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www.ildialogo.org Fucili ad aria compressa contro migranti. Un dubbio e forse non solo uno,di Augusta De Piero

Fucili ad aria compressa contro migranti. Un dubbio e forse non solo uno

di Augusta De Piero

29 luglio 2018 – Dal blog: diariealtro.it
Caso o progetto?
Dato il ripetersi di notizie di feriti da fucili ad aria compressa, con una comune caratteristica di dichiarata (dallo sparatore che risulta essere maschio banco) futile casualità, ho scritto nella casella di google: “feriti fucili aria compressa”. Poco più avanti l’elenco che ne è venuto fuori.
Mi chiedo: l’elemento che lega gli episodi che ho ricopiato (e collegati con link presenti in calce) è casuale o fa parte di un surrettizio progetto per impaurire le vittime potenziali, simili a chi ha già subito lo sparo?
Potrebbe essere interessante verificare la data di acquisto di queste armi che sono praticamente in vendita libera non richiedendo porto d’armi. Sono un normale ammennicolo delle abitazioni di riferimento, presenti in famiglia da chissà quanto, o sono state acquistate di recente?
Se vale la seconda ipotesi il mio dubbio di uso preciso e progettato si rafforza.
Infatti con quell’arma nessuno può essere accusato di intenzione omicida: un pallino non ammazza.
E allora come la mettiamo con la piccola rom (punto 6 della scheda), opportunamente ricordata dal presidente Mattarella nella cerimonia del Ventaglio? Un incidente di percorso?
1. 27 luglio 2018 [R.it] Immigrato ferito al volto con una pistola aria compressa
“…Il giovane ha raccontato di essere stato avvicinato da due ragazzi in moto, che hanno poi fatto fuoco con l’arma ad aria compressa, colpendolo al volto.
Qualche settimana fa un episodio simile avvenne a Caserta, denunciato da due immigrati africani, uno dei quali rimasto ferito mentre due giorni fa, nel vicino comune di Villa di Briano, un gruppo di cittadini manifestò per strada contro l’arrivo di un gruppo di immigrati.”
2. 27 luglio 2018 [Redazione TPI] Caserta, migrante denuncia di essere stato ferito al volto con una pistola ad aria compressa. E’ l’ottavo caso …
3. 27 luglio 2018 [Corriere della sera/cronache] Migranti feriti a colpi di pistola: sei più uno casi (più uno) in un mese.
4. 27 luglio 2018 [Il Post 17 ore fa] A Cassola, in provincia di Vicenza, un operaio straniero è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco, sparato da un condominio vicino.
5. 27 luglio 2018 [Rep] La Scheda: Immigrati feriti in strada, sette casi in 45 giorni.
Da Forlì a Caserta la serie di colpi esplosi contro stranieri
Testo integrale n. 5
LA SCHEDA – Immigrati feriti in strada, sette casi in 45 giorni
Da Forlì a Caserta la serie di colpi esplosi contro stranieri
Il precedente che torna subito alla mente è quello del sabato di orrore di Macerata. Dove il 3 febbraio scorso un uomo a bordo di un’Alfa 147 nera attraversa la città sparando all’impazzata, e ferendo nel raid sei persone, tutte di origine straniera. Lo sparatore è Luca Traini, 28enne di Tolentino. Dopo aver seminato la paura in tutta la città ferma la sua corsa davanti al monumento ai caduti, e scende dall’auto con la bandiera tricolore al collo, gridando “Viva l’Italia” e facendo un saluto romano prima di arrendersi. Dirà in seguito di aver agito per “vendicare Pamela”, la 18enne trovata morta in una valigia del cui omicidio è stato accusato il nigeriano Innocento Oseghale. Un atto, quello di Traini, che ha alzato i toni della campagna elettorale spostandoli in modo massiccio sui temi dell’immigrazione.
E chi si ricorda di Idy Diene, il senegalese ucciso il 4 marzo scorso a colpi di pistola su Ponte Vespucci, a Firenze, da Roberto Pirrone, pensionato 65enne che poi dichiarerà di essere uscito di casa con l’intenzione di suicidarsi ma di non averne trovato il coraggio, e aver quindi rivolto la sua furia sul primo passante? Fino a Soumayla Sacko, il sindacalista maliano ucciso a colpi di fucile la sera del 2 giugno, nelle campagne calabresi. Appena 29 anni, una figlia di 5, Soumayla viveva in una baraccopoli a San Ferdinando: quando è stato ammazzato con un colpo alla testa stava aiutando alcuni connazionali a prendere delle lamiere da una fabbrica in disuso. Soumayla nell’Italia che si è scoperta razzista è diventato un simbolo dei diritti dei lavoratori invisibili.
La scia di violenza che da Macerata porta ai migranti sfruttati nei campi del Sud sembra essersi riaccesa nelle ultime settimane, con una serie impressionante di aggressioni a matrice razziale. Alcune inizialmente passate sotto silenzio, molte con un elemento in comune: gli spari – che non hanno fatto morti – esplosi tutti con pistole ad aria compressa. I bersagli, sempre, stranieri. Che avevano l’unica colpa di trovarsi a passare di lì. Ecco gli episodi più recenti.
