- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (172) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org La storia di Fara, eritrea, mamma di un fagottino,di Augusta De Piero

La storia di Fara, eritrea, mamma di un fagottino

di Augusta De Piero

30 novembre 2018
Riprendiamo questo articolo, su segnalazione dell'autrice che ringraziamo, dal suo blog http://diariealtro.it/?p=6254
La solidarietà batte il razzismo: siamo tutti con Fara di Alessandro Puglia

Ondata di solidarietà nei confronti della ragazza eritrea diciannovenne sbarcata nella notte tra sabato e domenica a Pozzallo e aggredita verbalmente da alcune mamme italiane in ospedale mentre andava a trovare la figlia di soli 15 giorni, partorita in un centro di detenzione in Libia.
Il sindaco e l’ex direttrice dell’hotspot di Pozzallo le hanno fatto visita, portando un’orchidea alla madre e giocattoli per la neonata. E sul Web tra donazioni di ovetti e passeggini c’è chi le vorrebbe adottare
A quelle mamme che nel reparto di neonatologia dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa le hanno urlato frasi del tipo: “vattene via”, “porti malattie”, “tua figlia ha un virus è inaccettabile che stia qui”, verrebbe da dire guarda con chi te la stai prendendo. Perché la giovane A., nota come Fara, giovane eritrea di soli 19 anni sbarcata sabato scorso a Pozzallo, quel “fagottino gracile” di soli 15 giorni l’ha partorito non in una clinica o in un letto di ospedale, ma in una prigione in Libia, senza medici o infermieri, e con altre donne che quel parto non sono riuscite a portarlo a termine. La piccola M. non è stata infatti la sola neonata nello sbarco dei 263, in gran parte eritrei, di sabato scorso. C’era anche un’altra neonata, orfana, arrivata con lo zio o un cugino perché la madre pare proprio che sia morta proprio nello stesso lager libico dove ha partorito Fara.
Basterebbe soltanto il racconto di questa nascita difficile alla giovane eritrea per meritarsi una carezza o una parola di conforto dalle altre mamme italiane che invece l’hanno aggredita, allontanata, spaventata tanto da aver reso necessario l’intervento dei carabinieri per placare gli animi. «Quando abbiamo soccorso la piccola abbiamo notato delle crosticine di sangue e che la neonata non era ancora stata lavata. Abbiamo chiesto alla madre da quanto tempo avesse partorito e lei in inglese ha risposto “15 days”, 15 giorni, e così abbiamo capito che la bimba era nata pochi giorni prima della partenza in Libia», racconta Angelo Gugliotta, responsabile della Misericordia di Modica. Prima dell’episodio di razzismo l’associazione di volontariato cattolica tramite la sua pagina Facebook aveva lanciato una gara di solidarietà nei confronti del “fagottino” appena sbarcato, come ama ripetere Gugliotta.
Nota inutile di Augusta – I paradossi
Se il” fagottino”, figlia di Fara, fosse nato da una mamma, irregolarmente presente in Italia (per esempio una badante che avesse perso il lavoro e conseguentemente il permesso di soggiorno per la morte della persona italiana assistita), e avesse poi concepito la sua piccola e l’avesse partorita in Italia, la piccola potrebbe essere nata in un comune dove si applichi – con eroico rigore – la legge che a questa tipologia di piccoli invasori nega il certificato di nascita.
Oppure potrebbe esser stata indotta a non presentarsi allo sportello dell’ufficio anagrafe dello stesso comune perché, come ci spiega il 3° Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, anno 2016-2017 “il timore dei genitori privi di permesso di soggiorno di essere identificati come irregolari può spingere i nuclei familiari ove siano presenti donne in gravidanza sprovviste di permesso di soggiorno a non rivolgersi a strutture pubbliche per il parto, con la conseguente mancata iscrizione al registro anagrafico comunale del neonato, in violazione del diritto all’identità (art. 7 CRC), nonché dell’art. 9 CRC contro gli allontanamenti arbitrari dei figli dai propri genitori.”.
Ieri nel mio blog c’era un ottimo articolo del giornalista Fabio Folisi  (Il Friuli  e Paper) che consente di collocare questo testo in un razionale – quanto istituzionalmente ignorato – quadro di riferimento diariealtro.it
La storia di Fara, mamma di un “fagottino”
Per sapere cos’è la “misericordia” di Modica: misericordiamodica.it



Domenica 02 Dicembre,2018 Ore: 16:31
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Osservatorio sul razzismo

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info