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www.ildialogo.org Vicofaro Pistoia: Veglia laica di memoria e resistenza, 31 luglio 2019,a cura di Mauro Matteucci

Vicofaro Pistoia: Veglia laica di memoria e resistenza, 31 luglio 2019

a cura di Mauro Matteucci

L'iniziativa è stata molto coinvolgente con un pubblico numeroso e partecipe: tra cui spiccava la presenza di un gruppo di scout di Trento e dei ragazzi accolti da don Massimo. Uno di loro ha letto la bellissima lettera inviata dal Rwanda da Yolande Mukagasana, straordinaria figura di testimone sopravvissuta al genocidio del 1994. Sono stati proiettati anche alcuni video incentrati sulla figura di Erri de Luca, del quale è stata letta la poesia "Mare nostrum". Molto coinvolgenti e suggestivi l.'installazione con la rete squarciata e il salvagente rotto insieme all'accensione delle candele e al getto del sale. Ha prevalso in tutta la serata una profonda umanità condivisa in un'epoca dominata da disumanizzazione e indifferenza.
Di seguito alcune foto dell'installazione al centro della serata Veglia di memoria e di resistenza. Poi il filmato e i testi di Erri de Luca e Yolande Mukagasana.

L’egoismo e l’intolleranza sono contro l'umanità e la Bibbia
di Yolande MUKAGASANA
La società e il tempo mentono, facciamo molta attenzione. Facciamo il bene e procediamo nel nostro cammino. Ieri non è oggi e oggi non è domani. Ma il bene è come il male. Ritroviamo ciascuno sul nostro cammino e guiderà i nostri passi durante il resto della nostra vita, che sarà accompagnata dal male o dal bene che avremo fatto perché la vita è un eterno ricominciare. La pace alla quale ciascuno aspira comincia dal nostro cuore prima di espandersi nel nostro corpo e in tutte le nostre azioni. E non dimentichiamo che il bene o il male sarà il patrimonio dei nostri eredi, i nostri figli. Quando la società e il tempo ci mentono, ci fanno deviare dal nostro cammino.
Se abbiamo avuto fortuna e la vita ci ha sorriso, non dimentichiamo che altri non l’hanno avuta. Se sono nata in Europa, non devo dimenticare che non è stato per mia scelta. Sarei potuta nascere in Africa, in America, in Asia o in Australia. E se fossi nata in Libia, Sudan del Sud come in Darfour? E se fossimo nati in Rwanda e se il genocidio perpetrato contro i Tutsi ci avesse presi di mira? E se fossimo nati da genitori vittime o assassini ? E se fossimo stati il prodotto di un padre assassino e di una madre vittima? E se oggi fossimo dei rifugiati venduti in Libia mentre fuggono le guerre dei nostri paesi verso l'Eldorado che è per noi l'Europa? Ci accade mai di pensare a questo? Oggi siamo nella gioia, ma può accadere che domani saremo nel pianto. Ci succede di pensarci mai? I giorni si succedono e non si assomigliano.
Vi invito tutti a leggere la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Questa Dichiarazione è stata pensata per l’uomo dell’Occidente ? E’ la verità o una menzogna ? E’ vero che tutti gli esseri umani sono uguali e hanno gli stessi diritti? Non hanno il diritto di abitare in qualsiasi parte del pianeta vogliono? Questo non vale anche per gli Africani? La miseria e la guerra ci hanno strappati ai nostri paesi perché non avevamo speranza nell’avvenire. Soffriamo di leggere l’odio e l’intolleranza nei vostri occhi dopo tutte le prove del viaggio. Siamo sopravvissuti grazie alla forza dello spirito dei nostri corpi.
Siamo rifugiati africani. Non possiamo restare a casa nostra e non fuggire le guerre, delle quali non portiamo nessuna responsabilità. Le ricchezze dei nostri sottosuoli sono la nostra disgrazia. I suoli sono ricchi e gli umani che vi abitano sono poveri. E’ l’ironia della sorte !
Nostra amata Africa, ti amiamo, ma partiamo come uccelli che volano in cerca del cibo, eppure ti amiamo e ti ameremo sempre!
Nostra cara Europa, siamo anche tuoi figli. Veniamo a te armati di amore e di tenerezza, di saggezza e di forza, ti offriamo la nostra forza e la nostra giovinezza e faremo di te una fortezza con i nostri diplomi universitari e le nostre conoscenze tecniche, perché ci sarai madre. Ti salveremo dalla morte del sistema e della vita. Veglieremo su te giorno e notte se riuscirai a cambiare il cielo della nostra dolorosa storia subita dal potere delle potenze.
Da noi si estraggono l’oro e i diamanti. La nostra miseria si bagna nel petrolio, ma non saziamo mai la nostra fame. La nostra Africa è imputridita da questo petrolio che respiriamo. Non costringeteci a morire, perché le nostre anime perseguiteranno i vostri figli. La felicità, è un nostro diritto e non un’utopia. L’amore sarebbe la nostra unica patria perché non ha frontiere.
Il Mediterraneo non è un suicidio, anche se è un cimitero a cielo aperto. Vi siamo spinti perché non abbiamo scelta. Cominciamo a divagare e non sappiamo più cosa diciamo. Tutti dormono e chiudono le orecchie, mentre il mare ci divora malgrado le nostre invocazioni di aiuto. Chi può comprendere che i nostri cuori sanguinano? Che fare per proteggerci dalla crudeltà degli uomini senza umanità ?
Io, rifugiato africano, davanti all’umanità, io mi scuso. Per essere stata una madre spogliata di tutti i suoi cari, io mi scuso. Per essere stato un giovane senza speranza, io mi scuso. Per non essere stato che una quantità trascurabile, io mi scuso. Per aver finto di vivere, quando sopravvivevo, io mi scuso. Per essere nato nell’ Africa nera, io mi scuso. Per essere semplicemente nato, io mi scuso. Per non aver avuto dei diritti, io mi scuso. Per essere nato in una famiglia povera e senza domani, io mi scuso. Per la colonizzazione degli spiriti dei miei antenati, io mi scuso.
Perchè la mia voce è ascoltata, io mi scuso. Sì. Per aver creduto di essere un essere umano come gli altri, io mi scuso. Insomma mi scuso di essere chi sono, però non ne sono responsabile. Mi scuso di essere semplicemente nato.
Però ho speranza perché ieri non è oggi e oggi non è domani. Ho fiducia nella vita e conservo il coraggio.
Siamo tutti degli immigrati!
Nyamata 28 luglio 2019
Yolande MUKAGASANA

