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www.ildialogo.org 1 aprile 2013  ,di p. Aldo Bergamaschi

Le omelie
1 aprile 2013  

Pronunciata il 31 Marzo 1986


di p. Aldo Bergamaschi

Matteo 28,8-15

In quel tempo abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli.

Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: “Salute a voi”. Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse 1oro: “Non temete andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e la mi vedranno”.

Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di danaro ai soldati dicendo: “Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e lo hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia”.

Quelli, preso il danaro fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa vicenda si é divulgata fra i giudei fino ad oggi.

Dunque, noi abbiamo già zappato attorno a queste apparizioni del Signore. Ma si potrebbe ancora continuare col chiederci, se veramente queste donne hanno toccato Gesù. Resta sempre aperto il problema di sapere se Gesù é un cadavere rianimato oppure no. E adesso vedremo qui una storia che riassume molte problematiche che sono ancora attuali.

Vi parlerò di uno strano vescovo vissuto nel V secolo, il quale non credeva nella risurrezione, eppure lo hanno fatto vescovo, non credeva nella risurrezione dei morti, ma tutto questo perché della risurrezione di Gesù aveva una certa opinione. Vedremo come già in quell'epoca il cristianesimo si era ridotto in religione. Noi ci troviamo oggi probabilmente in una strana situazione, dove abbiamo individui anche ad alto livello comando, che sono rigidi nell'affermare dogmi, ma che poi nella vita morale sfiancano e annullano il cristianesimo.

Voglio parlarvi del vescovo Sinesio che vive tra il 370 d.C. e muore a 43 anni. Era di Cirene, di famiglia nobile e proprietario di terreni, membro della curia di Cirene e del consiglio provinciale. Questo uomo ha lasciato anche un diario, dove dice che la sua anima é cresciuta serena e in mezzo ai flutti delle passioni, ma da piccolo continuava a pregare a leggere e andare a caccia. Organizza la difesa, perché la costa era continuamente attaccata dai ladroni. Poi a ventinove anni lo troviamo finalmente a Costantinopoli.

Costantinopoli era una delle sedi dell'impero del famoso imperatore Teodosio, il quale aveva dichiarato che il cristianesimo era religione di Stato, aveva lasciato due figli, uno si chiamava Arcadio e l'altro Onorio, a uno lasciò l'oriente a l’altro lasciò 1'occidente.

Un terremoto costringe il nostro Sinesio a scappare via, si rifugia ad Alessandria. Li trova una sua vecchia professoressa, ancora giovane, si chiamava Ipazia, figlia di un grande matematico, essa stessa matematica e filosofessa di prima grandezza. Povera donna, l’hanno fatta a pezzi dentro a una chiesa. É un aspetto gravissimo questo della intolleranza dei cristiani dell'epoca. La religione di Stato, il cristianesimo, con Teodosio, poco alla volta si andava diffondendo a colpi di leggi. Ipazia, non era diventata cristiana, voleva ragionare con la sua testa e aveva criticato un prefetto perché aveva mandato via da Alessandria i giudei, li aveva cacciati con la persecuzione. Per questo un gruppo di cattolici fanatici, un giorno la fermano lungo la strada, la portano in una chiesa e viene fatta a pezzi e le sua carni furono bruciate. E poi le sue opere andarono distrutte.

Ad Alessandria, Sinesio fa visita alla sua maestra, con la quale aveva anche una corrispondenza e conosce il vescovo Teodosio, vescovo e personaggio potente. Teodosio lo circuisce e gli fa sposare una giovane cattolica. Dunque lui pagano e lei credente. Sperando cosi un po' alla volta di trascinarlo dentro, diciamo cosi, all'area cristiana. Un anno dopo scrive un trattato dei sogni dove mette a confronto l'eternità impersonale e immateriale dei neoplatonici con l'eternità personale e temporale dei cristiani, in questa opera non si decide, non sa nemmeno lui quale sia la verità sotto questo punto di vista.

Ma ecco un evento inatteso, muore improvvisamente a Tolemaide capitale della Cirenaica, il vescovo della comunità cattolica. Si pensa allora a Sinesio, serve una persona che conta. Accadrà anche in Francia, per esempio Martino di Tour – quello del mantello al povero - era stato anche lui promosso vescovo. Cosi, sant'Ambrogio a Milano la cui vicenda tutti conosciamo. Però Sinesio non era né battezzato né voleva esserlo.