1 – Caserta, 11 giugno
Intorno alle 22 Daby e Sekou, due ragazzi del Mali ospiti di una struttura Sprar del Comune, vengono investiti da una raffica di colpi di pistola ad aria compressa sparati da una Panda nera in corsa, che già per tre volt e li ha avvicinati. Daby viene ferito all’addome. In questura racconta che i tre aggressori, durante la scorribanda in stile Traini, inneggiavano a Matteo Salvini.
2 – Napoli, 20 giugno
Lo chef Konate Bouyagui, maliano di 22 anni, da quattro in Italia con regolare permesso di soggiorno, mentre torna a casa dalle parti di Corso Umberto si prende un piombino nella pancia sparato da due ragazzi a bordo di una macchina. Racconterà: “Credevo di morire”. “C’è un clima di intolleranza contro le persone di colore per colpa della campagna elettorale basata sulla propaganda contro gli immigrati, si sfoga contro i poliziotti.
3 – Forlì, 2 luglio
Una giovane donna nigeriana viene ferita a un piede. “Ho sentito un dolore alla gamba, non so cosa sia successo”. Inizialmente la donna ha paura, solo alcuni giorni più tardi si decide a sporgere denuncia ai carabinieri.
4 – Forlì, 5 luglio
Un ivoriano di 33 anni in bicicletta viene affiancato da un’auto, qualcuno dall’interno allunga fuori dal finestrino una pistola modello softair e gli buca la pancia.
5 – Latina, 11 luglio
Stavolta le vittime sono due nigeriani di 26 e 19 anni che aspettavano l’autobus a Latina Scalo. Dinamica identica alle precedenti, con una serie di colpi esplosi da bordo di un’auto scura. “Sembra chiara la matrice discriminatoria”, commenta il sindaco Damiano Coletta.
6 – Roma, 17 luglio
Il signor Marco, ex dipendente del Senato, alle due del pomeriggio “per provare l’arma” spara dal suo terrazzo al settimo piano di una palazzina in zona Cinecittà. Una bambina rom di 13 mesi finisce in ospedale. L’uomo dirà di non aver mirato a nessuno in particolare, e di non essersi accorto che il colpo era andato a segno.
7 – Vicenza, 26 luglio
Un operaio di origine capoverdiana, dipendente di una ditta di impianti elettrici, è al lavoro su una pedana mobile a 7 metri di altezza quando sente un dolore alla schiena. A colpirlo un uomo che ha sparato dal suo terrazzo, che spiega ai carabinieri di aver sbagliato mira mentre tentava di prendere un piccione.
Caso o progetto?
Dato il ripetersi di notizie di feriti da fucili ad aria compressa, con una comune caratteristica di dichiarata (dallo sparatore che risulta essere maschio banco) futile casualità, ho scritto nella casella di google: “feriti fucili aria compressa”. Poco più avanti l’elenco che ne è venuto fuori.
Mi chiedo: l’elemento che lega gli episodi che ho ricopiato (e collegati con link presenti in calce) è casuale o fa parte di un surrettizio progetto per impaurire le vittime potenziali, simili a chi ha già subito lo sparo?
Potrebbe essere interessante verificare la data di acquisto di queste armi che sono praticamente in vendita libera non richiedendo porto d’armi. Sono un normale ammennicolo delle abitazioni di riferimento, presenti in famiglia da chissà quanto, o sono state acquistate di recente?
Se vale la seconda ipotesi il mio dubbio di uso preciso e progettato si rafforza.
Infatti con quell’arma nessuno può essere accusato di intenzione omicida: un pallino non ammazza.
E allora come la mettiamo con la piccola rom (punto 6 della scheda), opportunamente ricordata dal presidente Mattarella nella cerimonia del Ventaglio? Un incidente di percorso?
1. 27 luglio 2018 [R.it] Immigrato ferito al volto con una pistola aria compressa
“…Il giovane ha raccontato di essere stato avvicinato da due ragazzi in moto, che hanno poi fatto fuoco con l’arma ad aria compressa, colpendolo al volto.
Qualche settimana fa un episodio simile avvenne a Caserta, denunciato da due immigrati africani, uno dei quali rimasto ferito mentre due giorni fa, nel vicino comune di Villa di Briano, un gruppo di cittadini manifestò per strada contro l’arrivo di un gruppo di immigrati.”
2. 27 luglio 2018 [Redazione TPI] Caserta, migrante denuncia di essere stato ferito al volto con una pistola ad aria compressa. E’ l’ottavo caso …
3. 27 luglio 2018 [Corriere della sera/cronache] Migranti feriti a colpi di pistola: sei più uno casi (più uno) in un mese.
4. 27 luglio 2018 [Il Post 17 ore fa] A Cassola, in provincia di Vicenza, un operaio straniero è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco, sparato da un condominio vicino.
5. 27 luglio 2018 [Rep] La Scheda: Immigrati feriti in strada, sette casi in 45 giorni.
