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www.ildialogo.org Discriminazione nella scuola a Monfalcone: il sindaco limita la presenza di alunni stranieri,di Augusta De Piero

Discriminazione nella scuola a Monfalcone: il sindaco limita la presenza di alunni stranieri

di Augusta De Piero

Crea dibattito oltre il Friuli Venezia Giulia  la notizia che la sindaca di Monfalcone  (Gorizia), ha sottoscritto una convenzione con i due istituti comprensivi della città al fine di limitare la presenza di alunni stranieri nelle classi della scuola dell’infanzia  a un tetto massimo del 45%.
Spesso la scuola dell’infanzia  viene chiamata ‘materna’, secondo la vecchia definizione ancora corrente. Scuola materna, sembra ormai  un ossimoro se si pensa ai 60 bambini ‘stranieri’,  residenti in città, per cui non c’è posto in quelle aule.
Per quanto ne so e capisco i piccoli sono senza posto perché stranieri,  ‘figli degli altri’. Quindi:
- essendo tutti potenziali utenti della scuola dell'infanzia -  la scelta esclusiva appare praticabile e furbesca perché non siamo nell'ambito della scuola dell'obbligo, disciplinata  dagli articoli 109 a 114 del Decreto Legislativo 297/1994 (Testo Unico in materia di Istruzione) in cui credo non sarebbe possibile affermare che ‘il posto non c’è’.
I genitori, il sindaco e i dirigenti scolastici hanno il dovere di assicurare la frequenza dei minori alla scuola dell’obbligo (che si rivolge loro dal sesto al sedicesimo anno di età. Per i soli alunni disabili è possibile completare la scuola dell'obbligo anche fino al compimento del diciottesimo anno) e il sindaco e i dirigenti  hanno l’ulteriore dovere di vigilare perché l’obbligo scolastico sia rispettato;
- inoltre per l'iscrizione alla scuola dell'obbligo i genitori non sono tenuti a presentare il permesso di soggiorno, previsto anche per gli atti di stato civile (a norma dell'art 1 comma 22 lettera g del 'pacchetto sicurezza' - legge 94/2009)  mentre sono tenuti a presentarlo per la scuola dell'infanzia (che non costituisce obbligo);
- Se coloro che sono istituzionalmente tenuti ad assicurare l’accesso alla  scuola dell’obbligo non si occupano della materna provocano però, con volontà consapevole o meno,  un grave danno ai bimbi ‘figli degli altri’, legalmente (?) esclusi dalle scuole in cui ‘il posto non c’è’ (in altra stagione sarebbe un bel pensierino natalizio).
A  questi piccoli viene infatti negata una opportunità insostituibile per la conoscenza della lingua italiana, altrimenti chiamata strumento di integrazione, senza ignorare  l’esperienza positiva – per tutti – della relazione nelle diversità e non nei ghetti, siano penalizzanti o di lusso. In entrambi l’istruzione sembra dissociata dall’educazione.
Sarà facile così per i lego-culturale-benpensanti affermare che, una volta alle scuole elementari, questi bambini, scientemente danneggiati, costituiscono ostacolo “allo svolgimento del programma”. Meno attenzione sembra esserci  al bullismo che pure ha una delle sue fonti nelle precoci esperienze di esclusione.
Risulterebbe cha a Monfalcone (e presumo non solo) ci siano scuole dell’infanzia private.
La convenzione che il comune stipula per riconoscere le scuole private si affaccia anche sulla realtà delle presenze plurali o queste possono escludere i ‘figli degli altri’ per famiglie non in grado di reggerne la retta, siano –in questo caso- italiane o straniere?
Non è difficile immaginare che gli stranieri presenti (e lavoratori in gran numero nelle industrie del monfalconese)  siano penalizzati nelle loro possibilità di scelta più degli italiani.
Radicalizzare questa penalizzazione è scelta che può appartenere  alla scuola pubblica (o no)?
E il sindaco in attività di servizio prima della sindaca subentrata con le ultime elezioni si era occupato della convenzione con le scuole private assicurandone la pari opportunità nella frequenza? La convenzione stipulata dalla attuale sindaca è in continuità o in opposizione ad eventuali scelte precedenti?
Non dimentichiamo – ma spesso succede , dai vincoli di legge a quelli della burocrazia - che dalla Convenzione di New York del 1989, alla legge 176/1991 (ratifica della convenzione che spetta al Presidente della Repubblica) il criterio fondante riguardante minori (fin dalla nascita) è il loro superiore interesse.
La norma escludente del ‘pacchetto sicurezza’ che ho sopra citato ne è una sconcia beffa legale  in  tutta la sua portata, oltre la questione delle scuole dell’infanzia a Monfalcone.
Non uso gli emoticon ma se lo facessi metterei in paio quello che suscita risate e quello che fa piangere perché non ho ancora deciso che fare oggi.



Venerdì 13 Luglio,2018 Ore: 15:49
 
 
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