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www.ildialogo.org L'unico mediatore,di Padre Aldo Bergamaschi

Vangelo 12 agosto 2018
L'unico mediatore

di Padre Aldo Bergamaschi

Omelia pronunciata il 13 agosto 2000

Giovanni 6, 41-51

Questo passo di San Giovanni, contiene tutte le problematiche che oramai si sono ridotte al nodo e, personalmente credo che sia di Gesù soltanto la prima metà del brano evangelico, e che il resto sia invece una elaborazione di San Giovanni che ha detto di Cristo ciò che lui stesso non poteva dire di sé. La prova della sua divinità, secondo le categorie nostre, dovrebbe essere la prova folgorante di un miracolo, come ad esempio trasformare un mattone in un capriolo. Questa è la mentalità nostra.

Vi dico questo perché in questi giorni ho visto dei documentari dove tornano le figure che hanno segnato la storia dell’occidente, Alessandro Magno, Cesare, Napoleone, attorno ai quali è sempre circolata un’aura di divinità. Mi pare di avere accennato qualche volta da questo pulpito al caso di Alessandro Magno che è sintomatico. Voi sapete che la madre gli aveva detto che lui non era figlio di Filippo, per delle motivazioni che adesso non sto qui a dirvi, la madre ha detto che il figlio l’ha avuto da Ammone. Voi sentite qui qualcosa di grosso, come l’annuncio di Gabriele alla Madonna. Quando Alessandro Magno partì per l’impresa asiatica, la madre gli disse: Ricordati che tuo padre è Ammone Dio - riferito al tempio di Ammone che è in Egitto - e ricordati di compiere delle imprese degne della tua origine, tu non sei figlio di Filippo, ma del Dio Ammone.

Questo ragazzo, Alessandro Magno, era giovane e rimase scosso. Dice Plutarco che in realtà fu travagliato da una duplice credenza: da un lato credeva di essere Dio, relativamente agli altri popoli e di essere di origine greca rispetto ai Greci, i quali furono governati da lui con il rispetto dei principi Aristotelici, Aristotele, infatti, era suo maestro. La madre gli aveva inoculato nella testa questa idea e quindi quando arriva in Egitto va nel santuario di Ammone e accade - dice Plutarco - un fenomeno strano, il sacerdote lo avrebbe dovuto ricevere con le parole: benvenuto Paichion, che vorrebbe dire figliolo in greco, ma gli scappa detto benvenuto Paitios, cioè figlio di Dio. Alessandro si convinse che in realtà suo padre era Dio. Così cominciò un’avventura, perché quando scriveva ad Atene, fino ad un certo punto scrisse: Alessandro figlio di Dio, poi alla fine i suoi generali lo convinsero. Del resto la filosofia greca non poteva ammettere cose di questo genere e finalmente nell’ultima lettera scrive agli Ateniesi: Alessandro figlio di Filippo. Meno male dicono, ti sei rimesso in linea con tutti gli altri.

Vi ho detto questo, perché qui esattamente abbiamo l’affermazione di Gesù che paga dazio Io sono il pane disceso dal cielo. Se voi parlate con un musulmano negherà che Gesù è figlio di Dio, perché Dio non può avere figli, che è giusto come principio, però, anche lui sarà convinto che la “Pietra Nera” che si trova alla Mecca viene dal cielo nel senso detto da qui. Gesù ha la polemica con coloro che dicevano che la manna era il pane mandato da Dio, e dice loro: attenzione il Pane disceso dal cielo sono Io.

Ora sintetizzo, il rapporto fra l’uomo e Dio passa attraverso la Sua persona. La mia affermazione è grave, gravissima, e adesso vi dirò perché siamo in crisi. L’unica parola di Dio al mondo è Gesù Cristo. L’ho detto e ripeto qui le motivazioni per le quali Gesù è stato ucciso: primo, perché contestava il sabato che era di istituzione divina secondo gli Ebrei; secondo, diceva Dio suo Padre, questa è la bestemmia e questo fu il motivo per cui Gesù fu condannato. Queste sono tutte argomentazioni che Gesù avrebbe portato per dimostrare che era Dio, però forse l’Apostolo qui le ha ricucite, rimesse insieme a distanza di anni, ricordando quello che Gesù aveva detto. Tutto questo fu affermato da Gesù e fu convalidato dalla sua Risurrezione. La Risurrezione che fu l’unico miracolo ammesso da San Paolo, quello riscatta tutto il personaggio. Tornando indietro si mettono insieme le pezze, San Paolo è convinto che Gesù diventi figlio di Dio all’atto della Risurrezione, mentre noi, facendo tutta l’elaborazione teologica, accettiamo l’idea del racconto dell’arcangelo Gabriele che annuncia alla Vergine la nascita verginale.

Mi viene in mente un altro episodio. Quando Napoleone prese il potere con tutte le sue vittorie, noi non abbiamo idea di che cosa costituì per l’epoca il fenomeno. Quando fu ricevuto a Lione dal clero, il vescovo disse: Qui abbiamo l’uomo mandato dalla Provvidenza. E qualcuno disse che la madre lo aveva concepito verginalmente. Tanto questo uomo aveva stupito il mondo, che si dovette trovare in lui una specie di origine divina. Questo ve lo dico per farvi capire che Gesù risorto è stato un tale sconvolgimento attorno alla sua persona per cui, rimettendo insieme tutte le pezze, ecco come esattamente vengono fuori tutte queste affermazioni e di San Giovanni è una delle più pesanti.

Ancora una notazioncina poi andiamo verso la conclusione. L’unica parola di Dio al mondo è Gesù Cristo. Dio non lo ha mai visto nessuno, tanto meno ha parlato a qualcuno, sentite qui la sconfessione di tutto il Vecchio Testamento: Non è vero che Dio abbia parlato con Abramo, no, l’unica parola di Dio al mondo è Gesù Cristo, avete capito, e domenica passata avete visto chi sono questi due signori Mosè ed Elia, due ometti e nulla più.

La tendenza è di identificare le parole della Chiesa con il Vangelo, tanto per essere molto chiaro con i ragazzi che sono partiti per l’incontro con il Papa: lì siete un milione e mezzo, finita la cerimonia, che potrà durare quattro o cinque giorni, ognuno di voi ritorna a casa e si ricolloca nella situazione in cui si trova, un figlio di papà o di un povero; là eravate fratelli, poi vi ricollocate dentro alla situazione drammatica. E si continua a dire che Gesù Cristo deve entrare nel ruolo politico.

L’unico che ha capito che non ci deve mai essere identità fra verità e storia, anche quando la storia è condotta dalla Chiesa - sto parlando di tutto il Medioevo e ancora fino ad oggi - è Francesco di Assisi il quale dice: Io sono rispettoso della Chiesa Cattolica, mi inginocchio di fronte ai preti che osservano le regole di Santa Romana Chiesa. Io però voglio vivere secondo il Vangelo. Il discorso è tremendo dal punto di vista concettuale, la sua etica lui non la prende dalla Chiesa, infatti Francesco non lo troviamo allineato con le operazioni della Chiesa, come le Crociate contro gli infedeli e gli eretici, Francesco non ci va perché è impegnato ad attuare il Vangelo, perché crede che Gesù Cristo sia l’unico mediatore fra Dio e gli uomini.



Martedì 14 Agosto,2018 Ore: 07:32
 
 
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