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www.ildialogo.org Africa addio. Le disuguaglianze del Sahel e le resistenze,di Mauro Armanino

Africa addio. Le disuguaglianze del Sahel e le resistenze

di Mauro Armanino

Ringraziamo Mauro Armanino, missionario in Niger, per questo suo contributo. Altre notizie di Mauro anche su Avvenire.it sul blog http://senzafine.zacem-online.org e su Il fatto quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/marmanino/
Il capitalismo ha vinto dappertutto. Anche l’Africa nel suo complesso ha scelto di adeguarsi alla dittatura del capitale. Questo a una settimana dalla dodicesima sessione straordinaria della Conferenza dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione Africana celebrata a Niamey. Quel giorno c’è stata la ratifica dell’accordo e il varo degli strumenti operativi della Zona di Libero Scambio che era già stato adottato a Kigali, la capitale del Rwanda, il 21 marzo dell’anno scorso. Praticamente tutti i paesi del continente hanno firmato l’accordo meno l’Eritrea che ha comunque lasciato intendere una sua prossima adesione. Una grande zona commerciale, il più grande mercato del mondo secondo le ultime proiezioni. In Africa, con l’attuale incremento demografico, si passerebbe dall’attuale popolazione stimata ad un miliardo e 270 milioni a due miliardi e mezzo di persone nel 2050. I cittadini si sono trasformati in consumatori, il continente africano in un grande fiera commerciale e il panafricanismo delle indipendenze politiche in una società per azioni. Il tutto sotto i riflettori indifferenti dei popoli del continent, da subito esclusi da ogni dibattito e partecipazione alle scelte. Africa addio.
Il recente rapporto di Oxfam, nota ONG umanitaria che opera in oltre 90 Paesi del mondo, non lascia dubbi a proposito. In Africa Occidentale e in particolare nel Sahel, le disuguaglianze hanno raggiunto un livello critico. Mentre un esiguo e crescente numero di persone si arricchisce in modo inaudito, l’immensa maggioranza della popolazione è privata degli elementi essenziali di una vita degna di questo nome. Il cibo, l’acqua, i servizi come l’educazione, la salute, il lavoro e dunque l’assenza alla vita politica, sono stati presi in ostaggio da un sistema che prima esclude e poi cancella gli indesiderati. L’indice scelto da Oxfam per determinare il grado di disuguaglianza dei Paesi in questioni si basa su tre elementi: le spese pubbliche, la fiscalità e il mercato del lavoro. Il rapporto considera anche un’analisi regionale nell’ambito agricolo e del diritto fondiario. La Nigeria, la Sierra Leone e il Niger figurano tra gli ultimi della classifica mentre la Mauritania e il Senegal primeggiano. In Nigeria, ad esempio, 5 persone possiedono una fortuna combinata più importante che il bilancio dello stato. L’Africa, un continente tra i più poveri è anche tra i continenti con più disuguaglianze. Africa addio.
Peccato davvero. Sarà stato il colonialismo, poi il neoliberismo e infine la Zona di Libero Mercato Africano per chiudere il cerchio e confermare la scelta capitalista. Non l’inclusione ma l’esclusione ne sono la filosofia portante che grazie alla globalizazione trasforma i cittadini in mercanzie e le mercanzie in veri e unici cittadini liberi di circolare. Si bloccano i pochi migranti in legittimo transito verso il nord del continente e nel contempo si rivendicano mercati per tutti e a giusta misura dei vincitori. Quanto ai vinti, confiscati della parola e della visibilità, si troveranno confinati in riserve gestite dalla Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e affidati alle mani prodighe delle Agenzie Umanitarie. Finirà così il la Zona di Libero Mercato e cioè, com’è noto, di libere volpi in liberi pollai, che fin dall’inizio della storia capitalista ha caratterizzato l’economia politica dello sfruttamento. Nel sistema così organizzato non c’è fatalità e neppure destino manifesto, solo piccole o grandi scelte di una classe ben visibile che forma l’élite che organizza, governa e perpetua la guerra contro i poveri. Il capitalismo ha vinto dappertutto. Non in Africa.
E’ proprie lei che si è messa all’avanguardia delle resistenze. A Niamey, malgrado i nuovi alberghi a 5 stelle, I semafori in genere non funzionano e si arriva puntualmente in ritardo agli appuntamenti decisivi. Tutto si ferma per un funerale e per i battesimi del sabato mattina non c’è ordinanza municipale che tenga. Le tende e le sedie per gli invitati occuperanno la strada e all’ora della preghiera l’autista del bus scende e con lui tutti i passeggeri. I contratti di lavoro sono orali oppure scritti e poi abbandonati nelle mani dei sindacalisti nel frattempo partiti in viaggio o in ferie non retribuite. Quando piove si allaga l’unico sottopassaggio de Paese e malgrado gli avvisi e le ingiunzioni c’è gente che abita vicino al fiume che prima o poi strariperà. Si possono demolire i negozi vicino alla strada e dopo una settimana rispuntano poco lontano con altri materiali di scarto. Azzardatevi poi a pulire le strade dalla sabbia e tornate dopo una mezzora. La sabbia vi guarderà sorridendo.
 Mauro Armanino, Niamey,luglio 019