Sinesio, scrive una lettera al vescovo e dice: il vescovo dovrebbe essere al di sopra delle debolezze dell'umanità, estraneo come Dio stesso ad ogni specie di divertimento, dunque non mi sento all'altezza, mi conosco, sono schiavo in città e in campagna di occupazioni volgari e basse, non mi pare che questa sia la condizione di un vescovo. Dio mi ha dato una sposa dalle stesse tue mani, perché il matrimonio, me lo hai fatto tu, ho accettato di sposare una donna cattolica, ho accettato di educare i miei figli come vuole la chiesa, però non intendo separarmi di lei né voglio accostarmi a lei furtivamente come un adultero anzi io intendo avere altri figli. C'é uno scoglio che il vescovo Teofilo deve ricordare: é difficile, per non dire impossibile strappare dal nostro spirito le condizioni che la scienza vi ha introdotto. Ora tu sai Teodosio, che la filosofia rigetta molti dogmi ammessi dal volgo, ammessi cioè dalla coscienza comune.

Ed ecco i tre dogmi: primo - dice Sinesio - non potrò mai persuadermi che l'anima sia di origine più recente del corpo. Un filosofo cattolico che ritiene l'anima essere anteriore al corpo, ma l'insegnamento cattolico volgare dell'epoca diceva invece che prima c'é il corpo, poi Dio infonde l'anima. Solo nel secolo passato, il buon Rosmini, sosteneva che l'anima veniva infusa ad un certo momento, quando era pronto a riceverla. E Sinesio non accettava perché diceva che l'anima é anteriore al corpo. Noi abbiamo anche qui divagato, attorno al problema, dicendo che siamo un pensiero di Dio dall' eternità, però siamo arrivati alla conclusione che l'anima é infusa nel corpo nell'atto della concezione.

Secondo: io non dirò mai che il mondo e le parti che lo compongono debbono perire. Se ricordate, alla fine del ciclo liturgico, vi avevo parlato della concezione del tempo di Plotino, il quale era in contrasto con la visione cristiana del mondo, il mondo secondo lui, non sarebbe terminato. Qualcuno – dice Sinesio - me lo deve dimostrare.

Terzo, la risurrezione dei morti, oggetto della comune credenza dei cristiani, per me - dice Sinesio - non é che una allegoria sacra e misteriosa. É propenso a pensarla come il grande Origene, la cui teoria fu sepolta naturalmente, da quella che noi chiamiamo la filosofia tomista. I dubbi di Sinesio sulla risurrezione dei morti, li abbiamo tutti.

Vediamo un attimo due punti soli. La risurrezione dei morti é concepita come era concepita quella di Gesù. Attenzione se voi concepite la risurrezione di Gesù come la rianimazione di un cadavere, allora avete l'obbligo di seguirne questo cadavere. Dove andava di notte, dove si rifugiava, se si immagina che fosse Lui di prima, dal momento che secondo Luca gli apostoli lo vedono per quaranta giorni.

Un bel giorno, li chiama tutti là sul monte Oliveto, si stacca da loro fisicamente come un palloncino fin che le nubi non lo ricopersero. Dunque, questo corpo sale in un luogo chiamato cielo e la logica continua, questo corpo ritornerà alla fine dei tempi sulle nubi, dove si era nascosto. Ma Lui sempre Lui vale a dire quel corpo rianimato. Ecco qui una logica che va fino in fondo e che può dare soddisfazione come pensava Sinesio alla mentalità popolare.

Ora, quando voi avete concepito in questo modo la risurrezione di Gesù, fate anche il trapasso: noi risorgeremo con questa carne. Ma se noi tagliamo alla radice questa concezione della risurrezione di Gesù, avremo quel bel risultato di doverci liberare da tutte le obiezioni e dalla risurrezione dei morti intesa in quel modo.

Purtroppo siamo tesi a rilanciare il cristianesimo come religione vincente, uno di questi capitoli é il fatto di introdurre la religione nelle scuole, caso mai facendo a pezzi qualche Ipazia, a non mostrare i frutti della risurrezione e non risolvere i problemi di cui abbiamo da duemila anni il brevetto in tasca.




Lunedì 01 Aprile,2013 Ore: 08:21
 
 
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