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www.ildialogo.org Esistenza, non-esistenza: addio!,di Mario Mariotti

Esistenza, non-esistenza: addio!

di Mario Mariotti

É proprio vero che noi riusciamo a non capire niente poco alla volta! "In principio era il Verbo, il verbo era presso Dio, il Verbo era Dio". Questo enunciato del Vangelo di Giovanni, non è forse vero che sono circa 1900 anni che l'avevamo e l'abbiamo sotto gli occhi? Eppure, da sempre, noi siamo soliti pensare a Dio come ad un Soggetto, come ad una persona, e non certo a pensarlo come verbo. Se invece ci mettiamo in questa prospettiva, di considerare il soggetto-Dio come Verbo, la nostra visione del mondo cambia radicalmente. Non esiste più, è superato il problema dell'esistenza o non-esistenza di Dio, per cui le persone si sono divise in credenti, agnostici ed atei. Siccome se noi leggiamo il Vangelo secondo lo Spirito vi troviamo scritto che la presenza del Signore è nello "spezzare il pane", e che, se noi lo facciamo, siamo padre, e madre, fratello e sorella di Lui, ecco che abbiamo la chiave per leggere nella concretezza storica l'esistenza o la non esistenza di Dio.
Dio esiste ed opera in coloro che amano e servono e condividono; e questo anche nei termini laici di coloro che fanno onestamente e professionalmente il proprio lavoro per il bene comune, cioè a servizio della Vita; Dio non esiste in coloro che accumulano, strumentalizzano il prossimo, giocano con la vita degli altri speculando, sfruttando, violentando i propri fratelli per servire il loro vero dio, cioè mammona. Questa semplificazione, però non è esaustiva: ci può essere la presenza di Dio-Verbo nel soggettivo, cioè in quelle persone che spendono sé stesse per il bene comune; ci può essere la negazione e la bestemmia di Dio-Verbo nelle strutture di peccato, cioè in quel capitalismo, mercato e competizione che soffocano strutturalmente la fraternità, l'uguaglianza, la libertà.
Ognuno di noi si trova sempre al bivio fra queste due diverse scelte, e risulta molto difficile mantenere una linearità ed una coerenza nel cercare di dare vita, esistenza, operatività al Verbo-Dio che vive nello spezzare il pane, e che non riesce a trovare spazio nelle precedenti strutture maligne. Nel Vangelo la ricchezza non è associata alla cattiveria, ma alla cecità rispetto alla sofferenza degli altri viventi, per cui il ricco epulone è condannato anche se buono; il mercato è in sostanza la legge del più forte, del più dotato, del più fortunato, e i perdenti vivono già l'inferno in questo mondo; la competizione include strutturalmente la divisione fra i vincitori ed i perdenti, e questi ultimi finisce che rimangono esclusi dalla fruizione di vari diritti umani fondamentali, quali cibo, casa, lavoro, istruzione e via di seguito. L'esempio del volontariato è molto significativo e chiarificato: molti spendono la loro vita facendo del bene ai poveri, ma non si pongono il problema di mettere a fuoco e di rifiutare le precedenti strutture maligne che costituiscono la radice, la fabbrica, la causa della presenza dei poveri stessi.
A me è sempre apparsa chiara la verità che, se uno coniuga il Verbo-Dio nella propria esperienza esistenziale, non è sufficiente che faccia appello solo al soggettivo. Lo spezzare il pane, cioè il condividere il necessario alla vita, allude al proprio impegno anche per una società, un'economia, una cultura strutturalmente solidali. A me è sempre apparsa chiara la verità che il Vangelo, qualora venisse incarnato, darebbe vita al comunismo con amore, ad un'economia di comunione per scelta, alla denuncia di quel cancro culturale del “Beati i ricchi” che, servendosi dei dogmi del mercato e della competizione che ci vengono da Oltre Oceano, e vengono veicolati per 25 ore al giorno dall'informazione, TV in primis, ha ormai impestato la maggioranza degli abitanti del Pianeta, rendendo quasi impossibile la costruzione del Regno, la trasformazione di questo nostro mondo secondo il Verbo.
Provando a fare una sintesi: Dio-Verbo esiste dove esiste, e non esiste dove non esiste.
Allora noi non ci dobbiamo più perdere sul problema della Sua esistenza o non-esistenza. Il nostro compito è quello di farlo esistere dove non esiste, dove viene rifiutato, dove viene bestemmiato. La domanda da fare non è quella se uno crede o non crede, ma se vive, se pratica la solidarietà e la condivisione o non lo fa. Chiamalo un impegno da poco... eppure è il solo compito che può dare senso alla vita.



Mercoledì 18 Luglio,2018 Ore: 16:46
 
 
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