 

Testo in francese / Texte en français

 

Afrique Adieu. Les inégalités et les résistances au Sahel
Le capitalisme a gagné partout. Aussi l’Afrique, dans son ensemble, a choisi de s’adapter à la dictature du capital. Ceci à une semaine de la douzième session extraordinaire de la Conférence des Chefs d’Etat et de Gouvernement de l’Union Africaine célébrée à Niamey. Ce jour-là on a ratifié l’accord et le lancement des instruments opératifs de la Zone de Libre Echange et Commerce (ZLEC) qu’on avait déjà adopté à Kigali le 21 mars 2018. Pratiquement tous les états du continent ont signé l’accord moins l’Erythrée qui a néanmoins laissé entendre qu’elle le fera aussitôt. Une grande zone commerciale, le plus grand marché du monde selon les dernières projections. En Afrique, avec l’actuelle poussée démographique, on pourrait passer de un milliard et 270 millions à deux milliards de personnes en 2050. Les citoyens ont été d’un coup transformés en consommateurs, le continent africain en une grande foire commerciale et le décanté panafricanisme de l’émancipation politique en une société par actions. Le tout sous les réflecteurs indifférents des peuples du continent, depuis le début exclus de tout débat et participation. Afrique Adieu.
Le tout dernier rapport d’Oxfam, bien connue ONG humanitaire qui travaille en 90 Pays, ne laisse aucun doute. En Afrique Occidentale et en particulier au Sahel, les inégalités ont atteint un niveau critique. Pendant qu’un exiguë et croissant nombre de personnes s’enrichi de manière inouïe, la grande majorité de la population est privée des éléments essentiels d’une vie digne de ce nom. La nourriture, l’eau, les services comme l’éducation, la santé, le travail et donc l’absence de la vie politique, ont été pris en otage par un système qui d’abord exclue et puis efface les indésirable. L’index choisi par Oxfam afin de déterminer le degré d’inégalité des Pays en questions se base sur trois éléments : les dépenses publiques, la fiscalité et le marché du travail. Le Nigéria, la Sierra Leone et le Niger figurent les derniers du classement. Au Nigéria, par exemple, 5 personnes possèdent une fortune combinée plus importante que le budget de l’état. L’Afrique, un continent parmi le plus pauvres est aussi parmi les continents avec le plus d’inégalités. Afrique Adieu.
Dommage. On pourra toujours trouver l’excuse du colonialisme, du néolibéralisme et pour finir la ZLEC pour l’Afrique afin de compléter le cercle et embrasser le choix capitaliste. Ce n’est pas l’inclusion mais l’exclusion qui en montrent la philosophie portante qui, grâce à la globalisation transforme les citoyens en marchandise et les marchandises en les seules ‘citoyens’ qui ont le droit de circuler librement partout. En revanche on bloque les peux migrants qui désirent légitimement aller vers le nord du continent et en même temps on ouvre les marchés pour les gagnants de l’accord. Les perdants, à qui on a confisqué la parole et la visibilité, se trouveront confinés en réserves gérées par la Banque Mondiale, le Fond Monétaire International et confiés aux mains prodigues des Agences Humanitaires, véritables ‘ambulances’ du système. La ZLECAF, une libre zone du type ‘libres renards en libres poulaillers’, ne fera qu’appliquer ce qui depuis le début a caractérisé l’histoire du capitalisme basée sur l’exploitation. Dans ce type de système il n’y a aucune fatalité ou destinée manifeste mais seulement des petits ou grands choix de la part d’une classe organisée pour écraser les pauvres. La ZLECAF n’est qu’une étape en plus de la guerre contre les pauvres. Le capitalisme a gagné partout. Pas encore en Afrique.
C’est bien elle qui s’est positionnée à l’avant-garde des résistances. A Niamey, malgré les nouveaux hôtels 5 étoiles les feux dans les rues ne marchent pas et on arrive ponctuellement en retard aux rendez-vous le plus importants. Tout s’arrête pour les funérailles et pour les baptêmes du samedi matin les ordonnances de la municipalité sont inutiles. On mettra les bâches au beau milieu de la route et à l’heure de la prière le chauffeur du bus fera descendre tous les voyageurs. Les contrats de travail ne sont pas écrit et dans le cas de réclamations il est inutile d’aller chez les syndicalistes, ils sont en voyage ou en congé. Quand il pleut le seule sous- passage du Pays est inondé et malgré les interdits les gens construisent près du fleuve. On pourra détruire les boutiques au long des routes et après une semaine vous les verrez de nouveau à côté de la place interdite. Essayez enfin de nettoyer les routes du sable et retournez après une demi-heure. Le sable vous regardera et se moquera de vous.
Mauro Armanino, niamey, juillet 019



Lunedì 15 Luglio,2019 Ore: 07:07
 
 
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