Pur riconoscendo gli indubbi meriti di un'impresa unica nel suo genere, attorno all'operazione della Costa Concordia si è forse creato un po' troppo clamore. L'essere stati teatro per la prima mondiale del così detto “parkbuckling” ha certo sollevato la curiosità del mondo, ma gli entusiastici toni da cinegiornale Luce che si sono usati, richiamano la propaganda di un'italietta periferia del mondo. Enrico Letta che parla emozionato di “grande orgoglio italiano”, le immagini del direttore dei lavori Nick Sloane sommerso da baci e abbracci, politici ed opinionisti che hanno dispensato a manciate termini come riscatto, dignità, onore. Mancava solo la voce di commento acclamante l'ardua impresa di un manipolo di valorosi eroi che, con ardore e sprezzo del pericolo, rimediavano al delitto dello Schettino infame traditor. All'indomani del raddrizzamento, l'Italia si risveglia invece tale e quale all'altro ieri, con gli stessi problemi di sempre. Le navi da crociera fanno ancora l'inchino davanti a Piazza San Marco come ai faraglioni di Capri, la guardia costiera continua a chiudere un occhio e la nostra credibilità all'estero rasenta lo zero. Tutto resta immutato, salvo per un ingegnere sudafricano di 52 anni che, grazie al nostro pressapochismo, si è assicurato un'agiata vecchiaia.

Marco Lombardi

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Giovedì 19 Settembre,2013 Ore: 06:55