 

Mare Nostro Our Father Sea
di Erri de Luca
Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell’isola e del mondo,
sia benedetto il tuo sale,
sia benedetto il tuo fondale.
Accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde,
i pescatori usciti nella notte,
le loro reti tra le tue creature,
che tornano al mattino con la pesca
dei naufraghi salvati.
Mare nostro che non sei nei cieli,
all’alba sei colore del frumento,
al tramonto dell’uva di vendemmia,
ti abbiamo seminato di annegati
più di qualunque età delle tempeste.
Mare nostro che non sei nei cieli
tu sei più giusto della terraferma,
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le abbassi a tappeto.
Custodisci le vite, le visite cadute
come foglie sul viale,
fai da autunno per loro,
da carezza, da abbraccio e bacio in fronte
di madre e padre prima di partire
Our Father Sea who are not in heaven
and enclose the borders of the island and of the world
hallowed be thy salt
hallowed be your depth.
Receive the crowded boats
with no course over your waves
the fishermen sailing all night long
their nets dropped among your creatures
who came back in the morning with the catch
of the rescued shipwrecks.
Our Father Sea who are not in heaven
at dawn you get the colour of the grain
at sunset you get the colour of the grapes
we have sowed you with drowned people
more than in any other storming age.
Our Father Sea who are not in heaven
you are fairer than the mainland
also when you raise waves like walls
then you drop them to the carpet.
Take care of the visits, of the lives
fallen as leaves on the alley
be an autumn for them
be a caress, a hug, a kiss on the brow
of mom and dad before the leaving son.



Giovedì 01 Agosto,2019 Ore: 22:20
 
 
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