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www.ildialogo.org Un gracidio inutile,di Mario Mariotti

Un gracidio inutile

di Mario Mariotti

Da quando io scrivo, e sono ormai più di cinquant'anni, le mie riflessioni hanno subìto sempre delle censure. Ero sempre sospettato di comunismo, e a volte accusato; ed inoltre venivo classificato come appartenente alla Chiesa del dissenso, dato che le mie accuse al cristianesimo vissuto in
chiave religiosa si facevano sempre più frequenti, anche a causa dell'impegolamento di S.R.Chiesa con la Democrazia Cristiana, infausto connubio che ha veicolato la cultura d'Oltre-Oceano nelle nostre contrade, con tutti gli "evangelici" effetti che oggi abbiamo sotto i nostri occhi: la Chiesa ci ha salvati del comunismo, le spade si sono trasformate in aratri; la pace regna sovrana; le differenze fra i ricchi e i poveri si sono appianate; Dio ha sollevato gli umili e abbassato i potenti.
Se però quei necrofori che mi censuravano avessero concentrato l'attenzione sui contenuti dei miei messaggi, si sarebbero accorti che erano sì destabilizzanti, ma lo erano in termini positivi. Il mio comunismo era leggere la realtà dal punto di vista degli ultimi; scegliere e praticare la cultura del necessario; condividere ciò che eccedeva con chi mancava ancora del necessario; educare al comunismo scelto in libertà e praticato con amore; arrivare ad esso attraverso l'educazione, la scuola, la crescita della persona, la profezia. Questo per quanto riguardava il soggettivo. Per quanto riguardava lo strutturale, la denuncia del capitalismo, del mercato e della competizione sarebbe stata il frutto di persone che prendevano le distanze da essi, praticando la precedente cultura nel soggettivo, ed impegnandosi politicamente per il superamento dei tre cancri maligni, ai quali oggi siamo esposti e che stanno trasformando la nostra società in un inferno di violenza ed alienazione, e ci stanno portando ad un disastro ecologico ormai irreversibile.
Socialismo e comunismo erano termini compromessi? Potevo definire il progetto anche come economia di comunione, nella logica della famiglia, con gli ultimi al primo posto. Anche la censura alle mie posizioni in rapporto al cristianesimo, poi, non aveva senso. Io mettevo in discussione quello vissuto in chiave religiosa, e proponevo il progetto dell'Incarnazione. Il primo vede l'esperienza umana come un periodo di prova; individua nell'umiltà, ubbidienza e rassegnazione le tre virtù per accedere alla patria celeste; il mondo rimane il casino che è, ed anzi, più diventa casino, e più ci permette, sopportandolo, di conquistare il premio eterno.
Se fosse vero questo, il Signore avrebbe potuto evitare di incarnarsi e di fare la fine che gli hanno fatto fare! La logica dell'Incarnazione, invece, è del tutto diversa da quella religiosa. Il mondo non è un periodo di prova, ma un cantiere in costruzione; le virtù necessarie a far proseguire i lavori sono l'indignazione per l'ingiustizia, la resistenza alla cultura maligna proposta dall'informazione condizionata dai ricchi, l'impegno a vivere nel soggettivo quello che si cerca di costruire a livello strutturale, per arrivare ad una situazione che finalmente materializzi la giustizia, l'uguaglianza, la fraternità.
Il frutto di tutto questo sarebbe stata quell'economia di comunione, o comunismo con amore, che era il risvolto strutturale di una soggettività che sceglieva e praticava lo “spezzare il pane” il condividere il necessario alla vita; perché essa, mossa dalla compassione, si determinava come mano dell'amore di Dio per noi che passa necessariamente attraverso di noi.
Ora io mi chiedo: ha avuto senso praticare la censura in rapporto ai precedenti messaggi? La sconfitta del comunismo sta portando la giustizia sulla terra? Sta trionfando l'impero del Bene? Siamo contenti del mondo di oggi? Il cristianesimo religioso è mai riuscito ad equalizzare le condizioni di coloro che sono tutti fratelli, e che dovrebbero amarsi fra loro come Dio li ama? A rispondere di no dovrebbero essere i miei lettori; ma è pure vero, che essa censura si può spiegare con molta facilità.
Io rompevo e rompo a livello soggettivo e strutturale. Il virus delle mie idee non è contagioso come non lo è il tipo di cultura che sto vivendo.
Meglio pregare Dio che faccia Lui quello che dovremmo fare noi; e meglio adattarsi all'esistente ed impegnarsi per il bene di sé stessi. Ognuno per sé, e Dio per tutti, e poi: "io speriamo che me la cavo!"
E quando ci renderemo conto che per l'ordine costituito, oggi il neoliberismo capitalista, chi dice il vero sta bestemmiando; ed esso non lo mette a tacere solo perché è riuscito nell'impresa di rincoglionire quelli che lo dovrebbero ascoltare, e quindi lui sta gracidando al vento?



Domenica 17 Giugno,2018 Ore: 11:06
 
 
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