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www.ildialogo.org MA COME PUO' UN RUSSO CAPIRE IL MONDO DI CAMILLERI? DOMANDA. RISPOSTA:”TU HAI LETTO DOSTOEVSKIJ, GOGOL, TOLSTOJ NO? BEH, QUALCOSA DELLA RUSSIA L'AVRAI PURE CAPITA?”, da “IO NON SONO RZZISTA MA...DI MARCO AIME, EMI EDITRICE, BOLOGNA.,a cura di Carlo Castellini

MA COME PUO' UN RUSSO CAPIRE IL MONDO DI CAMILLERI? DOMANDA. RISPOSTA:”TU HAI LETTO DOSTOEVSKIJ, GOGOL, TOLSTOJ NO? BEH, QUALCOSA DELLA RUSSIA L'AVRAI PURE CAPITA?”, da “IO NON SONO RZZISTA MA...DI MARCO AIME, EMI EDITRICE, BOLOGNA.

a cura di Carlo Castellini

CHI E' MARCO AIME?
Insegna ANTROPOLOGIA CULTURALE all'UNiversità di Genova. Ha condotto ricerche in Africa occidentale (Benin, Mali) e sulle Alpi e ga compiuto numerosi viaggi in paesi extraeuropei. E' autore di varie opere, scientifiche, divulgative e di narrativa, tra cui ECCESSI DI CULTURE (EINAUDI) E LA MACCHIA DELLA RAZZA (Ponte alle Grazie). E' anche scrittore per i più giovani:”UNA BELLA DIFFERENZA”, “ALLA SCOPERTAS DELLA DIVERSITA' DEL MONDO” (Einaudi); per l'EMI FIABE NEI BARATTOLI, NUOVI STILI DI VITA RACCONTATI AI BAMBINI, I PICCOLI VIAGGI DI BEPPE GULLIVER (con illustrazioni di aVALENTINA GOTTARDI), dirige la colla dell'EMI “ANTROPOLIS”.
LE IDEE CORRENTI.
Storia di come l'OCCIDENTE ha rapinato l'AFRICA dei suoi capolavori che giacciono in COLLEZIONI PRIVATE europee ed americane. Rimane però il problema aperto.
”COME POSSIAMO CAPIRE L'ARTE DELL'ALTRO?”
Nell'ormai lontano 2003 si tenne a Torino un'importante Mostra di oggetti africani dal titolo CAPOLAVORI DALL'AFRICA. Vennero esposti circa quattrocento manufatti d'epoca e produzione diversa, la stragrande maggioranza dei quali proveniva da musei, gallerie e collezioni private europee o americane.
In un dibattito che accompagnò la mostra, segnalai, che questo fatto (è MARCO AIME che parla, autore di questo libello formato guida turistica), avrebbe dovuto essere sottolineato cioè che gran parte dell'ARTE AFRICANA, o almeno di quella che noi reputiamo tale oggi non è più in Africa, perchè sottratta per lo più in EPOCA COLONIALE.
Mi replicò stizzita la Direttrice di una importante galleria, dicendo che la mia era una posizione assurda:”In fondo l'arte ha sempre circolato”. Vero, pensai, ma non ho mai visto dei REMBRANDT a Kinshasa, dei PICASSO a Luanda, o un'opera di CELLINI a Ouagadougou e che in fondo questa non era che l'ennesima prova delle DEVASTAZIONE anche CULTURALE prodotta dal COLONIALISMO.
Raccontavo questo episodio qualche giorno fa durante un SEMINARIO ALL'UNIVERSITA', quando alcuni studenti hanno iniziato a intervenire:”Beh, non ci sono opere d'arte europee perchè gli Africani non andrebbero a vederle”, ha detto uno; “forse non le capirebbero”, ha ribattuto un altro; “è una questione di diversità culturale”, ha concluso un terzo.
Sono rimasto stupito di queste reazioni, ma non mi aspettavo tali PREGIUDIZI da questi UNIVERSITARI: perchè gli AFRICANI non dovrebbero essere interessati a vedere l'arte europea, tanto quanto lo siamo noi nei confronti della loro ? Non la capirebbero? Perchè noi siamo sicuri di capire l'arte di altri paesi? La MAGGIOR PARTE DI NOI NEPPURE COMPRENDE LA NOSTRA.
Che quegli oggetti appartengano a una cultura diversa è ovvio, ma non per questo sono meno interessanti o incomprensibili. Al contrario dovrebbero stimolare la curiosità di conoscere altre forme espressive.
E' degno di nota il fatto che la costruzione della differenza e della gerarchia passi anche attraverso espressioni come queste. Lo STEREOTIPO finisce per influenzare sempre la concezione che abbiamo dell'altro.
Magari in piena buona fede, ma non per questo meno grave. Come dire, l'arte è una cosa nostra, che capiamo solo noi, come possono arrivare a comprenderla loro, che sono così diversi culturalmente. Come se NOI OCCIDENTALI non ballassimo su ritmi di matrice africana.
Come potremmo allora apprezzare il blues, che nasce da una cultura diversa dalla nostra? Una bella lezione. Una bella lezione mi venne data da un professore russo che stava traducendo CAMILLERI nella sua lingua. Impresa non certo semplice: come rendere la scrittura semidialettale del Padre di MONTALBANO in russo? Facendo parlare i protagonisti con accento georgiano, che per un moscovita suona come parlata del sud, mi rispose.
E quando ingenuamente senza accorgermi dello stereotipo gli chiesi:”Ma come può un RUSSO capire il mondo di CAMILLERI?”, lui mi rispose:”Tu hai letto Dostoevskij, Gogol, Tolstoj no? Beh, qualcosa della Russia Russia l'avrai pur capita?”. (MARCO AIME, a cura di Carlo Castellini).



Martedì 31 Luglio,2018 Ore: 20:56
 
 
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