- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (207) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Meglio cristiani sani, che cristiani martiri,di Renato Pierri

Meglio cristiani sani, che cristiani martiri

di Renato Pierri

“La recente strage dello Sri Lanka ha prepotentemente collegato il martirio al partecipare alla Messa nel giorno del Signore. Se fino a Pasqua il combattimento spirituale per la decisione di andare a Messa riguardava scegliere se adempiere al precetto domenicale o combattere con il sonno, con il fare le pulizie di casa... , dopo le stragi di Colombo (e non solo) ci rendiamo conto che quando andiamo a Messa corriamo il rischio di sederci non su un banco ma su una bomba... È terribile che ci siano gli attentati ma è bello che cristianesimo, santità e martirio, siano concetti sempre più difficili da distinguere... Andare a Messa è una scelta che può comportare l’effusione del sangue: può spaventare ma aiuta a comprendere che l’unica paura del cristiano deve essere diventare un sale che non ha più il sapore del Vangelo”.
Sono alcune righe di un articolo di don Mauro Leonardi, apparso su Avvenire del 1 maggio, col titolo: “Essere cristiani e santi cioè non avere paura”.
Vediamo un po’. Mettiamo che io sia consapevole che andando a Messa, corra il rischio serio di saltare in aria, e mettiamo che io di norma a Messa ci vada con la cara moglie e i figlioletti. Ho il dovere di salvaguardare la vita della cara moglie e dei cari figlioletti, oppure come un incosciente li porto con me a Messa? Sarà meglio che a Messa ci vada da solo. Ma se salto in aria? E’ giusto che io corra il rischio di lasciare nei patimenti e nei guai moglie e figlioletti? No, giacché non posso coinvolgere innocenti nel mio sacrificio. Niente Messa, allora, neppure per me. Una cosa è vincere la paura e mettere a repentaglio la propria vita, altra cosa è vincere la paura e mettere a repentaglio la vita altrui. “Chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me”, è scritto nel Vangelo. Ma il fatto di non andare a Messa per evitare di far saltare in aria moglie e figli, oppure di dare un gran dolore a moglie e figli, non significa anteporre l’amore per la famiglia all’amore per Gesù. Se il rischio di saltare in aria in chiesa fosse serio, sono certo che Gesù stesso darebbe il permesso di non andare a Messa. Meglio cristiani sani, che cristiani martiri, soprattutto se si tratta di bambini.
Renato Pierri



Venerdì 03 Maggio,2019 Ore: 14:55
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Lettere

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info