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www.ildialogo.org Il neo liberalismo capitalista,di Mario Mariotti

Il neo liberalismo capitalista

di Mario Mariotti

Fin dai primi anni dell’era cristiana, vedi le prime comunità che mettevano “in comune” i loro beni, si è imposto a livello quasi mondiale il “pensiero unico”, il neo liberalismo capitalista. I tre dogmi che lo reggono sono perciò il capitalismo, cioè l’idolo del “beati i ricchi”: quindi il mercato, ed infine la competizione. Proviamo a dare un’occhiata ai suddetti tre dogmi ormai globalizzati, e forse riusciremo a capire perché il mondo di oggi è così violento, alienato, disperato.
La ricchezza svolge la sua funzione di dividere il ricco da chi non lo è, e di contaminare chi non lo è col desiderio di diventarlo e con l’invidia per chi lo è. Inoltre essa ha l’enorme potere di corrompere il prossimo, di indurre quest’ultimo ad affossare l’etica, di comprare tutto, inclusa la verità; di fottere anche la democrazia, pilotando l’informazione per accalappiare il consenso elettorale e fare un modo che i fottuti lo siano, fottuti, con il consenso di loro stessi. Se poi uno vuol dare un’occhiata al vangelo, lì c’è scritto che essa rende ciechi sulla sofferenza del prossimo; e quindi è una condizione maligna che implica il futuro soggiorno nel sito della geenna.
Se poi passiamo al mercato, il casino passa dal quadrato al cubo. Esso costringe il povero ad accettare le condizioni del ricco; emargina le sterminate moltitudini dei fuori-mercato; violenta e nega per queste ultime il loro diritti umani fondamentali al lavoro, al cibo, alla salute e all’istruzione; mette l’uomo al servizio del lavoro; precarizza il lavoro stesso; destabilizza la famiglia e gli stessi rapporti umani.
Il cerchio, poi, si chiude col dogma della competizione, che crea la razza dei vincitori e quella dei perdenti; che disumanizza chi la vive o perché, nel prossimo lui vede solo o un concorrente o un nemico e mai uno come lui; che soffoca e rende impossibile la fraternità, l’egualitarismo la libertà dal bisogno; l’uso del pronome indefinito “tutti” riferito alla fruizione dei diritti umani fondamentali rammentati più sopra da parte di tutti. Ora, se ci pensiamo bene, ce forse da meravigliarsi se il nostro mondo attuale per i poveri, i fuori mercato, i perdenti della competizione, si va sempre più assomigliando ad un inferno, con un futuro ancora più incerto?
Il problema dei problemi, purtroppo, è quello che tutto, per 25 ore al giorno, denunciamo il negativo, la violenza, l’ingiustizia; ma poi nessuno va alla radice del negativo stesso, che è il parto strutturale della trinità maligna descritta nella precedente sintesi. Quest’ultima riesce sempre a presentarsi, ed a farsi accettare, come ricetta per risolvere il negativo stesso, indirizzando l’attenzione del prossimo su qualche colpevole di turno, su qualche caprro espiatorio da eliminare; per Htler gli Ebrei, per i liberi imprenditori il comunismo, per la maggioranza silenziosa oggi il terrorismo, i migranti, gli islamici; riuscendo perciò sempre a transustanziare gli effetti in cause e lasciando in questo modo nascosto e libero il meccanismo strutturale che genera il negativo. Il risultato è il nostro mondo attuale, sempre più violento, privo oramai di “compassione”, e quindi di Dio, contaminato dalle differenze blasfeme tra i primi e gli ultimi, e privo soprattutto di un progetto in grado di farlo evolvere in senso positivo.
Mettiamo insieme l’inclinazione dello spirito dell’uomo all’egoismo; l’amplificazione del negativo operata dai mass-media; l’alienazione del povero indotta dall’informazione secondo l’occhio del ricco; anche la religione che pontifica che tutto è stato creato ed è volontà di Dio, e quindi anche la presenza dei poveri; anche la testimonianza dell’uomo stesso a dar retta a S, Agostino quando dice che ogni autorità viene dall’Alto, e ad affidare prima agli uomini della Provvidenza e poi a Dio, il compito di risolvere i problemi che implicherebbero invece impegno di lui stesso per la loro soluzione; e siamo al completo!
Del “beati i poveri per scelta” di Nostro Signore nessuno ne vuol sentire, e Lui stesso, per forza, si trova in grande difficoltà, perché si accorge di venir usato nel senso opposto a quello per cui si era incarnato: non come Modello di laicità fraterna e solidale da seguire, ma come Salvatore che accompagna le anime nel socialismo dell’aldilà.
Lui è in difficoltà e soffre è perché ci vuole bene; ma il rifiuto lo paghiamo noi quando scegliamo la trinità maligna come cura per uscire dall’inferno che incombe, e bussa alla nostra porta.
Povero Signore e ancora più poveri noi…



Giovedì 16 Agosto,2018 Ore: 07:58
 
 
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