- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (230) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Un percorso di maternità cui va reso onore,di Augusta De Piero

Un percorso di maternità cui va reso onore

di Augusta De Piero

Riprendiamo questo articolo, su segnalazione dell'autrice che ringraziamo, dal suo blog http://diariealtro.it/?p=6018
Dopo aver ascoltato gli osceni messaggi mandati a Raffaele Ariano trovo doveroso registrare l’intervento della sua mamma coraggiosa.
Così nel mio solito blog
diariealtro.it
augusta de piero
14 agosto 2018 – Un percorso di maternità cui va reso onore
Ho scritto al Presidente Mattarella (e spedito per posta normale. Chissà se la posta ha tempi biblici anche per la presidenza della Repubblica cui non sono riuscita a inviare un messaggio e mail) .
Di seguito ho trascritto la lettera della mamma di Raffaele Ariano che ho trovato nel sito di Articolo 21
Ho avuto modo di ascoltare la lettura dei messaggi ricevuti da Raffaele Ariano. Fanno paura. Perciò credo che non debba essere lasciato solo.
14 agosto 2018     Oggetto: lettera aperta al Presidente della Repubblica
Egregio Presidente
spero che Lei possa esprimere il suo pensiero su quanto Le ha scritto la mamma di Raffaele Ariano.
La donna che lo aveva accolto nella dipendenza assoluta che è propria dei neonati ora è vicina al figlio nella stima e nella condivisione di responsabilità.
Sono grata a questa mamma che può essere orgogliosa di questa sua scelta.
La saluto con stima e rispetto Augusta De Piero
Dal sito di Articolo 21
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di Annamaria Abbate, mamma di Raffaele Ariano, il viaggiatore di Trenord che ha segnalato un atto di razzismo da parte di un membro dell’equipaggio che aveva diffuso un messaggio contro coloro che definiva ‘zingari’ attraverso gli altoparlanti del treno.
Alla signora Abbate e a suo figlio Raffaele rivolgiamo tutta la nostra solidarietà e garantismo tutto il nostro supporto,

Caro Presidente,
sono la madre di Raffaele Ariano, 32enne, assegnista di ricerca in una Facoltà di Filosofia. È un privato cittadino: non un politico, non un opinionista, non una figura pubblica. Come comune cittadino ha segnalato un’azione scorretta di un capotreno, un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Per farlo ha scritto con toni pacati e rispettosi un post sul suo profilo Facebook e una lettera a un giornale locale.
Nei giorni successivi, sulla pagina Facebook Ufficiale “Lega – Salvini Premier”, è comparso un post che indicava in Raffaele il responsabile del possibile licenziamento della capotreno (licenziamento mai auspicato da mio figlio e di cui non è comparsa mai menzione nei comunicati di Trenord), con tanto di fotografia, nome e cognome e un link diretto alla sua pagina Facebook con la seguente frase: “State con la capotreno o con il denunciatore, Raffaele Ariano?”.
A partire dal post di “Lega – Salvini Premier” è seguito un vero e proprio linciaggio mediatico da parte di sostenitori della Lega e di gruppi neo-fascisti come CasaPound e Forza nuova, contenenti ingiurie e minacce all’incolumità fisica di mio figlio e della nostra famiglia. Per pudore e rispetto mi astengo dal riportar queste frasi, ma come si può evincere dal materiale documentale consegnato alla polizia, vi sono stati scandagliati i più bui recessi della barbarie umana e civile: epiteti razzisti, omofobi e misogini, diffamazioni sulla sua professionalità, centinaia di minacce di violenza fisica, con tanto di pubblicazione del nostro indirizzo di casa e promesse di incursioni punitive.
Naturalmente Raffaele sta facendo tutti i passi legali per tutelarsi. Crediamo nelle istituzioni democratiche del nostro paese e siamo fiduciosi che la giustizia saprà proteggere tanto la nostra reputazione quanto la nostra incolumità fisica, per la quale abbiamo motivo di temere per la prima volta nella nostra vita. Del profilo penale di questa triste, dolorosa vicenda, si occuperà insomma la magistratura.
La gravità di quanto accaduto va, però, molto al di là della sua persona: l’aggressione e il linciaggio mediatico che si è riversato su mio figlio, per il sol fatto di aver chiesto pubblicamente il rispetto di principi e valori scritti nella nostra Costituzione, potrebbero colpire chiunque. Quanto accaduto è un fatto politico che riguarda la nostra democrazia. La responsabilità degli insulti e delle minacce da parte degli odiatori del web è certamente personale, ma i cinquantamila commenti sul profilo di un privato cittadino non vi sono arrivati spontaneamente, bensì – per quanto ci risulta – sollecitati e guidati direttamente dalla pagina Ufficiale “Lega – Salvini Premier”. Allora mi chiedo: può essere tollerato che dalla pagina della forza politica il cui segretario è anche Ministro dell’Interno si fomenti intenzionalmente una tale campagna d’odio? È tollerabile in uno Stato di diritto che un privato cittadino possa essere minacciato nella sua incolumità per azioni riconducibili al Ministro preposto all’ordine e alla sicurezza di tutti i cittadini? In un Paese dove il Ministro dell’Interno avesse la possibilità di chiudere la bocca a chi osa dissentire su un qualsiasi tema di pubblico interesse, ci si sente più o meno sicuri?
Temo che accettare supinamente quanto è successo crei un precedente pericoloso, se non inaccettabile, per tutti. Altri, in futuro, potrebbero subire intimidazioni o, addirittura, arrivare a autolimitarsi preventivamente nell’esercizio del diritto alla libertà di manifestazione del pensiero. Quando un cittadino si trova a temere per la propria incolumità a causa di forze più grandi di lui solo per aver espresso un’opinione, per di più a difesa della pari dignità delle persone e dei principi democratici su cui si fonda il suo Paese, si prospettano tempi bui.
Confidando nella Sua persona e nel ruolo che ricopre, affido a Lei questi inquietanti quesiti e Le chiedo, rispettosamente, come cittadina e come madre, di valutare un Suo intervento, secondo i Suoi poteri e prerogative costituzionali, a tutela dei nostri diritti di cittadini italiani, del nostro ordinamento e dei valori democratici su cui si fonda.
A commento di un pezzo su fb ho inserito la nota che qui trascrivo
Nel discorso del 3 gennaio 1925 l’allora Presidente del Consiglio Benito Mussolini affermò: « La violenza, per essere risolutiva, deve essere chirurgica, intelligente, cavalleresca ».
Era il discorso proclamato nel quadro di un periodo difficile tutt’altro che immune da violenza. Nel mese di giugno 1924 era stato assassinato il deputato socialista Giacomo Matteotti.
Il Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia pronunciò allora la frase famosa che voglio ricordare: «Io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto».
Eravamo arrivati al punto in cui farsi responsabile di violenza assicurava successo politico. Mancavano 13 anni alle leggi razziali o meglio razziste, come ci ha ricordato la senatrice Segre.



Mercoledì 15 Agosto,2018 Ore: 08:09
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Osservatorio sul razzismo

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info