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www.ildialogo.org "Un suicidio impossibile".,di Mario Mariotti

"Un suicidio impossibile".

di Mario Mariotti

E' più che evidente che se la Chiesa avesse visto nel Signore non un Salvatore, ma un Modello da seguire per raggiungere la Salvezza, la Storia del cristianesimo sarebbe stata radicalmente diversa. Gesù vive del necessario e indica nella ricchezza una condizione maligna, che chiude gli occhi alla compassione, cioè alla radice della condivisione. Gesù dice che il Regno si costruisce incarnando la volontà del Padre, cioè amando e condividendo, e quindi non con la preghiera e il sacrificio. Gesù è paradigma di non-violenza, di non-onnipotenza, di accoglienza, di perdono incondizionato alla persona, ma di netta condanna di ogni condizione strutturale che nega la fraternità l'uguaglianza, la condivisione (e qui mi riferisco al rapporto di mercato ed alla competizione) che divide i fratelli in vincitori e vinti). A questo punto, però, sorge un grossissimo problema:
Gesù è anche paradigma di denuncia della religione, degli scribi e farisei che impongono pesi che loro stessi rifiutano dì portare, che vivono nell'ipocrisia dell'apparire e non dell'essere, che vivono nel micidiale peccato di credersi padroni della Verità. Invece che verificare sé stessi e gli altri sul rapporto con l'affamato e l'assetato, loro trasformano l'Incarnazione nell'adesione ideologica, nel "credere"; il negativo si trasferisce dall'egoismo all'ateismo ed all'eresia, e il Signore stesso diventa loro vittima in quanto considerato bestemmiatore della Verità.
Quale, allora, l'insolubile problema? Che, per seguire il Paradigma-Gesù, bisogna farlo anche nella Sua condanna della religione, e quanti di Lui hanno fatto una religione. Se noi pensiamo a San Francesco, a Madre Teresa di Calcutta, di cosa ci accorgiamo? Che essi sono riusciti a seguire il Paradigma in molti aspetti, ma non nella Sua condanna della religione. Il Poverello di Assisi lo si può anche giustificare: andare contro la Chiesa al suo tempo significava venire torturati ed arrostiti. Madre Teresa non correva questo rischio, ma non condannando ricchezza, mercato e competizione, rimaneva estranea alla condanna della religione in quanto si lascia strumentalizzare proprio dalla ricchezza e dal potere. Ed è questo il peccato di fondo: non seguendo il Paradigma anche nel Suo tentativo di liberarci dalla religione, il cristianesimo storico, e quindi la sua Chiesa è rimasta all'Ant. Testamento, con la ricchezza come segno della benevolenza dell'Altissimo, con la condanna dell'ateismo invece che dell'egoismo, con la verifica sul "credere" e non sull'amare, con l’ “uso” e non “servizio” alla Verità.
Come uscire da tutto questo? Come può fare la religione ad uscire da sé stessa? Come capire che non c'è creatura, mediazione della casta, e Creatore, ma che la creatura è corpo, è mano del Creatore; è che quest'ultimo è Verbo, è "spezzare il pane", è condividere il necessario alla vita; e che, a spezzare il pane, a far esistere il Verbo nella terra dei viventi, tocca alle Sue creature, cioè a noi? Come convincere l'uomo a guardare non il cielo ma la terra, e a farsi mano dell'amore dì Dio per tutti i viventi?



Martedì 31 Dicembre,2019 Ore: 19:05
 
 
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