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www.ildialogo.org La soluzione dei problemi spetta ai credenti,di Padre Aldo Bergamaschi

16 settembre 2018
La soluzione dei problemi spetta ai credenti

di Padre Aldo Bergamaschi

Omelia pronunciata il 17 settembre 2000
Marco 8, 27-35

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: Chi dice la gente che io sia? Ed essi gli risposero: Giovanni il battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti. Ma egli replicò: E voi chi dite che io sia? Pietro gli rispose: Tu sei il Cristo. E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: Se qualcuno vuole venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà.

Un passo semplice nell’enunciato, difficoltoso nell’interpretazione. Cercherò di chiarire ciò che è sottinteso, perché, lo dico così en passant, questo passo va raffrontato con l’altro di Matteo dove Gesù consegna a Pietro le chiavi perché ha dato la definizione giusta, passo di Matteo sulla cui autenticità vedo che anche teologi raffinati hanno qualche dubbio. Vi rendete conto? Quel passo che fonda l’infallibilità papale sarebbe spurio.
Vediamo ora di affrontare questa scena: Gesù deve disingannare Pietro perché quell’affermazione Tu sei il Cristo è giusta come enunciato, ma è sbagliata nel suo cervello. E allora ecco il rimprovero, rimprovero duro perché Gesù chiama Pietro Satana, perché in fondo Pietro si associa alla tentazione di Satana il quale dice a Gesù di’ a queste pietre che diventino pane. Se ti getti giù dal tempio avrai gli angeli che..., se ti inginocchierai ti darò tutto il mondo: ecco dov’è il veleno di quella definizione. Sì, dice Pietro, tu sei il Cristo! Ma quale Cristo? Il Cristo trionfatore. La concezione di Cristo, Dio, ma secondo la valenza del Vecchio Testamento, cioè la soluzione dei problemi è tutta di tipo estrinseco.
Vi prego di seguirmi perché adesso tocco un punto molto delicato. L’atteggiamento del teista qual è? Noi, quando parliamo di Dio, diciamo che Dio è onnipotente e che quindi può fare tutto. Quando ci ammaliamo cominciamo a pregare perché Dio ci liberi dalla malattia, ma Dio non ci libera. Allora diciamo: ma come, non ci avete insegnato che Dio è onnipotente e che può fare tutto? Dunque perché non mi toglie la malattia?
Allora Pietro pensa a Gesù come Lo pensava Satana, quando Lo invitava a trasformare le pietre in pani, ma Gesù è proprio venuto per questo, ad insegnarci a soffrire, ad assumerci le sofferenze implicite nelle conquiste scientifiche!
Io da questo pulpito ho detto che il futuro cristianesimo dovrà risolvere due problemi: il problema della ricerca sull’handicap e il problema della soluzione dei rapporti fra capitale e lavoro. Sì, certo, le pietre potranno diventare pane, ma non a colpi di bacchetta magica. D’accordo, Gesù è proprio venuto a darci la possibilità di cambiare le pietre in pane, ma come? Spaccando le pietre, riducendole in polvere, in questa polvere semineremo il frumento il quale ci darà il pane. Ma, per fare questo, bisogna sottoporsi al sacrificio del lavoro! Ecco la rivelazione di Gesù. Ecco i miracoli che Gesù ci ha abilitati a fare: Farete cose più grandi delle mie e le cose più grandi delle Sue sono ancora da fare. Sono quelle che ci fanno tribolare giorno per giorno, sono tutte le questioni che abbiamo lì, alla porta.
Fanno pena i politici i quali continuano dire: vedrete che se andiamo noi al potere risolveremo... No, io dico che la colpa, cioè la responsabilità della soluzione di questi problemi è dei credenti, di noi. Che poi questi credenti siano in politica o meno, questo non mi interessa. Io parlo qui a quelli che hanno fede, cioè a quelli che credono nella venuta di Gesù e che credono che Gesù sia il Messia e che Gesù sia Dio. Quindi, nessun miracolo dall’esterno, ma la venuta di Cristo deve mutare l’interiorità di noi uomini, in modo da farci diventare capaci di risolvere problemi che solo con la fede possiamo risolvere.
Per esempio, andiamo subito a toccare il grosso problema: il rapporto fra capitale e lavoro. Questa proposta del rinnegamento di sé che fa parte dell’ultimo momento del discorso. Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce... Questo è un discorso molto importante. La scansione è questa: se il chicco di grano volesse, con la scusa di essere se stesso, restare inattaccabile, voi non avrete mai il pane. Il chicco di grano deve rinunciare ad essere tale perché di lui si possa fare il pane. Ma questo è vero anche per il pane, se il pane volesse considerarsi una cosa assoluta in sé, senza capire che è fatto per nutrire gli uomini, voi morireste di fame.
Ecco dunque che allora la scansione arriva fino all’uomo, e noi, dopo aver mangiato il pane, siamo qui, vogliamo restare quello che siamo? Ed ecco qui il conflitto fra il messaggio di Gesù e quello che noi chiamiamo l’umanesimo radicale, di cui adesso sia gli uomini politici che gli uomini di cultura continuano a parlare. Oh - diceva un politico - noi siamo per una società integralmente umana. Cosa vuole dire integralmente umana? Ritorna la questione del chicco di frumento e del pane che deve a sua volta rinunciare a sé stesso per nutrire gli uomini. E l’uomo, a sua volta, deve rinunciare ad essere così com’è per diventare quello che deve essere. Allora ecco qui il punto. Noi cattolici continuiamo a dire siamo nella Verità e con s. Pietro il quale dice Gesù, tu sei il Cristo, ma dentro la sua testa ha tutti quei pensieri di cui vi ho detto, cioè una falsa concezione di Dio, ecco perché è Satana.
La questione dei rapporti fra capitale e lavoro è lì che ci aspetta. Cercherò di essere un tantino più chiaro. Non passo qui in rassegna i concetti grossi, cioè da dove è derivato il marxismo, che è stata una presa di posizione contro Hegel – il massimo filosofo dell’idealismo – il quale aveva tentato la spiegazione di come nel mondo i rapporti umani siano finiti in questo duetto padrone-schiavo.
Oggi siamo in una situazione in cui ognuno di noi o è uno che dà lavoro o è uno che lavora. Fate il vostro esame, ognuno di voi è uno che dice ad un altro tu lavora ed io ti pago, oppure è uno che riceve la paga, perché qualcuno gli fa fare qualcosa. Sono problemi di ogni giorno e perché? Con tutte le nostre verità, dove sono i cristiani che hanno risolto questo problema? Nell’America Latina sono tutti cattolici, eppure voi vedete lì quali sacche di povertà e di miseria!
Quando riusciremo a risolvere questo problema del rapporto tra capitale e lavoro, avremo fatto il primo miracolo per cui potremmo dire a Gesù: Gesù, tu sei il Cristo, perché ci hai insegnato che prima di andare al lavoro siamo fratelli. Lavoriamo tutti e due ad un progetto comune, ognuno con i suoi talenti, ed alla fine, quando avremo prodotto il capitale finanziario, ce lo divideremo in parti eguali. Questo è il miracolo che ci aspetta per il futuro.



Domenica 16 Settembre,2018 Ore: 18:56
 
 
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