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www.ildialogo.org Dio venuto finalmente tra noi,di Padre Aldo Bergamaschi

22 dicembre 2019
Dio venuto finalmente tra noi

di Padre Aldo Bergamaschi

Omelia pronunciata il 18 dicembre 1983
Matteo 1, 18 -24

Oggi proseguiamo un discorso catechetico che avevamo iniziato l'anno passato. Quindi mi rivolgo al vostro intelletto, anche se qui, dal punto di vista psicologico, ci sarebbe stata una grande materia per esplorare i rapporti tra queste due anime, fra questi due sposi particolari, questi due fidanzati particolari Giuseppe e Maria. Adesso, dal punto di vista catechetico, dovrò fare non più delle analisi psicologiche, ma delle analisi razionali. Mi pare di avere detto, che quando i genitori dovessero decidere di fare una buona educazione sessuale per i loro figli, probabilmente non c'è bisogno di andare a cercare lontano il filo conduttore, basterebbe riaprire questi testi, qui tutto è chiaro. E questo è soltanto un testo. Purtroppo le nostre educazioni sessuali le facciamo nei crocicchi delle strade, nei bar eccetera, dove cioè si definalizza e banalizza tutto. Teniamo noi legato il discorso a un discorso che eleva. Cari genitori bisogna pure che abbiamo il coraggio e la forza di affrontare questo argomento. Ripeto, per affrontarlo non c'è bisogno di andare a disturbare psicologi o psichiatri. Ma ecco qui un testo guida.

Veniamo al tema. San Matteo probabilmente ha una tesi da provare, e quando uno ha una tesi da provare rischia poi di curvare i fatti. Gesù attraverso Giuseppe, fa parte della casa di Davide. Non si può concepire un fondatore che non abbia una sua radice gloriosa e questo scopo viene raggiunto attraverso un racconto che gli ebrei chiamano mitrascico; mitrasc o mitràsc, vuol dire ricerca, interpretazione. Ecco qui come sarebbe congegnato il contesto culturale. Da un lato c'è la Torà, la legge che conteneva ogni cosa, così come noi diciamo il Vangelo contiene ogni cosa. Ma quando si tratta di esplicitare queste cose, allora si dice che vi è una specie di interpretazione che appunto gli ebrei chiamano mitrasc, che farebbe, o condurrebbe in porto questo servizio.

Analizzando ora questa introduzione di Matteo al Vangelo, si vede che il punto di partenza è sempre una citazione dell'Antico Testamento. Cito: Tutto ciò avvenne per adempiere quello che il Signore aveva detto per mezzo del profeta, ecco la vergine partorirà… vedete la citazione del testo sacro. Poi succede come nel secondo capitolo, che leggeremo semmai nelle domeniche successive, ci troviamo di fronte a elementi pittoreschi o se volete a degli abbellimenti o dati, addirittura qualcuno dice, folcloristici. Per esempio la stella, per esempio i sogni, quei Magi famosi e così via. Quindi si potrebbe dire che alcuni scribi cristiani vicini alla sinagoga hanno esattamente manipolato questo testo. Ho detto una parola grossa, certamente non era nelle loro intenzioni quello di manipolare, ma di fare arrivare mediante un racconto quella verità che io vi ho detto, alle coscienze. Sicché queste citazioni bibliche, che noi abbiamo incontrato almeno due volte in questo passo, ci dicono che le cose dovevano andare in quel modo.

L'evangelista vuole insegnare, mediante questo genere, che, più che ai fatti, è interessato al loro significato. Matteo vuole indicare la discendenza Davidica di Gesù Cristo, attraverso Giuseppe per fare capire che egli Gesù è il messia atteso. C’è linea di continuità. E si capisce, partendo dal presupposto che Davide fosse un personaggio degno e così via, quando poi nei testi evangelici si dirà che Gesù è prima che Abramo fosse. Sarebbe anche qui una lotta ideologica per stabilire un punto fermo, che Gesù sarebbe figlio di Dio e quindi non apparterrebbe in linea di continuità, se non in un certo modo, con una certa generazione, con una certa stirpe, con certi personaggi.

E a Giuseppe, uomo al quale guardo con grande tenerezza, è affidato il compito di imporre il nome al figliolo. Gesù è l'Emmanuele vale a dire Dio-con-noi. Questo è il culmine che si possa dare ai nostri sogni, al sogno cioè di una divinità che ha preso contatto con gli uomini. Noi, secondo le tesi di coloro che non credono, saremmo dei grandi orfani sulla terra. Siamo qui gettati in questo spazio, senza legame con qualcuno che ci tenga in vita, che ci abbia dato la vita che ci attenda e così via, quindi una paternità divina sarebbe esclusa. E allora ecco qui il significato profondo appunto della venuta di Cristo che sarebbe Dio venuto finalmente tra noi.

