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www.ildialogo.org Sono venuto a portare il fuoco,di Padre Aldo Bergamaschi

Sono venuto a portare il fuoco

di Padre Aldo Bergamaschi

18 agosto 2019
Omelia pronunciata il 14 agosto 1977
Luca 12,49-53
Cercherò di essere breve, ma voglio chiamare il vostro cervello a un piccolo sforzo. Sarei curioso di sapere come ognuno di voi, soprattutto voi donne, che avete la propensione all’analisi, cosa pensate quando sentite una frase come questa: La Madonna è stata assunta in cielo, cosa immaginate? Non abbiamo ancora deciso se la Madonna era morta o meno, se è stata assunta da chi? Dagli Angeli, perché se fosse andata su da sola sarebbe un’ascensione come quella di Gesù. Ecco come sarebbe nata tutta la questione. La Madonna è morta o no? Ho riguardato il testo papale in cui si definisce il dogma e non trovo il problema della morte che resta dunque un dibattito aperto. Non voglio sbagliare e voglio essere preciso, vi citerò le esatte parole: “Terminato il corso della vita terrena fu assunta alla Gloria Celeste in corpo ed anima”. Terminata vuole dire che è morta? Non è definito, la definizione papale ha tenuto conto di tutto il movimento storico del pensiero attorno a questo fatto. É vero che un luogo sicuro della morte della Madonna non c’è. Se andate a Gerusalemme, vi fanno vedere la chiesa in cui c’è la tomba della Madonna, tomba per modo di dire.

Se andate a Efeso vi dicono: ecco qui c’è la casa della Madonna, dove sarebbe vissuta gli ultimi anni della sua vita. A chi credere? Il principio di non contraddizione dice che non è possibile che sia morta in due luoghi e poi non è possibile stabilire che sia morta o meno. Ecco ora ho messo lì il problema nella sua crudezza e vediamo come i nostri antichi lo avevano risolto. Quando si andò a cercare il corpo della Madonna, nessuno lo trovò, allora gli orientali dicono: Non è in terra, allora sarà in cielo. Ma per andare lassù come ha fatto, hanno portato su il corpo morto o il corpo vivo? Nel 1518, Tiziano dipinge la famosa Madonna dei Frari a Venezia, chi è andato l’ha vista, per gli altri è visibile sui testi d’arte. La disobbedienza o l’eresia di Tiziano, se così possiamo chiamarla, è quella di avere deciso pittoricamente che la Madonna è stata portata in cielo dagli Angeli, viva. Quando i frati si sono trovati davanti questo quadro lo rifiutarono, perché questo quadro non rispettava la dottrina dell’Assunzione della Vergine. Era presente l’ambasciatore dell’imperatore, che visto il quadro, lo chiese per lui. I frati allora decisero di tenerla come opera d’arte.

Ritorniamo alla questione della morte o meno della Madonna. La tesi che viene espressa nel quadro di Tiziano nel suo quadro, non rappresenta il dogma, ma lo simboleggia, altro è rappresentare il dogma, altro è simbolleggiare il dogma. Il “colpo di testa di Tiziano” ha impresso una matrice che dura tutt’oggi, se guardate nel foglietto che avete sul banco, è rappresentata la Dormizione della Madonna. Per dire che lei è andata in Paradiso, si rappresenta Gesù che ha in mano una bambina, quella bambina rappresenta l’anima della Madonna.

S. Tommaso dice che la Madonna dopo la morte (quindi accetta la tesi della morte) fu risuscitata e portata in cielo. Vi rendete conto, è come il pensare che Gesù asceso al cielo sia andato in un luogo, quando la parola cielo vuole solo indicare la trascendenza, un’altra dimensione che non ha più nulla a che fare con qualche cosa di fisico. Se noi immaginiamo che Gesù risorto, sia andato in un certo luogo, rischiamo grosso, perché mettiamo in dubbio la Risurrezione, la quale non è una riesumazione di cadavere, ma è il passaggio in una nuova dimensione, che sarà quella di tutti quando noi moriremo. Gli ortodossi addirittura dicono che la Madonna morta è stata portata in cielo ed è lassù in attesa della Risurrezione. Tutto questo per farvi capire come attorno a questo dogma, il cervello umano abbia elaborato teorie e teorie.

