Per qualche giorno mi sono astenuto dal commentare su FB vari messaggi e post e tale scelta mi ha fatto bene, devo dire. Una cura disintossicante, ogni tanto, dà i suoi frutti, anche se non è sempre facile, viste certe prese di posizione. Specie quelle che sono dettate da immediate reazioni, da posizioni assolutistiche, che non invitano al dialogo, anzi appaiono come dogmi pericolosi o espressioni di ferree “dottrine”. Questo anche nel campo dei valori umani e della fede, spesso offuscata da sentenze aprioristiche di giudici discutibili e, quel che è peggio, da chi si erige a unico arbitro, offendendo ed esprimendo anatemi nei confronti di tanti che cercano di essere coerenti con quanto manifestano coraggiosamente. Mai come oggi, come da sempre, del resto, chi pensa da spirito libero, dà fastidio ed è combattuto, a tutti i livelli: lo si emargina, in tanti subdoli modi. A mancare è l’esperienza, la “conoscenza diretta” e allora si preferisce l’intervento a gamba tesa, il ricorrere alla mentalità comune, che va per la maggiore. Ecco che il tanto declamato “aiutiamoli a casa loro”, ad esempio, nei riguardi dei migranti, andrebbe prima accompagnato da una domanda: “per scrivere e sostenere, ad ogni piè sospinto, tale affermazione, sono stato in quei Paesi dell’Africa e del Terzo, Quarto Mondo? Conosco la storia passata e recente di quelle popolazioni?”. E l’esperienza andrebbe rivalutata anche in tante scelte politiche, a qualsiasi livello, chiedendo, confrontandosi e dialogando, contro le tante manifestazioni di arroganza, senza avere un quadro generale e, quel che è peggio, ignorando le importanti lezioni della Storia. Esperienza significa pure il dare il giusto peso a chi sa qualcosa di più per migliorare e per imparare. Socrate ha insegnato in questo campo e Cristo non ha mai condannato l’uomo, lasciandogli mille possibilità di conversione, pur essendo la Parola resa Persona per tutti gli uomini, senza distinzioni e miopi classificazioni.

Occorrerebbe, forse, un’attenzione maggiore e un elogio rivolto pure all’esperienza anche di tante persone anziane. Sono la maggioranza. Ci vivono accanto. E noi crediamo di aiutarle solo con i “nostri” piani d’intervento sociale e sanitario, purtroppo spesso privi, invece, di un necessario supporto d’anima.