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www.ildialogo.org “Non credo”,di Mario Mariotti

“Non credo”

di Mario Mariotti

Siccome noi siamo nati nella religione e siamo stati educati al “credere”; ci è stato presentato un Dio la cui volontà era che noi credessimo in Lui; ci è stato presentato l'ateismo come il peccato dei peccati; ci hanno convinti che tutta la verità sia già stata rivelata; che i Vangeli siano la Verità in assoluto, ecco allora che, nel "Credo" di Giovanni, noi vediamo riassunta, cristallizzata, completamente definita la Verità. Il "Credo" diventa la Verità; ed essa è talmente chiara e determinata che S.R.Chiesa pensa di averla ricevuta in dono e, quindi, di esserne la legittima proprietaria. Se ci pensiamo bene, questo tipo di logica è assurdo, perché, come dice Giovanni, la Parola è Dio, e quindi noi coltiviamo la presunzione di rinchiudere Dio nella nostra conoscenza.
Arriviamo alla blasfemia di pensare di esserne i padroni, ripetendo il miracolo della transustanziazione e diventando i giudici in rapporto alla vita eterna delle pecorelle fedeli e credenti, che si salvano se credono e si nutrono del corpo della Parola... Io non la penso certamente così.
Non posso pensare che Dio abbia creato un mondo in cui il più forte schiaccia il più debole; in cui la vita di uno si nutre della morte dell'altro; in cui per vivere bisogna recare dolore, bisogna imporre sofferenza ad altri viventi. Non posso pensare che Lui, fra tutti gli uomini, ne abbia generati alcuni che siano diventati Suoi figli perché, per opera Sua, loro credono in Lui. L'essere, poi, figli di Dio, non è affatto un potere, ma un servizio che Gli si fa, perché Lui ha bisogno di mani per operare nella concretezza del nostro terribile mondo; e questo non è uno specifico di alcuni, ma di tutti gli uomini, tutti quanti Suoi figli se e quando amano, e condividono. Non posso pensare che Lui si sia creato un figlio ed anche il cancro che lo soffoca, o la lebbra che lo consuma e decompone prima della morte. L’"è stato fatto tutto ciò che esiste" di Giovanni non funziona. Il cielo aperto e gli angeli che salgono e scendono sul Figlio dell'uomo, poi, fanno parte di una visione che è tutta nella testa dell'Evangelista, ed è meglio che rimanga lì.
Ci sono altre cose nel Credo che io non condivido, ma provo a normalizzare il termine che, per me, è il più deviante ed alienante: l'uso del verbo "credere". Il primo imputato è lui, dato che nella realtà è quasi sempre stato separato dal verbo "fare". Questo verbo "credere' come ho già scritto in altre occasioni, è più che maledetto, perché sta all'origine della divisione del genere umano; concepisce Dio come l'Altissimo; crede che Lui sia come l'uomo stesso pensa che sia; trasforma la fede in potere; sta alla base di uno sterminato oceano di sofferenza imposto dai credenti ai danni di altri credenti.
É a questo punto che provo a mandare un messaggio proprio ai credenti che si riconoscono pienamente nel Credo di Giovanni, dell'evangelista Giovanni: prima di buttare alle ortiche questo scritto, classificandolo parto di un non-credente, provate a riflettere su quello che esso include. Non sono io, ma è il Verbo, è la Parola a dire che, noi saremo giudicati sul nostro amare e condividere, sul nostro rapporto con l'affamato e l'assetato e non su quello in cui noi credevamo di credere. E poi, pensando e mettendosi in comunione con la miseria e la sofferenza universale non può venirci il dubbio che sia stata la Parola a creare tutto quello che esiste, che è stato fatto?
Per me il Signore ci indica la necessità di un rovesciamento radicale: siamo noi io strumento attraverso il quale il mondo si può riempire di giustizia di solidarietà di amore, di condivisione. Il creato è un cantiere; siamo noi coloro che possono far esistere Dio; siamo noi gli operai del Verbo che sta costruendo il Regno. Il Verbo è Amare e Condividere; il complemento oggetto è il necessario alla vita; il soggetto che deve, incarnare l'amare ed il condividere siamo noi. Se il "credere" nella Parola non porta a questo, noi ci autoescludiamo dall”eternità di Dio.



Sabato 01 Dicembre,2018 Ore: 16:00
 
 
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