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www.ildialogo.org Lo Spirito travalica la materia,di padre Aldo Bergamaschi

1 marzo 2020
Lo Spirito travalica la materia

di padre Aldo Bergamaschi

Omelia pronunciata il 17 marzo 2002
Matteo: 4, 1-11
 
Siamo a un passo drammatico, abbiamo il problema della tentazione. In linea generale la domanda è questa: come mai tutte le cose sono state fatte da Dio e possono diventare una tentazione per noi? L’ubriacone non vuole smettere di bere e dice che l’uva l’ha creata Dio. Dal vino passate al sesso, passate alla vita dove ci confrontiamo gli uni con gli altri: la gloria, la potenza, il dominio. Resta vero che Dio ha creato tutte le cose, però c’è un ordine nell’accedere a quelle cose e ci sono i finalismi che se non sono rispettati, nascono le nostre tragedie, singole e collettive.
 
Nella prima lettura - in questo caso gli autori sacri non infieriscono sulla donna - si dice che è stata la donna che ha preso la mela, Adamo dà la colpa a Eva, lei dà la colpa al demonio e così via. Il punto debole della fortezza è probabilmente Eva. Se l’uomo è intellettualmente più forte lo è solo ad alcuni livelli, quando abbiamo il livello del genio - Simone Weil vale tanto come Aristotele - però nella generalità della situazione, è vero che in voi donne - e ci metto anche mia madre - prevale il sentimento sulla ragione.

Disse alla donna il diavolo: È vero che Dio ha detto che non dovete mangiare di nessun albero del giardino? La donna risponde: Dei frutti dell’albero del giardino, noi ne possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino, Dio ha detto di non mangiarne, altrimenti moriremo. Il punto debole è che Eva non fa suo il comando, lo subisce ed ecco dove nasce la tentazione.

Il diavolo: Dio vi hanno detto così, perché se mangerete conoscerete il bene e il male e diventerete come Dio. Tremenda questa tentazione, Eva avrebbe dovuto rispondere: Questo l’ha detto Dio e il criterio ultimo di verità è Lui, i frutti di quell’albero non li tocco, perché per vivere ci sono gli altri alberi e sono tanti. In questo caso, Eva avrebbe fatto suo il comando. Purtroppo noi ci troviamo nella situazione in cui non facciamo nostro il pensiero di Dio, perché è fatica scoprirlo. Questa è la prima considerazione.

La seconda riguarda un problema filosofico di prima grandezza. È vero che per poterci liberare dall’uso distorto delle cose, bisogna che noi conosciamo il pensiero di Dio, ed è cosa difficile. Questo principio è caduto quando l’idealismo ha posto il principio per cui siamo noi i creatori delle cose. Ho qui una penna e questa penna è tale perché corrisponde all’idea dell’ingegnere che l’ha costruita, questa sarebbe la verità logica. La penna debbo definirla appellandomi al pensiero di quell’ingegnere. Cosa è un gatto? Un gatto – seguendo il paradigma di prima – è un animale, già lo qualifichiamo, che è nato prima di noi, era nel mondo prima di noi, opera della stessa intelligenza che ha fatto lui, me, le piante e via via tutto il resto. Ma, chi mi dice tutto questo? Ecco dove nasce il dramma dell’idealismo, io non ho l’esperienza, mentre per la penna so che è stato l’ingegnere a farla, quando mi porgi il problema del gatto, nascono grattacapi. Bisogna, o ammettere la creazione, per cui sulla scena restano soltanto due cose: il mio io che conosce quel gatto, o cavallo e tutta la realtà che ci sta di fronte, diciamo il mondo. Se ammetto che dietro al mondo e al gatto e al cavallo c’è un pensiero che lo ha costruito, nei confronti del gatto avrò taluni atteggiamenti anziché altri. Ecco dove nasce la difesa degli animali, ecc.

