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www.ildialogo.org Il Vangelo: paradigma dei futuri miracoli laici?,di Mario Mariotti

Il Vangelo: paradigma dei futuri miracoli laici?

di Mario Mariotti

Poco tempo fa una signora mia parente è stata operata di cataratta ad entrambi gli occhi. Il giorno dopo, se non proprio la sera stessa del giorno dell'intervento, già ci vedeva abbastanza bene; in seguito non ci sono state complicazioni, ed ecco il miracolo del recupero della vista da parte di una persona che, in epoche non tanto lontane, sarebbe nata ad una vita condannata alla cecità. Mi è venuto di pensare al Signore che fa il miracolo di ridare la vista al cieco; e mi è venuto di pensare che il chirurgo oculista che ha ridato la vista alla mia parente ha fatto la stessa cosa. Mi è venuto di pensare anche che mentre il chirurgo operava, le sue mani erano quelle del Signore che ripeteva il miracolo; che il miracolo è laico; che l'intervento di Dio, la Sua presenza ed operatività nel creato, passa per le nostre mani. Ecco che il "sacro" ed il "miracolo" dei quali e stato riempito il Vangelo sembra che siano stati Posti non per rivelare, ma per nascondere la prassi che il Signore usa per vivere, operare e portare avanti la costruzione del Regno, che e il nostro terribile mondo quando sarà trasformato secondo Amore.
Mi e venuto in mente che tanti miracoli del Signore, che tante guarigioni operate da Lui, oggi non sono miracoli, ma traguardi raggiunti dalla ricerca medica, dalla scienza, dall'operatività di coloro che li applicano a favore delle persone che vivono nella sofferenza della malattia; e mi
e anche venuto di pensare che certi miracoli che mantengono ancora la loro caratteristica di miracolo sono rimasti tali o perché la ricerca è ancora in corso, o perché vengono impediti dall'alienazione maligna dell'uomo. Penso a questo proposito, al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che è ancora tale non perché non sarebbe alla portata dell'uomo il compierlo, ma perché lui non lo vuole fare per egoismo, per avidità, per indifferenza verso i fratelli che, in un mondo dalla potenzialità di nutrire il doppio e il triplo della popolazione attuale, ne lascia una larga parte ancora ostaggio della fame per nutrire la fame insaziabile ed inestinguibile del proprio egoismo
Come sarebbe bello se noi riuscissimo a liberarci dalla nebbia del "miracolo" e del "sacro", e riuscissimo ad interiorizzare qual è il vero ed unico miracolo che abbiamo sotto gli occhi, e che non consideriamo come tale, cioè la Vita; la Vita dalle sue espressioni più complesse a quelle più semplici, umili, anche minime, ma sempre espressioni del miracolo-Vita. Se noi riuscissimo ad entrare in quest'ottica, la pianteremmo di delegare la nostra responsabilità personale di viventi in questo pianeta Terra a Dio perché faccia Lui quello che dovremmo fare noi, la pianteremmo di pensare che la giustizia, l'egualitarismo, il necessario e la gioia saranno possibili solo nell'Alto dei Cieli. Ci accosteremmo al miracolo-Vita, al miracolo di ogni vita, con rispetto, cura, ammirazione, Spirito di servizio.
Mi e venuta in mente la Parola di Dio che dice che se noi ameremo condividendo, riusciremo a fare miracoli più grandi di quelli operati dal Signore, che, in un certo senso, rappresentano, nel Vangelo, quello che sarebbe stato il suo futuro ed e il nostro presente, come quello di ridare la vista ai ciechi. E di miracoli che spetta a noi di compiere ce ne restano, ce ne sono ancora tanti, e di enormi, e di quelli che oggi rasentano l'impossibile quello di costruire un mondo in cui si possa vivere senza recare dolore a nessuno, neppure alle piccole vite... un mondo in cui si trovi la gioia nel portare il necessario e la gioia ad ogni vivente.



Domenica 17 Marzo,2019 Ore: 11:35
 
 
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