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www.ildialogo.org Mostraci il Padre,di padre Aldo Bergamaschi

10 maggio 2020
Mostraci il Padre

di padre Aldo Bergamaschi

Omelia pronunciata il 17 maggio 1981
Giovanni 14,1-12

Il popolo di Israele credeva e pensava di essere stato eletto da Colui che é. Non mi piace molto questa lettera di Pietro …voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo di Dio. Facciamo attenzione alle sostituzioni, vale a dire al passaggio di bandiera, perché se dovessimo ridurre il cristianesimo al passamano della bandiera, qualcuno la strapperà al cristianesimo e dirà che bisognerà continuare a passare la mano. Invece noi sosteniamo che il cristianesimo é n eterno presente e, o è tale, oppure si rimette in fila e appartiene al novero delle religioni naturali. Ripeto, il popolo di Israele credeva e pensava di essere stato eletto da Colui che é. Dio attraversava la sua esistenza quotidiana ahimè, nel bene e nel male.

Vi sarete accorti anche voi come é fatto il mondo, ovunque ci sono buoni e cattivi, poi all'interno di questo schema, che é universale, alcuni dicono di credere in Dio, altri di non credere, altri ancora, di credere in qualcosa d’altro. Ciò che fa paura é che questo schema resti, cioè, buoni e cattivi all’interno di ogni schema sotto ogni bandiera. Ma Gesù di Nazareth - ecco la sua specificità - si presenta come uno che intrattiene con Dio una relazione originaria e diretta, non ha bisogno del gruppo, Egli sconfessa ogni e qualsiasi gruppo. Sul fondamento di questa relazione, ha innalzato una pretesa senza precedenti: si é dato, si é presentato come l'unica Verità, l'unica sorgente di Vita, l'unica Via.

Certo é una pretesa piuttosto pesante, per cui, o é o non é. Se è, vi sono delle deduzioni da trarre, se non è, ve ne sono invece altre. Da questa affermazione Io sono la via, la verità e la vita, si possono dedurre due comportamenti da parte di chi la crede vera. Suppongo che tutti noi crediamo che sia vera questa affermazione, però ripeto, si possono trarre due comportamenti.

Primo: cadere nella tentazione di criminalizzare gli altri, considerandoli deviati, fuori strada, menzogneri o nell'errore, collocati nella morte per il solo fatto di non accettare quella istituzione che presenta Cristo come via, verità e vita, identificando se stessa con Lui, ma anche per il solo fatto di rifiutare questa Verità, che Cristo sia via, verità e vita, questo é l’atteggiamento di cadere nella tentazione di criminalizzare gli altri.

Secondo: sentirsi immediatamente, dopo avere udito questa verità, chiamati alla responsabilità di battere quella via, di attuare quella verità, di vivere quella vita. Badate che il cristiano crede in Cristo Verità solo per attuarla, non per imporla agli altri con o mediante le leggi. Attenzione alla logica del gruppo che potrebbe diventare la logica di Israele. Viviamo in un’epoca in cui lo schieramento prevale sulla ricerca e sull'attuazione della Verità.

Nel medioevo bisognava stare o con il Papa o con l'Imperatore. Non c'erano vie mediane, la via media l’ha trovata uno solo, Francesco di Assisi, é uscito da questo strano gioco a scacchi in cui siamo costretti a dover parteggiare o per il Papa o per l’Imperatore. Adesso si enfatizza l'istituzione con i suoi protagonisti e si prendono costoro come criteri di verità in tutto ciò che fanno e dicono e intanto l'attuazione di Cristo Verità passa in sottordine. Da secoli passa in sottordine l’attuazione di Cristo verità, via e vita, gli altri combattono un crociato. Non potendo combattere san Francesco, non v'é dubbio, debbono combattere un crociato.

Noi siamo costretti, per logica di gruppo, a rintuzzare anzitutto i colpi inflitti al crociato e così entriamo in massa nel conflitto ideologico religioso e nessuno pensa più ad attuare seriamente il Cristo, via, verità e vita. La retorica della identificazione fra noi e la Verità non ha uno spazio serio. Questa retorica ha originato quelle contestazioni al messaggio cristiano che rimettono Cristo nella serie delle conquiste storiche senza accettarlo come valore decisivo. Almeno da un secolo a questa parte l'uomo sta ormai sganciandosi anche dal messaggio cristiano, si capisce da come i cristiani, storicamente, sono apparsi irrilevanti, vale a dire, non hanno continuato se non come affermazione di gruppo, la Verità cristiana.

