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www.ildialogo.org L'omelia 24 novembre 2013  ,di p. Aldo Bergamaschi

L'omelia 24 novembre 2013  

Pronunciata il 20 Novembre 1983


di p. Aldo Bergamaschi

Luca 23,35-43
In quel tempo, il popolo stava a vedere. I capi invece schernivano Gesù dicendo: “Ha salvato gli altri, salvi se stesso se è il Cristo di Dio, il suo eletto”. Anche i soldati lo schernivano, e gli accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: “Se tu sei il re dei giudei, salva te stesso”. C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei giudei. Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu Cristo? Salva te stesso e anche noi”. Ma l’altro lo rimproverava: Neanche tu hai timore di Dio, benché sia condannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”. E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso”.
Ricordo che le offerte che saranno raccolte andranno per la costruzione delle chiese. Non aggiungo altro, su questo tema ho già parlato la domenica passata e credo opportuno non ritornarci sopra. Perché allora sarei costretto a pronunciarmi successivamente sul concetto di tempio e cosi via. Una sola notazione semplicissima, ricordiamoci che il fatto di avere un tempio entro cui preghiamo, questo non ci distingue dagli altri uomini religiosi del mondo. Gesù dice che anche i pagani sanno fare questo e forse meglio di noi. Questo non dobbiamo dimenticarlo, anche i pagani sanno costruire i loro templi e poi sanno anche pregare.
Oggi celebriamo la festa di Cristo re, dunque regalità. Certo sconvolgente la posizione di Gesù nei confronti di questo ladrone. Vi faccio notare che il ladrone riconosce giusta la pena e non è un pentito, ma un convertito. Il che è assai diverso da quello che stiamo trafficando noi attorno alla legge con la questione dei pentiti.
Il buon ladrone non è un pentito è un convertito riconosce che quella pena è giusta, cosa che nessun condannato in questo mondo ha mai riconosciuto. Perché teoricamente parlando, facciamo l’ipotesi che chi ha ucciso sia un cristiano, non ci dovrebbe essere una legge che cerca di scoprirlo, perché un cristiano che commette un male di questa specie, dovrebbe essere lui a riconoscere di aver commesso un crimine, e stare in prigione tutta la vita. E d’altra parte il confessionale dovrebbe avere questo significato. Qui finalmente, un ladro si riconosce tale ed è giusto, ed ecco perché Gesù dà a lui il Paradiso.
Ci sono dei miei confratelli che salutano con “Sia lodato Gesù Cristo”, mentre il saluto di S. Francesco era “Pace e bene”, la differenza consiste dal principio che si può utilizzare Cristo senza testimoniarlo. Se in un luogo pubblico entrasse un signore e salutasse: “Allah è grande e Maometto è il suo profeta”, un Marxista dicesse: “Evviva il socialismo”. “Pace e bene”. Perché sono due valori universali sganciati da qualunque ideologia, ed è proprio qui dove il cristiano si dovrebbe distinguere dagli altri uomini sotto questo profilo. Se c'era una persona che credeva in Gesù era S. Francesco e ha dovuto ritrovare un messaggio che esprimesse dall’interno ciò che è la testimonianza cristiana. Ripeto, essere cristiani vuol dire che Cristo dall’interno, ci ha talmente mutati da renderci capaci di trovare una scala comune di valori, tale cioè da dimostrare in maniera effettiva che tra me e il mio fratello che incontro, non ci deve essere barriera alcuna e meno che meno quel Cristo che si propone di togliere le barriere.
Allora, questa festa di Cristo Re. È stato Lui a dire che era re, però ha precisato davanti a Ponzio Pilato, che il suo regno non è di questo mondo. Quasi dunque a contestare tutte queste regalità.
Ma noi storicamente abbiamo seguito altre strade, abbiamo fatto di tutto per introdurre Cristo anche come re, e probabilmente introducendolo nell’ordine della mondanità insieme con tutte le altre mondanità. Quando invece la sua regalità va intesa come una regalità di ordine salvifico rispetto a quelle storiche.