Da Forlì a Caserta la serie di colpi esplosi contro stranieri
Testo integrale n. 5
LA SCHEDA – Immigrati feriti in strada, sette casi in 45 giorni
Da Forlì a Caserta la serie di colpi esplosi contro stranieri
Il precedente che torna subito alla mente è quello del sabato di orrore di Macerata. Dove il 3 febbraio scorso un uomo a bordo di un’Alfa 147 nera attraversa la città sparando all’impazzata, e ferendo nel raid sei persone, tutte di origine straniera. Lo sparatore è Luca Traini, 28enne di Tolentino. Dopo aver seminato la paura in tutta la città ferma la sua corsa davanti al monumento ai caduti, e scende dall’auto con la bandiera tricolore al collo, gridando “Viva l’Italia” e facendo un saluto romano prima di arrendersi. Dirà in seguito di aver agito per “vendicare Pamela”, la 18enne trovata morta in una valigia del cui omicidio è stato accusato il nigeriano Innocento Oseghale. Un atto, quello di Traini, che ha alzato i toni della campagna elettorale spostandoli in modo massiccio sui temi dell’immigrazione.
E chi si ricorda di Idy Diene, il senegalese ucciso il 4 marzo scorso a colpi di pistola su Ponte Vespucci, a Firenze, da Roberto Pirrone, pensionato 65enne che poi dichiarerà di essere uscito di casa con l’intenzione di suicidarsi ma di non averne trovato il coraggio, e aver quindi rivolto la sua furia sul primo passante? Fino a Soumayla Sacko, il sindacalista maliano ucciso a colpi di fucile la sera del 2 giugno, nelle campagne calabresi. Appena 29 anni, una figlia di 5, Soumayla viveva in una baraccopoli a San Ferdinando: quando è stato ammazzato con un colpo alla testa stava aiutando alcuni connazionali a prendere delle lamiere da una fabbrica in disuso. Soumayla nell’Italia che si è scoperta razzista è diventato un simbolo dei diritti dei lavoratori invisibili.
La scia di violenza che da Macerata porta ai migranti sfruttati nei campi del Sud sembra essersi riaccesa nelle ultime settimane, con una serie impressionante di aggressioni a matrice razziale. Alcune inizialmente passate sotto silenzio, molte con un elemento in comune: gli spari – che non hanno fatto morti – esplosi tutti con pistole ad aria compressa. I bersagli, sempre, stranieri. Che avevano l’unica colpa di trovarsi a passare di lì. Ecco gli episodi più recenti.
1 – Caserta, 11 giugno
Intorno alle 22 Daby e Sekou, due ragazzi del Mali ospiti di una struttura Sprar del Comune, vengono investiti da una raffica di colpi di pistola ad aria compressa sparati da una Panda nera in corsa, che già per tre volt e li ha avvicinati. Daby viene ferito all’addome. In questura racconta che i tre aggressori, durante la scorribanda in stile Traini, inneggiavano a Matteo Salvini.
2 – Napoli, 20 giugno
Lo chef Konate Bouyagui, maliano di 22 anni, da quattro in Italia con regolare permesso di soggiorno, mentre torna a casa dalle parti di Corso Umberto si prende un piombino nella pancia sparato da due ragazzi a bordo di una macchina. Racconterà: “Credevo di morire”. “C’è un clima di intolleranza contro le persone di colore per colpa della campagna elettorale basata sulla propaganda contro gli immigrati, si sfoga contro i poliziotti.
3 – Forlì, 2 luglio
Una giovane donna nigeriana viene ferita a un piede. “Ho sentito un dolore alla gamba, non so cosa sia successo”. Inizialmente la donna ha paura, solo alcuni giorni più tardi si decide a sporgere denuncia ai carabinieri.
4 – Forlì, 5 luglio
Un ivoriano di 33 anni in bicicletta viene affiancato da un’auto, qualcuno dall’interno allunga fuori dal finestrino una pistola modello softair e gli buca la pancia.
5 – Latina, 11 luglio
Stavolta le vittime sono due nigeriani di 26 e 19 anni che aspettavano l’autobus a Latina Scalo. Dinamica identica alle precedenti, con una serie di colpi esplosi da bordo di un’auto scura. “Sembra chiara la matrice discriminatoria”, commenta il sindaco Damiano Coletta.
6 – Roma, 17 luglio
Il signor Marco, ex dipendente del Senato, alle due del pomeriggio “per provare l’arma” spara dal suo terrazzo al settimo piano di una palazzina in zona Cinecittà. Una bambina rom di 13 mesi finisce in ospedale. L’uomo dirà di non aver mirato a nessuno in particolare, e di non essersi accorto che il colpo era andato a segno.
7 – Vicenza, 26 luglio
Un operaio di origine capoverdiana, dipendente di una ditta di impianti elettrici, è al lavoro su una pedana mobile a 7 metri di altezza quando sente un dolore alla schiena. A colpirlo un uomo che ha sparato dal suo terrazzo, che spiega ai carabinieri di aver sbagliato mira mentre tentava di prendere un piccione.



Martedì 31 Luglio,2018 Ore: 21:58
 
 
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