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www.ildialogo.org Il concetto di Nazione,di Padre Aldo Bergamaschi

Il concetto di Nazione

di Padre Aldo Bergamaschi

8 luglio 2018
Omelia pronunciata il 6 luglio 2003
Marco 6, 1-6
Il testo evangelico di oggi inizia così: Gesù andò nella sua patria; che brutta parola, infatti la traduzione è carente. Nell’espressione latina dal greco, la più giusta sarebbe: urbs patria (città paterna). Secondo Marco la gente si domanda se costui non è il carpentiere figlio di Maria, non dice figlio di Giuseppe, il che è corretto sul piano teologico. Molti dicono che Gesù non sia nato a Betlemme, ma che questa città sia solo un riferimento culturale e che sia nato a Nazaret, città paterna.
Circa il profeta, che non è tale in patria, Gesù non dice: Nessuno è profeta in patria, ma dice: Nessun profeta è accetto in patria. E non è accettato in patria, perché, in quanto profeta, sconfessa la patria, la patria, infatti, è sinonimo di chiusura antropologica e di potenziale razzismo. Sarebbe come l’unione europea – invocata dai fondatori che erano tre cattolici – i quali l’avevano concepita come unità globale, non come l’unione di patrie diverse.
Gli abitanti di Nazaret dunque si scandalizzano di Lui, da una approvazione iniziale si passa all’odio contro il profeta. In un passo di Marco si dice che Lo vogliono portare sul ciglio di un burrone per ucciderLo, perché va a toccare i difetti di quello che è il gruppo originario. Perché si scandalizzano di Gesù? La spiegazione la trovo in Kierkegaard, un grande cristiano che meriterebbe di essere studiato dai cattolici, anche se era di matrice protestante, ma aveva capito il fondamento del Messaggio. Kierkegaard spiega questo “scandalo” degli abitanti di Nazaret così: ciascuno può divenire oggetto di scandalo quando come individuo sembra rifiutare di sottomettersi all’ordine costituito. Si pone allora un problema: l’individuo è al di sopra dell’ordine costituito? Con questa protesta l’ordine costituito intende obbligare l’individuo o a ritrattare o a confessarsi più che uomo; quindi si ha lo scandalo. Avevano capito che in Gesù c’era qualcosa di più che in un semplice operaio ed era da domandarsi da dove era venuta a Lui tanta scienza.
Gesù ha dichiarato che l’epoca delle religioni è chiusa, mentre ne sono nate delle altre, che lo Stato Nazionale sovrano è il netto contrario del secondo precetto di Gesù: Ama il prossimo tuo come te stesso. Egli ha lavorato fino a trentatre anni e lascia il lavoro per modificarne il concetto. 
Il concetto di Nazione, da cui deriva quello di patria, sorge in Europa con l’affermazione del romanticismo – faccio delle enunciazioni – il quale concepirà la storia come una scienza sulla quale agiscono relazioni, succedendosi una all’altra nel portare la fiaccola della civiltà. Ogni nazione diventerebbe il primo attore delle vicende umane. Partendo dalle vostre nozioni storiche, osservate la Spagna, il Portogallo, non parliamo dell’Inghilterra, della Francia e anche delle più piccole come l’Olanda e il Belgio e vedrete che tutte le nazioni europee hanno avuto il loro momento di gloria in cui hanno occupato terre e hanno praticato il colonialismo. 
Analizziamo ora due autori, uno tedesco, l’altro italiano, per dimostrarvi come le radici di tutte le discordie attuali abbiano il loro fondamento nei nazionalismi. Federico Schiller in un frammento preparatorio a una lirica denominata Grandezza Tedesca (siamo all’inizio dell’Ottocento) scrive: gli inglesi sono avidi di tesori, i francesi di splendore, ai tedeschi spetta in sorte il destino più alto: vivere a contatto con lo spirito del mondo. Ogni popolo ha la sua giornata nella storia, la giornata dei tedeschi sarà la massima di tutte le età. Questo è uno dei testi più raggelanti, anche se troviamo autori con il medesimo spirito anche in Inghilterra, in Francia ecc. Anche il tentativo di Hitler di occupare non solo l’Europa, ma il mondo, è esattamente in questa concezione.
L’altro autore, un italiano, è Mazzini, sentite cosa dice: La patria è la casa dell’uomo non dello schiavo, Dio ha dato a ciascun popolo una sua missione, perché l’insieme di tutte quelle missioni, compiute in bella e santa armonia per il bene comune, rappresenterà un giorno la patria di tutti. Solo allora dovrà sparire la parola straniero, questa uscirà dalla favella degli uomini. Per lui l’umanità è essenzialmente l’Europa nuova che succede a quella del papato. Mazzini aveva dichiarato chiusa l’era cristiana. Voi capite perché i politici sono perplessi a inserire nel preambolo della nuova Costituzione europea l’Europa dalle radici cristiane. Il problema è ben altro che questo particolare, semmai è vedere se i cristiani ci sono e quale opinione debbono avere dell’Europa, infatti debbono avere come meta l’unità del genere umano. Così conclude Mazzini: Ecco il momento per l’Italia che ha la missione di universalizzare la propria vita. Ed eccolo caduto nei medesimi errori di Schiller, dei Francesi, degli Inglesi e di tutti gli altri Paesi europei. 
Gesù avrebbe fatto questo discorso di demolizione dell’ethos paesano per ribadire che i valori non erano quelli che a Nazaret si insegnavano e che c’è qualcosa d’altro al di là della piccola patria. Tutti costoro, da Mazzini a Schiller, a quelli che non ho citato, devastano il Messaggio di Gesù, perché Gesù considera illegittimo il concetto di Nazione e quindi di patria. Considera ugualmente aberrante la teoria della missione affidata da Dio ad ogni popolo, questo è il momento peggiore di tutto il Vecchio Testamento ed è anche uno dei motivi per cui Gesù muore in croce. Ma soltanto le Sue parole potranno universalizzarsi. 
Vi citerò l’analisi di Manzoni, che vive più o meno in quell’epoca, muore nel 1873. Molti diranno che era per l’unità d’Italia, ma bisognerà vedere con quale considerazione. Manzoni di tutto questo discorso aveva capito che la fratellanza universale è una bella rivelazione del cristianesimo, due idee: un solo Salvatore per tutti e una patria immortale per tutti, sarebbe una concezione che dovrebbe eliminare la rivalità e gli odii, non solo fra i popoli, ma anche fra gli individui. L’Italia unita è un minuscolo punto di partenza di quel concetto evangelico enunciato sopra, la sua unità merita plauso in quanto ha liberato milioni di uomini dai ghetti regionali e mafiosi, dall’isolamento linguistico e culturale. Se l’Italia è unita è perché è stata introdotta la lingua comune. Si insegna la medesima lingua, raffinata da Manzoni, riducendo le distanze tra noi e il Sud.
Il fatto prodigioso è iniziare da un qualche punto l’unità del genere umano, ma questa unità non è un valore in sé e non è un traguardo cristiano in senso stretto. Il traguardo cristiano è sempre più in là. Gesù infatti, percorreva i villaggi insegnando sui confini del mondo.



Domenica 08 Luglio,2018 Ore: 05:57
 
 
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