Nella definizione che abbiamo letto c’è un piccolo errore non si deve usare la parola “cielo” perché questo fa pulsare nella nostra testa al cielo fisico, dove i pagani mettevano le loro divinità. Lasciamo correre, è un linguaggio liturgico, però dico solo che le parole della definizione papale sono molto semplici, ve le ripeto: Terminato il corso della vita terrena fu assunta alla gloria celeste, ma la gloria celeste non è il cielo, cioè non è un luogo ma uno stato. Assunta non vuol dire trasportata, ma glorificata, c’è una bella diversità tra un concetto e una descrizione.
 
Sono venuto a portare il fuoco sulla terra: naturalmente se si trattasse del fuoco delle mitragliatrici ne avremmo già abbastanza, ma mi viene proprio il sospetto che stia crepitando il fuoco delle mitragliatrici proprio perché i cristiani non hanno acceso il fuoco portato da Gesù. E la responsabilità è sempre loro. Non a caso la civiltà occidentale inizia con il mito di Prometeo, che ha fatto compiere all'uomo un salto di qualità, dandogli una potenza senza limiti: il fuoco, sottraendolo naturalmente alla folgore celeste. Non è qui il caso di studiare i rapporti della tragedia greca fra la divinità e Prometeo. Sarebbe interessante vedere come i grandi tragediografi abbiano concepito questo rapporto fra l'uomo e la divinità. Esiodo racconta le tappe di questa rivoluzione prometeica, che ha fatto dell'uomo un essere ragionevole. All'inizio gli uomini - dice lui - guardavano senza vedere.

Ce ne sono molte delle persone che guardano senza vedere, non parliamo poi di quelle che non sanno leggere i segni dei tempi. Gesù li chiama ipocriti, vivevano nel disordine e nella confusione, per esempio non conoscevano la casa, grande conquista anche questa, il lavoro del legno, vivevano sulla terra dice Esiodo, come delle formiche agili. Facevano tutto senza ricorrere alla ragione. Ecco perché Gesù si presenterà come il Logos, come la ragione, come la completezza della cosiddetta ragione umana, che pure all'epoca illuminista ha avuto della pretese molto grosse, quella di fondare addirittura la verità prendendo se stessa come fondamento.

Ora, la rivoluzione di Prometeo è esattamente quella di dare il fuoco agli uomini, perché gli uomini per il tramite del fuoco riuscissero finalmente in tutte le altre rivoluzioni. Ad esempio, ci sono dei cibi come i fagioli o le patate, che allo stato crudo sono immangiabili, ma se si mettono al fuoco diventano dei cibi eccellenti. Se il fuoco è cosi essenziale per la nostra nutrizione, vi lascio pensare quale sia la sua importanza nell'ambito della ricerca scientifica. Ecco perché Gesù non è venuto a predicare la pace se non la pace nella verità. Quando il fuoco viene applicato all'acqua o al ferro, scatena una guerra, cioè non lascia in pace i suoi oggetti.

Non poteva predicare la pace lasciando le cose così come erano. Noi la pace la concepiamo con l’essere lasciati in pace. Mi direte che poi l'errore si rivolta e vuole distruggere la verità; cosa assolutamente impossibile, purtroppo siamo noi dei grami rappresentanti sia dell'errore che della verità. Ecco perché Gesù non è venuto a portare la pace o l'accomodamento, ma la rottura e la divisone di ciò che è stagnante nell'errore. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre. Il cristiano non è contro nessuno, egli ha come stile invece l'attuazione della verità. Mi pare che nella seconda lettera di san Paolo venga chiarito con esattezza questo punto. Il cristiano è colui che attua la sua fede tenendo fisso lo sguardo su Cristo che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori.

Gesù non si è sognato di partire contro nessuno, egli ha affermato la verità e ha attuato la verità e da questa attuazione si è scatenata la ribellione, la contestazione dell'errore nei confronti della verità. Facciamo presto qui a fare la lettura ragionevole. Allora tre contro due vuol dire che i due sono diventati cristiani e i tre non possono sopportare questo schema di vita. E due contro tre in questo caso invece sono tre quelli che sono diventati cristiani e gli altri si mettono contro. Il caso più tipico è quello di san Francesco di Assisi. Non è che san Francesco fosse contro suo padre; no, egli attua il messaggio evangelico e suo padre si mette contro di lui. Avete in questo caso la spiegazione successiva il contro figlio. Si potrebbe dire che non sono cristiani né gli uni né gli altri, o il cristiano è sempre all'opposizione, come il fuoco, o diversamente guai se egli viene contestato in quanto difensore dello statu quo.