Adesso due episodi storici ormai chiusi, non di attualità. Firenze elegge re Cristo, 9 Febbraio 1527, è una domenica, il consiglio grande è adunato nel Palazzo dei Signori, dopo la pestilenza che nel luglio e agosto aveva mietuto fino a 500 vittime al giorno. Gonfaloniere è un certo Niccolò Capponi, figlio del famoso Piero, sta parlando. Tutti sentono che in quelle parole vi è un’eco lontana delle parole stesse del Savonarola. Savonarola voleva appunto che Cristo fosse re di Firenze. Capponi grida: misericordia, un brivido di commozione, poi propone a Firenze repubblicana di eleggere Cristo Redentore, re dei fiorentini. (e noi di Reggio chi avevamo per re?) Si vota, su mille e cento votanti una ventina dice no. Dalle finestre della sala del consiglio si vedeva ancora il posto del rogo dove arse Savonarola cantore di Cristo Re.
Perché quei venti votarono contro? Questi pensavano che in forza della teoria dell'unico ovile con Pietro a capo - teoria sostenuta in uno scritto dello stesso Savonarola - Clemente settimo papa potesse assoggettare a se i fiorentini. Voi vedete la manovra ideologica, giacché il papa era vicario visibile del sovrano che loro si erano scelti. La logica del potere. Gli oppositori non sono dei libertini della sinistra, tanto è vero che i repubblicani, quattordici anni dopo il gesto del Capponi, riconfermarono Cristo re di Firenze, addirittura con tre giorni di festa. Sarebbe come se sotto un governo socialista, si proclamasse Cristo re della Repubblica Italiana. E sentite la motivazione: “Piacque al nostro re immortale, restituirci alla cristiana liberta, e liberarci dal durissimo giogo della tirannide”. La tirannide erano i Medici, cacciati appunto per la seconda volta.
Peggio di così, anche qui Cristo viene utilizzato contro qualcuno e non diventa mai la forza che fa diventare i credenti creatura nuova. Sono d'accordo, la tirannide é in contrasto netto con la visione cristiana del mondo dal punto di vista politico, su questo non v'è dubbio, peccato però che dal 1527 fino ai giorni nostri, la monarchia sia stata difesa esattamente come la espressione del governo divino del mondo. Fino a pochi anni fa, venivano incoronati i re nel nome di Dio e della Trinità. Ecco allora il pericolo di questo scempio, cioè dell’utilizzo di Cristo dall’esterno che fa dimenticare il concetto appunto di conversione, di metanoia e lascia i cristiani di nuovo sull’orizzonte della monarchia assoluta, laddove cioè le guerre si fanno ancora in nome di Lui, soltanto che a guidare i nostri cannoni sarà Gesù Cristo re.
Altro episodio, voi sapete che nel 1453 cadde Costantinopoli sotto i Turchi, Maometto II. Questo evento turbò tutto l'occidente cristiano. Il papa che si chiamava Nicolò V si prese una febbre che poi lo condusse alla morte per questa motivazione. Sentite cosa scrive Niccolò V: “Noi, dopo attento esame e considerazione, abbiamo concesso con le nostre lettere apostoliche al re Alfonso (di Napoli) il diritto totale e assoluto di invadere, conquistare, sottomettere tutti i paesi che sono in potere dei nemici di Cristo, sia saraceni sia pagani”. Egli organizza la crociata. Vedete cosa accade in nome della religione, noi ci sforziamo di dire che non è una guerra di religione, invece lo è, con i medesimi problemi che ritornano.
Il passo del buon ladrone è l'aspetto scandalistico della bontà. Il buon ladrone, ripeto, non è un pentito ma un convertito, non fa calcoli, ammette di ricevere il giusto, i motivi perché riceve il paradiso sono due: uno, riconosce di ricevere il giusto. L’altro motivo per cui Gesù dà il paradiso a quest'uomo è perché riconosce Dio nell'altro. E l'altro era Gesù, che nelle apparenze era un uomo un malfattore come lui. Il riconoscere nel proprio prossimo Dio, ecco e il riconoscere che si è dei delinquenti, queste sono le due specificità del vero cristiano che aprono le porte del paradiso.
Chiede di ricordarsi di lui semplicemente, egli aveva visto il cartello Gesù Re dei Giudei, probabilmente ispirato da questo e niente altro. Allora il perdono non è gratuito, lasciatemi aggiungere anche questo, il perdono si dà a chi lo chiede e a chi si riconosce colpevole.
Riconosce che Cristo è Dio, che nell'uomo c'è Dio, ecco i valori universali insegnati da Cristo e quindi lo accetta come maestro e come si potrebbe dire qui, di un mondo che non esiste, di un regno che non può essere quello di questo mondo. Il regno di questo mondo è un regno maledetto, in cui il ladro di polli deve marcire in galera, invece gli onesti uccidono l'onesto, uccidono Gesù Cristo. La stessa vicenda di Socrate. Lo accetta come maestro e come re e sogna un regno in cui non ci saranno ladri di nessuna specie.



Sabato 23 Novembre,2013 Ore: 16:47
 
 
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