- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (202) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org STOP ALLA GUERRA CONTRO I BAMBINI CON ARMI ITALIANE.,di Maria Teresa D'Antea

STOP ALLA GUERRA CONTRO I BAMBINI CON ARMI ITALIANE.

di Maria Teresa D'Antea

Venerdì 1 marzo si è svolto a Roma, presso la Camera dei deputati, il convegno “Produzione e commercio di armamenti: le nostre responsabilità”, per iniziativa delle Chiese cristiane e della società civile, affinché la finanza diventi responsabile e umana e i governi siano messi in grado di controllare la fabbricazione e il mercato delle armi. Molti gli ospiti internazionali che hanno testimoniato le proprie esperienze, specie nel campo della finanza etica, proponendo, come punto di partenza, di boicottare le banche che hanno come clienti le compagnie di produzione delle armi nucleari. Per questi convegnisti è fondamentale che i cittadini facciano pressione attraverso gli strumenti finanziari, le banche appunto, rifiutando quelle che accolgono denaro proveniente dal nucleare e dal traffico di armi. Ma una domanda sorge spontanea: i normali cittadini, oggi ridotti a chiedere redditi di assistenza per l’universale perdita dei posti di lavoro, dove trovano il denaro per fare guerra, con le loro scelte virtuose, alle banche corrotte? Evidentemente è necessario uno sforzo in più dell’ingegno e della coscienza degli uomini perché l’affarismo fondato sul sangue e sulla distruzione abbia termine.
Più concreto e convincente, anche se parziale, è apparso l’intervento della signora Lisa Clark della campagna “Italia, ripensaci” e membro italiano dell’ICAN, cioè della “Campagna internazionale per l’abolizione del nucleare”, la quale ha esposto le ragioni per una ratifica urgente, da parte di tutti gli stati, del Trattato per la proibizione delle armi nucleari approvato all’ONU il 7 luglio 2017, precisando che “l’Italia non ha ancora risposto alla richiesta di firma”.
Di fronte alle notizie che ci arrivano dalle numerose zone di guerra, dove a perdere la vita sono soprattutto i civili e, fra questi, in modo particolare i bambini, possiamo tutti davvero andarcene la sera a dormire tranquilli senza aver mosso neanche un dito perché la realtà sia meno barbara? Milioni di bambini oggi sono costretti a vivere, quando scampano ai bombardamenti, una indescrivibile quantità di orrori: stupri, espianto di organi, arruolamento forzato, perdita dei genitori, fame, mancanza di cure a causa del blocco dei cordoni umanitari. Ovunque, nei Paesi in guerra, i diritti dei bambini stabiliti dalle leggi internazionali vengono violati e non c’è da stupirsene, perché è sempre la guerra a far schizzare fuori la bestia dall’essere umano e con la bestia non c’è diritto che tenga. Meglio sarebbe se le energie di uomini e donne di buona volontà fossero dirette a un unico fine: bandire la guerra dal mondo, cominciando con la distruzione di tutti gli arsenali nucleari e non.
Nella guerra tra Arabia Saudita e Yemen, uno dei più poveri stati al mondo, dove il conflitto è cominciato nel 2015 e ancora continua in un demenziale e mostruoso massacro, si sono trovati resti di bombe con il codice A4447, riconducibile a una fabbrica di armi in Sardegna, la RWM Italia, con sede legale a Ghedi (Brescia) e stabilimento a Domusnovas, presso Carbonia-Iglesias. Nello Yemen è in atto una epidemia di colera, conseguenza della guerra, che sta annientando la popolazione, colpendo in particolare i bambini. E’ mai possibile che nel XXI secolo, quando ci pavoneggiamo per essere arrivati su Marte, sulla Luna e presto forse galleggeremo sui gas di Giove, nessuno dei governanti del feroce pianeta Terra arrossisca quando apre la bocca in tv senza accennare ai crimini di cui è responsabile? E’ vero, come dice don Giovanni Ricchiuti di Pax Christi, presente al convegno del 1 marzo, che oggi la pace presenta i segni di una grande foresta che cresce, ma sarebbe opportuno che fosse meno silenziosa e più invasiva.
Maria Teresa D’Antea



Martedì 05 Marzo,2019 Ore: 22:37
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
No guerra

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info