secoli passati, rifiuta e resiste al fatto che possano presiedere l’Eucaristia o essere mogli di preti? Se Gesù non ha proibito nulla di tutto ciò, perché lo vietiamo noi e rimaniamo pure con la coscienza del dovere adempiuto? Cos’è più importante: compiacere alcuni cardinali o servire il mondo intero?
_________________
Articolo pubblicato il 25.02.2020 nel Blog dell’Autore in Religión Digital (www.religiondigital.com )
Traduzione a cura di Lorenzo TOMMASELLI



Mercoledì 26 Febbraio,2020 Ore: 16:38
 
 
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