Allora Giuseppe è necessario per la discendenza e si segnala secondo l’ordine della paternità. Ma diventa scomodo per la verginità di Maria e anche per la qualifica di Gesù Cristo come Dio-con-noi. Perché se anche Lui, è nato come sono nati tutti gli altri uomini, non sarebbe Dio con-noi. Abbiamo due fidanzati, fidanzamento voleva dire in sostanza matrimonio, dove vi erano due momenti, un momento in cui non si coabitava e il momento in cui si andava a coabitare. La parentesi miracolosa è che qui, si dichiara che quest'uomo è sposo di questa donna e questa donna è sposa promessa a quest'uomo, sennonché capita che un bel giorno si trova incinta per opera dello Spirito Santo. Voi capite, sarebbe stata una cosa assolutamente disdicevole l'uso del sesso prematrimoniale. Anche gli ebrei lo guardavano certamente come una sconvenienza, che in realtà si facesse senza le conseguenze, ma che poi ci fosse di mezzo il bambino, oggi facciamo subito il matrimonio, oppure si accettano le conseguenze.

Allora in questa parentesi accade questo fatto miracoloso. I personaggi voi capite sono un po' frastornati, il primo è San Giuseppe, avrei fatto così anch'io, e anche voi signori uomini, ma il fatto è che la Vergine sta zitta, ma lei sapeva come stavano le cose, si era rimessa alla volontà di Dio. Se Dio ha fatto questo, condurrà la barca in modo tale da dimostrare che vi è l’opera sua. Ed ecco di nuovo l'intervento divino nel sogno a pacificare Giuseppe: stai tranquillo, 1a Ragazza non ha avuto rapporti sessuali, è quella che tu pensavi che fosse, c'è in viaggio un Bambino quel Bambino è opera dello Spirito Santo. Gesù dunque è opera dello Spirito Santo e Giuseppe viene escluso da questa paternità. Non la conobbe, d'accordo, ma non la conobbe né prima né dopo, oppure dopo sì? Questo sarebbe l'interrogativo che rimane sospeso in san Matteo, e non converrebbe più alla sua tesi. Lasciamo sospeso questo discorso che magari riprenderemo e ripartiamo, ricollochiamo il discorso.

Ho detto che sto facendo della catechesi. Il racconto della nascita è stato costruito in questo modo per via deduttiva e cioè partendo dal fatto-idea che Gesù è Dio, Dio-con-noi e poi procedendo ad una sistemazione logica di ciò che poté essere accaduto o di ciò che è dovuto accadere? Che cosa allora in questo caso potrebbe restare per salvare il fatto idea? Oppure, in altro modo, che cosa può cadere del racconto senza insidiare questo punto descritto, senza cioè insidiare questo fatto idea. Sapete come la Chiesa abbia sempre insegnato che la Madonna è vergine prima, e su questo siamo tutti d'accordo, ma durante il parto, e dopo il parto, ecco l'affermazione grossa. Vediamo l’argomentazione che viene portata in genere, per dimostrare che la madonna fu vergine durante il parto.

Dunque prima di dirvi questo vi annuncio che ci sono dei negatori di grande fama, per esempio Tertulliano. Al fine di meglio provare la tesi che contro i doceti (soprattutto nei primi secoli coloro che negavano la natura corporea e umana del Cristo) che toglievano consistenza fisica a Gesù Cristo, lui sarebbe del parere che durante il parto la Madonna non fu vergine, vuol dire che una rottura ci deve essere stata. San Luca dice che Maria avvolse il neonato con le sue mani in poveri panni e lo adagiò in una mangiatoia. Per fare questo vuol dire che non era impedita. Le donne possono dire meglio degli uomini, avete bisogno di un aiuto, oppure riuscite a fare tutto da sole. Quando siamo nati noi - sto pensando a mia madre, quando mi ha generato - qualcuno l'ha aiutata a prendermi in mano e finalmente poi ha mostrato a lei dicendo questo qui è tuo figlio.

San Paolo, spero che non vi sia sfuggita la lettera, non entra nei dettagli, dice che Gesù è nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, poi costituito figlio di Dio, con potenza secondo lo spirito di santificazione mediante la resurrezione dai morti. Il punto sarebbe qui, il momento dell'intervento divino in cui Cristo è veramente Dio. É figlio di Dio là, non alla nascita. Ma è ovvio che l’evangelista, partendo da questo principio che noi pure crediamo, perché la resurrezione rivela la statura del personaggio, ha dovuto fare a ritroso tutto il discorso e probabilmente rimettere in ordine 1e pezze.

Per Matteo invece, quel punto, la resurrezione, condiziona anche la nascita. É figlio di Giuseppe legalmente, perché si poteva stentare a credere come questa donna potesse presentarsi al mondo dicendo: ho avuto un figlio e questo figlio me lo ha mandato Dio. Vedete la copertura della legalità. Quindi è figlio di Giuseppe legalmente, ma non secondo la carne in senso stretto. Questa piccola antinomia esistente fra san Paolo che vedeva le cose in un certo modo e san Matteo, che invece ha consacrato il discorso in questo altro modo, su questa antinomia lascio a voi la prosecuzione della meditazione e sulla mia mezzora di catechesi.



Sabato 21 Dicembre,2019 Ore: 18:32
 
 
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