Se sulla scena resta soltanto il mio io e dall’atra parte il mondo, Hegel dirà: L’io è spirito, il mondo è materia. Dunque lo spirito è più della materia, allora sono io che creo il mondo. Ed è giusto sotto questo profilo, una volta che voi avete tolto alla radice del mondo il pensiero divino. Quando avete tolto nelle cose il fondamento, la radice, il pensiero di Dio, voi le manovrate a vostro piacimento, non ci sono più limiti in tutta la realtà. Questa disquisizione è importantissima, specialmente per i giovani che si avviano allo studio, vi ho dato la spiegazione almeno di un secolo di studi filosofici.

Per spiegarvi come ci si libera da una tentazione restando su questa linea, vi porterò l’esempio di S. Francesco. Nella nostra tradizione occidentale si diceva e si dice: quando sei tentato cerca di soffocare il male in due modi, o scappi, fuggi dalla tentazione; oppure ti getti in mezzo alle spine. Prendiamo la di tentazione impura quella classica, S. Benedetto di fronte alle tentazioni impure (poverino) si gettava in mezzo alle spine. Certo che di fronte a un raffreddamento del genere tutto si placa, però si stronca la tentazione dal punto di vista fisico, ma non la guarisce nel cervello.

La tentazione nasce nel cervello e S. Francesco ci da una linea regale di come affrontarlo. Anche lui in un primo momento si getta nelle spine poi – vedi vita del Celano – chiama i suoi frati e mostra come si fa a liberarci dalle tentazioni. Durante l’inverno, immergersi in un lago ghiacciato scappano tutte le tentazioni. Poi si accorge che quella non è la strada. Gesù non fugge, Gesù non si getta nelle spine, ma dialoga con il tentatore. S. Francesco un giorno d'inverno – Voltaire non è d’accordo, tanto per dirvi dell’illuminismo – Francesco, modella tre pupazzetti di neve, poi prende una scopa la mette in mano alla serva e dice: ecco Francesco questa è tua moglie (una statua di neve); con gli altri sono i tuoi bambini; questa è la tua fantesca.

Qui c’è la strada regale, quell’azione è una specie di iniezione - facciamo così per combattere una malattia infettiva - facciamo una iniezione della stessa materia, ma l’iniezione qui è fatta a fondo. Ecco tua moglie: cosa è una moglie? Cosa è una donna? È una macchinetta per produrre dei bambini? È una compagna di emozioni fisiche e psicologiche? Oppure è ossa delle mie ossa? Cominciamo a entrare in una definizione biblica. Oppure è un soggetto simile a te per aiutarti a raggiungere un fine che si può ottenere soltanto in due: quello di moltiplicare la specie. Dove va a finire la tentazione, quando spingo fino in fondo la ricerca della definizione e scopro il pensiero di Dio? Dio creò la donna e la mise accanto all’uomo perché fosse un aiuto simile a lui e l’aiuto e disse moltiplicatevi. Non vorrei che quella parola “moltiplicatevi” volesse dire l’incremento della famiglia, cioè l’invito alle donne di diventare delle coniglie.

Quel moltiplicatevi, alla luce di ciò che vi ho detto, usate il sesso per quel motivo sovrano che lo nobilita, che lo fa diventare un poema, mentre sarete nella tentazione di usare il sesso per tutte altre motivazioni. Ecco cosa vuol dire moltiplicatevi, che non vuol dire: fate figli, fate figli... non sono per questa interpretazione. Una volta che ho trovato il pensiero di Dio al fondo delle cose, vi domando dove va la tentazione? Mi accosto a tutte le realtà con l’animo pulito, esercito la mia libertà in senso sovrano, divino. Liberi non sono quelli che possono fare il bene e il male, libero è solo Dio il quale fa solo il bene; a questo dobbiamo noi mirare, ed ecco perché la nostra libertà ha come punto di riferimento la Verità. Quando avrò scoperto tutta Verità sulle situazioni, sulle cose, sulle persone che mi stanno accanto, io non ho più nessuna tentazione, da quel momento inizia soltanto la via del bene.



 



Domenica 01 Marzo,2020 Ore: 19:42
 
 
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