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www.ildialogo.org Riflessioni sulla preghiera,di Mario Mariotti    

Riflessioni sulla preghiera

di Mario Mariotti    

Con più mi viene da riflettere, più mi sembra che, sotteso al Dio religioso, ci sia un Dio con dei grossi limiti, un Dio poco Dio. Prendiamo ad esempio la preghiera, che è un fondamentale nella visione religiosa di Lui. Uno prega, e tutti sappiamo bene quanti motivi esistano che spingono a pregare, per gli altri e per se stessi, ed essa preghiera, avrebbe il potere di modificare la volontà di Dio. Lui, allora, non sarebbe più Amore incondizionato per le proprie creature, ma Amore condizionato, e condizionato in certi casi ed in altri no.

Io mi sono trovato sempre in questa contraddizione: pregavo per qualcosa che sapevo gia in partenza Lui avrebbe concesso a qualcuno e a qualcun'altro no. Speravo di essere fra i fortunati, e aggiungevo la preghiera perché tutti lo fossero, fortunati. Ma la realtà non é questa, ed allora il primo attributo, il Fondamentale di Dio, cioè la giustizia, salta, non si sostiene, non regge.

Poi, a complicare le cose, ci si mettono anche i miracoli, concessi a qualcuno, ad altri no. E qui Yavé il Giusto va in crisi, e bisogna fare appello alla Sua volontà misteriosa, che ad intermittenza a volte concede, a volte nega il proprio intervento miracoloso. Poi se uno volesse sorriderci sopra, si potrebbe anche dire che la Sua attività lavorativa del compiere e concedere miracoli ha un ritmo lentissimo, tale da essere preso a modello dalla nostra burocrazia, o dagli operai degli ex Paesi dell'Est, sottospecie di bradipi coi dolori reumatici alle articolazioni ....

No, non e così, non può essere cosi, altrimenti saltano l'Amore infinito che é per tutti, e la gratuità, che e strutturalmente inclusa nell'Amare. Dio diventa parziale, misericordioso con alcuni e con altri no, e in più saremmo noi ad essere i buoni e compassionevoli, che cercano di convincere Lui ad esserlo, e quindi a concedere il miracolo!

E poi, a questo punto si entra nel problema del male, del dolore innocente, del creato strutturato come una giungla nella duale il più forte domina, il più debole soccombe, la vita é tutta una lotta per sopravvivere ed imporsi, la morte é strutturale alla vita. Se tutto questo fosse volontà di Dio, o avvenisse per Suo permesso, come dice la religione, l'Infinita Bontà naufragherebbe miseramente e il Suo riposo nel settimo giorno lascierebbe alle spalle un creato che, a definirlo un casino, si potrebbe venir accusati di diffamazione da parte dell'ordine dei casini.

No, non può essere cosi. Quando io sento dire che Dio dispone della vita e della morte; quando sento dire da Obama che i venti piccini assassinati nella scuola da uno che e il prodotto estremo di una cultura che si nutre di violenza e trova fisiologico l'uso delle armi per risolvere i problemi, che è stato Dio che li ha chiamati a se, io trovo questi enunciati altrettante bestemmie! Lui non vuole né il male né la morte! Dio non può essere contemporaneamente buono, Amore infinito e incondizionato, e Onnipotente, per cui potrebbe intervenire e non lo fa, o permette quello che potrebbe evitare, ed essere causa di tutto, compreso il male.

Per me, Dio é solamente buono; la Sua immagine-sostanza e inclusa nel Paradigma-Gesù; Lui non è onnipotente, ha bisogno di noi, delle nostre mani, per intervenire nella storia, nel mondo, nel quale é collocato dentro a noi stessi, per portare a compimento una creazione che è ancora nelle doglie del parto, ma che dovrà approdare in quel Regno dove l'Amore sarà tutto compiuto in tutti.

Per me la prova che Dio e Amore sta nel fatto che, se uno ama e condivide, che se noi incarniamo amore e condivisione, giustizia, e solidarietà, tutti valori laici, senza etichetta, senza timbri religiosi,

cresce la vita, i viventi sperimentano il necessario e la gioia, anche i minimi vengono inclusi nell'Amore incarnato.

Se noi preghiamo e ci vediamo nega quello che è stato concesso ad altri; se noi vediamo in Dio il responsabile del negativo che ci opprime senza cha mai ne abbiamo colpa, noi ci troviamo a dover scegliere fra il soffrire per un senso di colpa che ignoriamo da che cosa sia stato causato, e il ribellarci e sfogarci bestemmiando un Dio che se la prende con noi e lascia in pace altri soggetti più carogne di noi.

Come dicevo prima non può essere così, Dio è come un Padre, e il padre da ai figli tutto quello che può, senza bisogno di essere pagato. Però il suo amore per le proprie creature ha bisogno di loro per arrivare a loro, e se loro non lo incarnano, se loro, nella loro libertà, lo rifiutano, l’amore, la giustizia, la condivisione, cioè lo Spirito, non viene incarnato, e noi abbiamo l’inferno di questo mondo, preda dell’egoismo, dell’ingiustizia, dell’accumulo-ricchezza che bestemmia strutturalmente la condivisine. Per me il male non è volontà di Dio, è rifiuto e assenza di Incarnazione e frutti dei limiti di una creazione ancora incompiuta, ma prima ancora dell’alienazione e della cattiveria degli uomini.

La morte, poi, è sconfitta per il Dio dei viventi, e anche se essa è strutturale alla vita per i limiti oggettivi della materia, io credo, io credo che essa rimanga un nemico da contrastare sia per Lui che per noi. Se invece di “credere” riuscissimo ad aprirci alla compassione e scegliessimo di amare e condividere, riusciremmo a portare Dio fra noi, a farlo esistere ed operare, a trasformare il mondo, la concretezza storica secondo Lui.

L’uomo non è certamente Dio, è tralcio provvisorio della Vite, ospite temporaneo dello spirito, ma lo può far vivere, far operare, dargli corpo, materializzare amando, servendo, condividendo, lavorando per il bene comune. Questa è anche la sintesi del Messaggio incluso nell’evento Incarnazione di Gesù. Lui umanizza il divino e divinizza l’umano: la dimensione diventa una sola. Niente è sacro perché tutto è sacro; l’unico miracolo, quello vero, quello che abbiamo sempre sotto gli occhi e che non riusciamo a vedere, è la Vita; noi siamo i tralci necessari alla Vite perché possa portare frutto ai tralci stessi, e crescere, e creare, sostenere, accrescere, arricchire, saziare di necessario e di gioia la vita stessa.

Il laico Gesù, uomo-Dio venuto per servire l’uomo, ci dice questo. Sarebbe ora che incominciassimo ad ascoltarlo.

Mario Mariotti




Sabato 11 Maggio,2013 Ore: 07:08
 
 
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