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www.ildialogo.org "Il Vangelo laico".,di Mario Mariotti

"Il Vangelo laico".

di Mario Mariotti

Siccome quando il Signore ci ha detto che, se noi amiamo condividendo, siamo Suoi genitori e fratelli, e quindi Dio genera Lui attraverso di noi questa realtà pone la laicità quale unica dimensione della realtà stessa; che viene, in questo modo ad essere in un certo senso divinizzata pur restando unica e laica. Questa laicità però si trova a dover fare i conti col Vangelo; che, pur contenendo la precedente Verità, purtroppo è st riempito di sacro, di miracoli, di visioni religiose da parte delle prime comunità cristiane, che erano, come lo siamo ancora noi oggi, grazie catechesi di S.R,Chiesa, condizionate da quelle lenti a contatto religiose che sembra facciano parte del DNA dell'uomo da quando è sceso dall’albero ed ha cercato di capirci qualcosa su quel casino nel quale era piovuto. Secondo me il miracolo, il sacro, non arricchiscono la Verità, ma nascondono, la falsano; e mentre pian piano il bipede umano è riuscito ad aprirsi alla logica, alla razionalità, lui stesso è riuscito a far convivere, in sé, le due verità, quella religiosa e quella laica, razionale, dividendo e facendo coesistere le due dimensioni. Il credente si sintonizza sul sacro, sulla fede, sul "credere"; il laico sulla ragione, sulla problematicità, sul dubbio.

Da questo casino non ci si salta fuori bene perché i frutti di questa schizofrenia interiore fra le due chiavi di lettura hanno prodotto la fenomenologia del cristianesimo reale, con tutte le aberrazioni che riescono a riempire anche la nostra giornata, sebbene siano meno alienate di quelle del passato, che erano veramente blasfeme. Ecco, allora che diventa necessario un lavoro di ripulitura del Vangelo dall'inquinamento del sacro, dei miracoli, della visione di Gesù quale Sommo sacerdote dell'Eterna Alleanza, della logica assurda dell'uno che paga per tutti, coprendo i peccati passati, presenti e futuri di un'umanità che, con l'umanità, ha ben poco a che fare.
Se a questo lavoro ci mettessero i teologi, che oggi hanno costruito una scienza che si basa su di un'ipotesi, e quindi non è scienza, forse, pian piano, ne uscirebbe un Signore più vicino alla Verità; e loro si troverebbero ad essere dei filosofi, perché il campo della ricerca è laico come lo è Nostro Signore. Io sto credendo in questo da molto tempo, aiutato anche dal fatto che ha desacralizzato l'Altissimo rivelandocelo come Padre; e, fra me e mio Padre, c'è un rapporto non di soggezione, ma di ricerca comune. Per adesso la ricerca comune è riuscita a rovesciare completamente la logica religiosa dell'uomo creato da Dio: io penso che la Sua esistenza dipenda dal nostro incarnare scelte di giustizia, di solidarietà, di amore che condivide.
Dio esiste, quindi, dove e quando esiste; il che supera il problema della Sua esistenza o non-esistenza, che ha portato all'esaurimento nervoso uno sterminato numero di soggetti che si sono impegnati per una ricerca per me irrilevante. Indipendentemente dalle origini, dall'esistenza o meno di un Principio che ha dato il via all'universo, noi ci troviamo ostaggi della vita in un mondo estremamente ingiusto, violento, crudele, pieno di dolore recato e subito, di alienazione e miseria universali.
Il nostro compito è quello di umanizzarlo, togliendo sofferenza, mette a punto un modo di vivere che non rechi dolore, facendo in modo che tutti possano fruire del necessario e della gioia, anche le piccole vite. É compito che si vive nel quotidiano con la chiarezza di questo Progetto: Se Dio c'è, noi siamo in Lui, siamo Sue mani. Se non c'è, Lo facciamo esistere noi, perché facciamo agli altri ciò che vorremmo ricevere da loro, allora il mondo si riempirà di serenità, di egualitarismo, della libertà dal bisogno, di quella giustizia che sarà tale solo quando sarà per tutti.



Domenica 25 Agosto,2019 Ore: 17:40
 
 
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