Affermati questi principi che ci servono per leggere il testo evangelico vi porterò una esemplificazione storica clamorosa. L’apologeta san Giustino, inizia la seconda apologia con dei fatti avvenuti a Roma. Un certo Urbico, che era prefetto della città, aveva messo a morte alcuni cristiani, perché erano stati scoperti come cristiani. Allora Giustino prende la penna e si rivolge al senato romano. Dice: Io parlo nell'interesse vostro, perché voi siete della stessa nostra natura e fratelli nostri, anche se lo ignorate, anche se voi non volete esserlo fratelli nostri per l’alta dignità vostra. Voi credete di essere chissà che cosa, perché siete romani, ma attenzione, siamo fratelli secondo il messaggio di Gesù. Ecco qui per ogni dove, ad eccezione di coloro che hanno fede nella punizione del fuoco eterno, quanti vengono ripresi dal padre o da un vicino o da un fratello, o un figlio, o amico, o marito o moglie per via di una mancanza, per l'ostinazione e l'inclinazione ai piaceri e la riluttanza a dedicarsi alla virtù, aizzano i magistrati, dal diavolo posseduti, a condannarci a morte.
Ma eccomi ad esporre i fatti onde chiarirvi la causa di tutto l’avvenuto per via di Urbico, questo prefetto che ha cominciato a mettere a morte i cristiani; vedrete che siamo alle medesime anche oggi. Una donna conviveva con un uomo lussurioso, lussuriosa era anche lei, ma ella conobbe gli insegnamenti di Cristo, si corresse e tentò di indurre a emendarsi anche il marito, spiegandogli quelle massime e ammonendolo della pena dell'eterno fuoco riservata a chi vive nelle libidini e contro sana ragione. Egli invece si ostinava nelle sue dissolutezze fino ad alienarsi l'animo della moglie. Costei, ritenendo una empietà giacere ancora nello stesso letto con un uomo tutto dedito alla ricerca di piaceri contro natura e contro diritto, voleva separarsene. Senonché, esortata dai suoi a rimanere ancora nella speranza di un ravvedimento del marito, facendo forza a sé stessa, restò. Quando però venne a sapere che il marito, recatosi ad Alessandria, si comportava anche peggio, per non rendersi complice della sua iniquità e delle sue nefandezze col rimanergli congiunta e con avere in comune casa e letto, si separò mediante il ripudio.

Quella perla di marito, invece di rallegrarsi che ella avesse cessato le sue tresche di un tempo con servi e mercenari, accusò la moglie, separatasi contro sua voglia, di essere cristiana. Ella allora presentò all’imperatore una petizione chiedendo che le si fosse accordato di sistemare i propri affari, dopo avrebbe risposto all'accusa. Il marito non potendo agire contro di lei, volse tutta la sua ira contro un certo Tolomeo che aveva insegnato ad essa la dottrina cristiana e lo fece condannare da Ubico in questa maniera.

Certo, finché marito e moglie sono tutti e due lanciati in un certo modo nella concezione dell'esistenza, potranno anche andare d'accordo, ma il loro modo di andare d'accordo non è certamente fondato sulla verità, ecco perché allora il messaggio di Gesù è sempre all'attacco, perché vuole creare la divisione, in questo caso, per tentare di trovare una unità che sia fondata sulla verità. Gesù che non è “né protestante”, “né cattolico”, ahimè no, da Costantino in qua dice a chi vuole essere suo discepolo che pace vera, dico pace nella verità, non ci può essere finché il suo messaggio non è attuato. E questo lo dice, sia al Vaticano, come lo dice a noi e a tutti quanti, ripeto, a tutti quanti. Guai a quei cristiani che non sono perseguitati perché attuano il vangelo, ma perché utilizzano il vangelo per difendere i propri interessi.



Lunedì 19 Agosto,2019 Ore: 07:36
 
 
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