Prima di venire alla spiegazione dell'ultimo passo, dove Gesù prevede appunto che i cristiani debbano compiere opere più grandi delle Sue, vi dirò io come possiamo fare dei miracoli più grandi di quelli che ha fatto Lui, ed è questo il punto che non vogliamo capire. Noi abbiamo l'obbligo morale di fare delle opere molto più grandi di quelle che ha fatto Gesù Cristo, perché Lui é morto e ha chiuso la sua vicenda terrena abbastanza presto. Continuare Lui vuol dire continuare ciò che Lui ha fatto, e vuol dire fare cose maggiori giacché Egli le ha previste, ma noi non lo vogliamo capire.

Lasciatemi fare allora un cappello. Il principio, che la perfezione umana ideale é come un germe che si sviluppa attraverso molteplici incarnazioni di cui Cristo é un importante capitolo, era stato puntualizzato poco più di un secolo fa da Strauss nella “Vita di Gesù”, che ha dato poi il via a tutta la contestazione religiosa che ha condotto alla teologia della morte di Dio. Ecco la domanda: Tutta la perfezione della specie, come può concentrarsi in un individuo determinato? Questa è la critica a Cristo che si presenta come verità, via e vita. Solo il genere umano - rispondono questi signori - nella sua totalità può essere il portatore di questa perfezione, per cui, l'uomo Dio non é Gesù di Nazareth, ma é, dirà Feurbach, l’umanità.

Bene, la risposta a questa domanda noi la troviamo nel testo evangelico, ma la troviamo solo lì, purtroppo, non la troviamo nella storia del cristianesimo. Non dobbiamo rattristarci, perché c'é qualcuno che mette in dubbio quell'asserto e lo mette in dubbio esattamente perché non é accaduto ciò che doveva accadere, vale a dire, non è avvenuta questa perfezione. É sì nell'uomo Dio in quanto tale, ma é nell'uomo Dio in quanto, questo uomo Dio ha la continuità storica in coloro che credono in Lui.

Ora mi rivolgo ai miei confratelli cristiani e cerchiamo di tirare fuori le castagne dal fuoco. Dice Gesù: …anche chi crede in me compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi... Noi invece tendiamo sempre a riprodurre e a ripetere il fatto religioso, ora incrementandolo ora no, ora facendo una processione, ora facendo un pellegrinaggio, ora facendo una via crucis, ora facendo una cerimonia. Oppure ci rimettiamo a dire che il cristiano deve fermentare le strutture sociali senza però dire come. Non abbiamo altri orizzonti perché quando ci mettiamo al come, allora diciamo che bisognerà avere un poco di fantasia per poter risolvere il famoso problema: rapporto fra capitale e lavoro.

Precisiamo, l'uomo ha fatto progressi in tutti i campi dello scibile, perché tale progresso é legato alla celebrazione dell'io, sono abbastanza sintetico ma credo di essere anche abbastanza chiaro. Non é riuscito invece a fare progressi nel settore della fratellanza perché li ci sono i rapporti umani e nei rapporti umani non si fanno progressi se non a prezzo di rinuncia di sè. Nella ricerca scientifica, il ricercatore afferma se stesso nell'attuare il progresso, ma nei rapporti umani dobbiamo rinunciare a noi stessi. Ecco il discorso che non vogliamo capire e questo dovrebbe essere lo specifico cristiano. Tale progresso è legato alla conversione di se, al fatto di accettare Cristo come verità, come via, come vita.

I cristiani sono colpevoli perché si accaniscono a difendere i valori cristiani contro gli attacchi altrui, senza preoccuparsi minimamente di mostrare come Cristo é via, verità e vita. Dove? Nei rapporti fondamentali della convivenza. Un solo accenno vi farà riflettere su ciò che io dico. Dunque, la terra potrebbe produrre tanto cibo da sfamare 40 miliardi di uomini, chiaro? Bene, come mai non riusciamo a dare da mangiare neanche a quei tre o quattro miliardi che ci sono? Il capitale finanziario, tutti sappiamo che cosa è, é diventato troppo voluminoso rispetto al capitale prodotto dal lavoro. Ecco allora il paradosso. Tutti noi siamo alla ricerca del danaro, nessuno di noi é alla ricerca del lavoro produttivo, e quello lo facciamo come schiavi unicamente per accedere al danaro. I cristiani, nel porsi e nel risolvere questo problema, dove sono? Sono latitanti. Allora è perfettamente inutile gridare che Gesù é Via, Verità e Vita, se proprio noi che crediamo in questa Verità, non ci applichiamo ad attuarla.
 



Martedì 12 Maggio,2020 Ore: 17:45
 
 
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