- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (194) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Ancora sul divieto di registrazione anagrafica per i figli di immigrati nati in Italia,di Augusta De Piero

Ancora sul divieto di registrazione anagrafica per i figli di immigrati nati in Italia

di Augusta De Piero

14 marzo - Il teologo Brunetto Salvarani ha scritto su fb, riferendosi alla frase che altri ha pronunciato secondo cui Mussoline aveva fatto “qualche cosa di buono”:
«Ennesimo segno di decadenza di un Paese che non riesce mai a liberarsi dei fantasmi del suo passato peggiore... e ci ritroviamo qui a discutere ancora del fatto che Mussolini (Mussolini!) abbia fatto qualcosa di buono... Grande pena, grande tristezza»
Intervengo: La frase del  “qualche cosa di buono” ha perseguitato la mia fanciullezza e poi l'adolescenza. Era un luogo comune ossessivo.  E alcuni la completavano: "Il suo errore è stato entrare in  guerra". Solo più tardi, molto più tardi, si è parlato anche delle leggi razziali.
Non mi riferisco ad analisi storiografiche ma a quei luoghi comuni che costituiscono base di una cultura su cui il popolo fonda le sue scelte senza passare attraverso la conoscenza e la comprensione responsabile ed è capace di perdere  anche  il senso del ridicolo (che a questo punto coincide con non saper-voler vedere il tragico) a fronte di parlamentari eletti le cui decisioni sono prodotte dalla 'piattaforma Rousseau'.  A me sembrano simili a  persone influenzate in una scelta quale si voglia dall'aver trovato un motto confortante o stimolante  in una cartina dei baci perugina.
Siamo arrivati alla democrazia senza saperlo, per una miracolosa congiuntura di culture, responsabilità e capacità di porsi obiettivi.
Quando fu approvata la Costituzione, Benedetto Croce disse che si sarebbe dovuto cantare il Veni Creator Spiritus. E non era credente, semplicemente conosceva l'altezza cui era giunta una Assemblea eletta.
Forse è quella 'distrazione'  che ci rende capaci di accettare una norma che, incrociando burocrazia e geografia, riduce a invisibili alcuni nati in Italia.
 A costoro, figli di non comunitari (geografia!) privi di permesso di soggiorno (burocrazia), è negato il certificato di nascita, elemento che li riconosce come persone e che riconosce i loro genitori in  quanto tali. Se mamma e papà chiedessero, come dovuto, di registrane la nascita nel comune dove sono nati (in Italia!) si esporrebbero al rischio dell'espulsione.

Chiedo, perché su questo punto (per me dirimente) non ho mai avuto risposta: potrebbero nel percorso imposto dall'espulsione portare con  sé il loro bambino  senza nome?
E al teologo Brunetto Salvarani chiedo: perché i vescovi italiani nel loro Sinodo sulla famiglia del 2015 - pur impegnati a dichiararne senza moralismi (questo lo riconosco!) le criticità - di questi bambini si sono voluti disinteressare, hanno ostentato l'indifferenza che ha concesso una radicale omissione? Si legga ciò che dell'indifferenza dice e scrive la Senatrice Segre che, nella congiunzione di criminali al potere  e indifferenza dell'opinione pubblica, finì -bambina-in un lager?
Fra i vescovi del 2015, simili nel silenzio scelto per comodità o per convincimento ai loro confratelli del 1938, uno solo capì il problema e ne scrisse, il 28 giugno del 2015, sul Sole 24 ore.
Non nego che fra i succitati monsignori vi sia chi è dedito con generosità alla beneficenza, Io chiedo solidarietà nella tutela di diritti traditi, e traditi nei confronti di persone fragili, impossibilitate all'autotutela.
A loro associo le organizzazioni di donne che, pur lucidamente e responsabilmente attente ai diritti di loro coetanee, escludono dal loro campo di interessi quelle che madri non  si possono dire perché colui che hanno partorito non  può essere detto loro figlio.
Hanno cognizione sindaci, parlamentari, vescovi … persino il papa che pur si impegna a denunciare violenze visibili, anche quelle che i suoi predecessori hanno deciso di non vedere ... di ciò che significa voler ignorare la decisione crudele  che la legge, nel 2009, ha imposto?   Riusciamo a farci consapevoli  del peso che assume allo sportello di un comune un impiegato che, al momento della registrazione di una denuncia di nascita di un figlio nato in Italia , chieda il permesso di soggiorno?
(a norma del cd pacchetto sicurezza, legge 94/2009 art. 1 comma 22 lettera g  - presente nel Testo Unico sull’ immigrazione – testo coordinato dl 286/1998 art. 6/2).



Venerdì 15 Marzo,2019 Ore: 18:31
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Osservatorio sul razzismo

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info