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www.ildialogo.org Integralismi religiosi,di padre Aldo Bergamaschi

4 novembre 2018
Integralismi religiosi

di padre Aldo Bergamaschi

Omelia pronunciata il 5 novembre 2000
Marco 12, 28-34

E siamo ancora a uno dei passi fondanti, di tutto il cattolicesimo, ma c’è un piccolo neo che non vi sarà sfuggito. Come mai Gesù dice: hai risposto bene, non sei lontano dal regno di Dio, dunque, non ci sei del tutto. Questo comandamento primo, tutte le religioni lo snocciolano in questo modo, avete sentito la prima lettura, bisognerà fare una critica a queste preghiere …non credo che abbiano il sigillo della CEI, qui sono i liturgisti che mettono insieme dei passi che mi posso permettere di criticare a fronte di quello che richiede il Vangelo.

Se voi aprite il Corano troverete più o meno la stessa solfa, come nel V.T.:amerai il Signore... Gesù ripete a memoria tenendo le distanze: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore con tutta la mente e con tutta la forza. Qui ci sono gli integralismi di tutte le religioni e dovrei parlare male di tutte le religioni e del cristianesimo caduto al rango di religione.

Dio lo vuole diceva Pietro l’Eremita, ecco il primo comandamento. Gesù aggiunge, il secondo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Se una novità c’è è questa: che Gesù lega i due e che - in un altro testo mi pare quello di Luca – Gesù specifica: il secondo poi è simile al primo. Oggi non posso spiegarvi il significato di questo “simile”, ma mi pare che il testo di Luca sia più aderente alle parole di Gesù.

Attenzione che se noi coltiviamo solo il primo possiamo creare degli integralisti, che sono sfociati nelle crociate e nelle guerre sante e così via. Gesù dice: Il secondo poi è simile al primo, nella traduzione di Luca, che ritengo la più originaria: ama il prossimo tuo come te stesso. In ogni caso, anche in questo passo Gesù lega i due: il primo che è quello di amare Dio con tutto il cuore e così via, e lo lega subito al secondo proprio perché in questo modo evitiamo gli integralismi. Quale è il limite nella misura in cui Gesù riferisce il vecchio testamenti in cui avete qui nella prima lettura un piccolo saggio. Vi faccio notare: Israele ascolta… che se osserverai tutto… sarai felice e Dio ti concederà…. Qui non ci siamo, ecco la religione del V.T.

Tu non puoi dire di amare Dio e poi non amare il prossimo. Es. una madre, cattolica che insegna le preghiere a sua figlia racconta: la mia bambina Marisa, va a giocare con le amichette giù nel cortile del condominio, è ora della merenda, i bambini sono soli ed è difficile che non vadano a litigare. Marisa, a un certo momento bisticcia con una sua amica e le sputa sulla merenda. L’altra si mette a piangere in cortile, la signora prende la figlia Marisa, la porta in casa, in camera e la fa inginocchiare davanti a un crocefisso. Dice a Marisa: adesso chiedi perdono al Signore di quello che hai fatto. La bambina si volta verso la madre e dice: ma mamma io al Signore non ho fatto niente. La signora probabilmente ha insistito tanto sul primo comandamento, ed è ovvio che la figlia non ha visto nella sua amica la violazione del secondo comandamento: amare il prossimo come se stessi.

Quindi, abbiamo bisogno di essere educati ed è qui dove viene fuori il credente, il cattolico. Quindi attenzione che l’amore al prossimo non è gratuito, a questo dobbiamo educare e dobbiamo tenere presente la lezione che ci ha dato nostro Signore. Il primo comandamento e il secondo sono legati per la vita o per la morte, ecco la specificità di Gesù. Obiezione: anche nel V.T. si dice in due testi distinti, nel Deuteronomio che abbiamo letto nella prima lettura e nel Levitico che dobbiamo amare il prossimo, senonché, se andiamo a vedere, chi è il prossimo? Il prossimo è quello della propria razza, e per gli Ebrei questo ha un grande peso. L’amore al prossimo riguardava quelli che erano dentro a Israele, ma quelli che erano fuori no. Questo è vero anche per le altre religioni: se ricordate i Romani, gli schiavi erano fuori dall’uomo libero e così i Greci e quindi questo è un peccato che percorre tutta l’umanità, ma in modo speciale percorre Israele e gli ebrei.

Ho visto sul giornale che il Papa dice che dobbiamo occuparci di tutti gli uomini di tutte le razze, ma è proprio qui, io direi al Papa di non ammettere che ci siano le razze. Anni fa mi incontrai con un rabbino, per essere rabbini bisogna sapere a memoria i cinque primi libri del Pentateuco. Mi si presenta e mi dice: io sono un rabbino e sono ebreo. Al che, io che avevo già queste idee per la testa rispondo: è come se io ti dicessi sono cristiano, che se adoperato in quel senso, non sarebbe più cristiano. Io non riconosco in voi nessuna razza, perché voi avete nella testa l’idea che Dio ha scelto un popolo privilegiandolo su gli altri, demonizzando gli altri popoli. Queste cose bisogna che ce le diciamo con molta chiarezza, ed ecco da dove deriva poi tutta la questione del razzismo, fino a quello che tutti conosciamo il nazismo e così via. È ovvio che l’impero romano ha distrutto Israele, per questo motivo e per questo motivo la Germania hitleriana ha fatto quello che ha fatto, perché loro credevano di essere di razza ariana e gli altri di razza ebraica. Lo scontro è avvenuto all’epoca dei romani, sempre per il medesimo motivo. Qui parlo a dei cristiani e questi sono i testi che rimettono a posto tutta la realtà dei rapporti esistenti fra noi uomini.

In questi giorni vediamo tutta la polemica sulla scuola, chi vi parla c’è dentro fino al collo, sono in pensione, ma fino a ieri ho insegnato a certi livelli. In questi discorsi fatti e rifatti, c’è l’errore di fondo e cioè: che voi volete affratellare gli uomini, ma la prima cosa che dovete fare voi governi è quella di trovare una lingua comune per tutti gli uomini, perché la fratellanza comincerà da lì. No, non mi ribello in nome dei soliti principi della nostra autonomia e identità, sono sciocchezze, ma mi ribello in nome del principio, che se si vuole affratellare gli uomini, come prima cosa – lo diceva già il vecchio cinese – dobbiamo prima di tutto intenderci con un linguaggio comune. Bisogna che in tutte le scuole noi troviamo una lingua che non sia di nessuno, ora prevale una lingua che opprimere in tutti i settori. E per metterci a posto anche con quelli che noi riteniamo nemici, in tutte le scuole del mondo, si insegni una seconda lingua, al fianco di quella materna e non cinquanta, come poi troveremo all’università, dove a malapena questi poveri ragazzi riescono a imparare l’Italiano.

Chiudiamo, lo scriba dice: hai detto bene, amare Dio e il prossimo vale più che fare degli olocausti e dei sacrifici, ecco dove Gesù lo loda: non sei lontano dal regno di Dio, ma non hai ancora guadagnato quello che sarà la sua specificità: Amatevi come io ho amato voi. Però almeno hai capito che l’amore di Dio e al prossimo non a che fare con i riti religiosi di tutte le religioni. I primi cristiani al mondo erano visti così: Vediamo dei cristiani, non vediamo la loro religione.



Sabato 03 Novembre,2018 Ore: 11:28
 
 
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